Inaugurato il cartello turistico che indica l’opera Tuttomondo di Keith Haring
Sono passati trent’anni da quando arrivò a Pisa quel giovane artista nato in Pennsylvania e ancora, da noi, sconosciuto a tanti. Invitato nella nostra città da uno studente incontrato in America, dipinse qui la sua ultima opera pubblica, su un muro coraggiosamente messo a disposizione, prima di morire a New York l’anno successivo.

Tuttomondo di Keith Haring è un’opera meravigliosa, contemporanea e universale, comprensibile e fantastica che, meraviglia nella meraviglia dell’arte pubblica, è lì per noi, per tutti noi che passiamo, che ce la possiamo godere tutti i giorni o che veniamo apposta, magari da lontano, solo per poterla ammirare. Ma bellissimo fu anche il modo in cui nacque, la vera e propria festa che fu la sua realizzazione: una festa spontanea e colorata che tanti pisani ricordano, che si prolungò per tutto il periodo della realizzazione del murale.
Nei trent’anni che sono passati da allora, dopo un primo periodo di quasi totale oblio, tanto è stato fatto per valorizzare l’opera, preservarla e renderla fruibile rendendo più gradevole il contesto nel quale essa è inserita. L’opera ha dunque fatto da sola quello che si chiede all’arte: ha illuminato della sua bellezza, del suo messaggio, del suo valore, il contesto nel quale si trova.
Il cartello all’angolo di Corso Italia che la indica a chi provenga da piazza Vittorio Emanuele non è che un incentivo a procedere nella direzione virtuosa che l’opera stessa ci ha indicato.