La notizia è che ripartono i lavori nella Piazza Belvedere, a Tirrenia. Ed è una bella notizia perché è l’ennesimo, piccolo segnale che alcune, tra le cose che l’emergenza ha interrotto, riprendono a funzionare. E poi, al di là delle facili speculazioni sul colore politico della giunta insediata al momento della riqualificazione (come se certi processi non fossero frutto di processi più lunghi, molto più lunghi), è sempre bello riqualificare. Perché, se davvero si riqualifica e non si dà solo una mano di vernice fresca sopra la ruggine dei decenni per ingraziarci certe categorie o abbindolare l’elettorato più credulone, significa rinnovare, rendere più adatto alle esigenze che sono cambiate, al tipo di funzione e di fruizione che è magari diversa da quella pensata in origine. Significa rendere più bello, o almeno il tentativo dovrebbe essere quello. Significa dunque guardare al presente in confronto al passato, ma anche al presente in confronto al futuro e immaginarlo, appunto, più bello. Immaginarlo pieno di cose nuove da fare o di modi migliori per fare le cose vecchie; significa guardare a quello che si ha per migliorarlo, per cambiare quello che non ci piace più o che abbiamo capito che non ci serve per far spazio a quello di cui davvero abbiamo bisogno. Significa immaginare un domani pieno di opportunità da cogliere. Ed è un bell’esercizio, ora e sempre.
Come saremo
