La stagione del Teatro Verdi ricomincia dall’adattamento di Peter Brook dell’opera di Georges Bizet in scena sabato 13 e domenica 14 novembre, con una Carmen sensuale che prosegue la stagione estiva allo Scotto legando insieme musica, dramma ed effetto cinematografico.
“L’opera non è un contratto musicale sulla carta – ha detto Peter Brook – qualcosa tra avvocati; l’essenza fondamentale del lavoro teatrale è, per me, guardare alla partitura come ad un’indicazione di ciò che può l’immaginazione. L’intento, sottolinea Brook, non è di duplicare quel che c’è sulla carta, ma di produrre che cosa aveva in mente il compositore quando ha scritto il brano”.
Partendo da questa visione che lascia spazio all’arte, alla sua essenza creativa, il Teatro Verdi di Pisa alza il sipario sulla stagione lirica con La Tragédie de Carmen, opera teatrale e cinematografica dell’iconico regista Peter Brook, sostenuto da Marius Constant per la trascrizione musicale e dallo sceneggiatore Jean–Claude Carrière per il testo.
Sabato 13 Novembre alle 20.30 e domenica 14 Novembre alle 15.30 riparte una stagione che in realtà è la prosecuzione di quegli appuntamenti che hanno animato il Giardino Scotto, la Tosca estiva e la Trilogia Verdiana presentata a settembre.
Con La Tragédie de Carmen, opera teatrale e cinematografica dell’iconico regista Peter Brook, sostenuto da Marius Constant per la trascrizione musicale e dallo sceneggiatore Jean–Claude Carrière per il testo, prosegue la storica collaborazione con il Teatro Goldoni di Livorno, con quest’opera raramente proposta nei cartelloni italiani, in armonioso equilibrio tra tradizione ed innovazione. Una scelta che coniuga i linguaggi musicali, drammaturgici e cinematografici in un intreccio strettissimo e nella quale la presenza di Tea Purtseladze, già applaudita Tosca ai Bastioni Sangallo, qui nel ruolo di Micaela, sottolinea la continuità d’intenti.
La consistente quota rosa della nuova Carmen, che vede nei ruoli chiave di regia, scenografia e costumi donne di provata esperienza, dalla regista e sceneggiatrice milanese Serena Sinigallia alla scenografa meneghina Maria Spazzi, alla costumista montenegrina Katarina Vukcevic, permette alla chiave sensuale voluta da Brook di inverarsi grazie ad una profonda sensibilità femminile.
Questo adattamento della Carmen di Bizet realizzato da Peter Brook, forse il più grande fra i grandi della scena teatrale, e non solo, del Novecento, debuttò a Parigi nel 1981 per divenire uno dei capisaldi della storia del teatro e nell’83 un film, sempre firmato da Brook e mai giunto in Italia. Si tratta di una versione dell’opera di Bizet fortemente stilizzata, per un teatro di regia molto raffinato, giustificato dallo stile e dalla firma di Brook, con la rimozione di molti degli aspetti edonistici e folklorici di Carmen –dunque i più popolari – anche nella parte musicale per la severa riduzione cameristica di Marius Constant. Un’opera sull’opera, quasi un commento critico. In soli 82 minuti, senza intervallo, quattro cantanti, due attori e un’orchestra ridotta a 15 strumenti, propongono una versione estrema e radicale, quasi provocatoria, dell’opera di Bizet. Tutto ciò che non è stato ritenuto fondamentale ai fini della trama è stato tolto dagli autori.
La Tragédie de Carmen
adattamento da Carmen di Georges Bizet
di Peter Brook, Jean–Claude Carrière e Marius Constant
Universal Music Publishing Classical – Éditions Salabert
Rappresentante per l’Italia: Casa Ricordi, Milano
Sovratitoli a cura della Fondazione Teatro Goldoni
Carmen, Lorrie Garcia
Micaela, Tea Purtseladze
Don Josè, Andrea Bianchi
Escamillo, Cesar Mèndez Silvagnoli
Zuniga e Garcia, Simone Tudda
Lillas Pastia e Un Brigadiere, David Remondini
Amica di Carmen e Vecchia Zingara, Ludovica Tinghi
Orchestra del Teatro Goldoni
Direttore, Eric Lederhandler
Regia, Serena Sinigaglia
Scenografia, Maria Spazzi
Costumi, Katarina Vukcevic
Light designer, Matteo Giauro
Nuovo allestimento del Teatro Goldoni di Livorno
Coproduzione Teatro Goldonidi Livorno, Teatro di Pisa, Teatro Sociale di Rovigo e Teatro dell’Opera Giocosa Savona