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Ospiti del Principe

Gli amici, le realtà e le associazioni di cui è stato promotore, fondatore e sostenitore, ricordano Umberto Moschini con un evento: domenica 19 settembre al Tumulo Etrusco di via San Jacopo un concerto della filarmonica al tramonto e tante testimonianze di chi lo ha conosciuto bene.

Si chiama Tutti dal Principe, domenica sera con Umberto l’iniziativa in programma domenica 19 settembre 2021 alle 17 presso il Tumulo Etrusco in Via San Jacopo che consisterà in un concerto della Società Filarmonica Pisana (di cui Umberto Moschini è stato il Presidentissimo!), all’imbrunire e sulla spianata antistante il tumulo. 

Il pubblico assisterà allo spettacolo musicale seduto sul prato, portandosi da casa cuscini e/o plaid, partecipando in maniera assolutamente confortevole e rilassante alla performance dei talentuosi musicisti diretti dal Maestro Paolo Carosi, nell’affascinate atmosfera di una delle più belle e suggestive testimonianze del passato etrusco a Pisa e in Toscana. 

Fra un pezzo musicale e l’altro, le testimonianze, i ricordi di Umberto e i saluti delle varie associazioni aderenti e, a cura del noto archeologo pisano Prof. Stefano Bruni, l’illustrazione della storia e dei segreti del tumulo. 

In caso di maltempo la manifestazione si svolgerà sotto le Logge di Banchi.

Ingresso libero con raccolta fondi da destinare alla Caritas Diocesana.

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La Commedia in un avatar

Doppio appuntamento sabato 11 settembre per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante: oltre alla lettura del XXXIII canto dell’inferno in piazza dei Cavalieri, alla Sapienza verrà presentata l’avatar che trasforma i volti in terzine, per continuare l’uso di tramandare a voce i versi dell’Alighieri.

Saranno il disperato dolor che ‘l cor mi preme e gli eterni versi del XXXIII canto dell’Inferno dantesco, interpretati da Maurizio Lombardi con la conduzione di Renato Raiimo, a celebrare il genio della nostra letteratura sabato 11 settembre. Sì perché le celebrazioni per i settecento anni dalla mostre di Dante continuano e uno dei cento eventi organizzati dal Consiglio Regionale porta a Pisa un doppio appuntamento: se alle 18.30 i versi dell’Inferno risuoneranno in piazza dei Cavalieri, alle 17 nell’aula magna del palazzo della Sapienza verrà inaugurata Divina, l’avatar che traduce i volti in terzine.

Il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, insieme al rettore dell’Università di Pisa Paolo Maria Mancarella e alla responsabile scientifico del laboratorio ASTRO Gabriella Caroti, presenteranno l’installazione che ha lo scopo di farci immedesimare nella Commedia perpetrando l’antica storia del Dante popolare e trasmesso dai tanti che nei secoli ne imparavano i versi e li diffondevano ovunque.

L’accesso è gratuito, contingentato e legato al Green pass.

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Dannati e Beati all’Archivio di Stato

La mostra documentaria Pisa e Dante nei documenti dell’Archivio di Stato, allestita nel Salone della musica di Palazzo Toscanelli celebra Dante nel settecentenario dalla morte; curata dalla dott.ssa Rosalia Amico, sarà accompagnata da un ciclo di incontri e pubbliche letture nel giardino del palazzo.

Dante e Pisa: il legame, anche se non esattamente idilliaco, c’è. La mostra organizzata al Palazzo Toscanelli, sede dell’Archivio di Stato sul lungarno Mediceo, è l’occasione per raccontare, sullo sfondo delle vicende narrate nella Commedia, i luoghi ed i personaggi dell’intenso legame che intercorse tra Pisa a Dante: Ugolino della Gherardesca, Arrigo VII, Guido da Pisa e Francesco da Buti.

Programma degli incontri:

Venerdì 10 settembre, ore 17.00-18.30:

Ugolino della Gherardesca traditore della patria?
Incontro con la Prof.ssa Maria Luisa Ceccarelli Lemut, con lettura del canto XXXIII dell’Inferno e della canzone di Guittone d’Arezzo a Ugolino della Gherardesca e Nino Visconti.
A seguire visita guidata alla mostra.

Venerdì 17 settembre, ore 17.00-18.30:

Arrigo VII a Pisa: speranze e delusione
Incontro con la Prof. Gabriella Garzella, con lettura del Paradiso XXX 124-148 e passi dell’Epistola dantesca dedicata all’Imperatore.
A seguire visita guidata alla mostra.

Venerdì 24 settembre, ore 17.00-18.30:

L’amore di Pisa per Dante: da Guido da Pisa a Francesco da Buti
Incontro con il Prof. Fabrizio Franceschini, con lettura del Purgatorio VIII 49-60 e del sonetto di ispirazione dantesca sulla Cosmografia (Camposanto di Pisa).
A seguire visita guidata alla mostra.

La mostra rimarrà aperta, con visite guidate e su prenotazione, anche nelle domeniche 26 settembre, 3 e 10 ottobre, alle ore 15.30 e alle ore 17.00.

L’accesso agli incontri è libero e gratuito previa esibizione di greenpass valido e fino al raggiungimento dei 70 posti disponibili. Le visite guidate che seguono gli incontri sono contingentate per un massimo di 15 persone a turno.

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La liberazione, 77 anni dopo

Quella liberazione che a livello nazionale celebriamo il 25 aprile, si ricorda a Pisa il 2 settembre: in questa data infatti, nel 1944, passarono dalla nostra città gli alleati attraversando l’Italia e liberando le città che incontravano dall’oppressione nazifascista. Ecco come celebriamo questo anniversario.

Giovedì 2 settembre si svolgeranno le celebrazioni del 77° anniversario della liberazione di Pisa con la partecipazione della Comunità Ebraica di Pisa, del Comitato Provinciale Anpi di Pisa e di Via Libera.

In programma il calendario di iniziative in diverse parti della città: alle ore 9.30 sarà deposta una corona al Cimitero suburbano in memoria dei sindaci Italo Bargagna e Vittorio Galluzzi, così come una corona sarà deposta al Cimitero della Misericordia per il sindaco Renato Pagni. Alle ore 10.15 al Cimitero monumentale ebraico (largo Cocco Griffi 2) sarà deposta una corona di alloro in memoria dei Caduti e alle ore 10.30 una corona al Camposanto Monumentale in memoria del sindaco Enrico Pistolesi e in Cattedrale in ricordo dell’arcivescovo Gabriele Vettori. Alle ore 11.00, alla chiesa di Santa Caterina di Alessandria (piazza Santa Caterina) sarà celebrata una Messa e a seguire deposta una corona di alloro presso la Cappella dei Caduti. Alle ore 12.00 sotto le Logge di Palazzo Gambacorti ci sarà la deposizione di una corona di alloro alla lapide in ricordo dei caduti e di seguito in Logge di Banchi, la commemorazione del 77° anniversario della Liberazione di Pisa, con gli interventi del sindaco di Pisa, Michele Conti, del presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori, del Presidente del Consiglio Comunale di Pisa Alessandro Gennai e del presidente del Comitato provinciale Anpi di Pisa, Bruno Possenti. Infine, alle ore 18.30, sempre in Logge di Banchi, in programma il concerto della Società Filarmonica Pisana.

Per permettere lo svolgimento delle celebrazioni saranno adottati alcuni provvedimenti temporanei di modifica alla sosta per il giorno di giovedì 2 settembre: su Lungarno Gambacorti, nel tratto dal Palazzo Comunale a Via Toselli, dalle 8.00 alle 13.00, istituzione del divieto di sosta con rimozione coatta, eccetto veicoli autorità e militari; in piazza Santa Caterina, su tutta la piazza compreso il parcheggio antistante, dalle 8.00 alle 13.00, istituzione del divieto di sosta con rimozione coatta, eccetto veicoli autorità e militari.

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Pisa, 31 agosto 1943

A 78 anni di distanza, Pisa non dimentica: la commemorazione delle vittime del primo bombardamento e della distruzione della città sarà una cerimonia in memoria dei fatti del 31 agosto 1943.

Si svolgerà martedì 31 agosto la cerimonia di commemorazione per il 78° anniversario del primo bombardamento della città. Pisa non dimentica la ricorrenza di quel tragico 31 agosto 1943 quando venne colpita da un bombardamento aereo da parte degli Stati Uniti che distrusse gran parte della città, provocando 952 vittime e migliaia di feriti. 

Il programma della commemorazione prevede, alle 9.45 a Marina di Pisa (chiesa di Maria Ausiliatrice, piazza Maria Santissima Ausiliatrice), la deposizione di una corona d’alloro sulla lapide che ricorda i caduti sul lavoro, vittime del bombardamento sulla fabbrica di idrovolanti. Interverranno: il sindaco di Pisa, Michele Conti; il presidente della provincia di Pisa, Massimiliano Angori; il presidente del Consiglio Comunale di Pisa, Alessandro Gennai, e il presidente del Comitato provinciale Anpi di Pisa, Bruno Possenti. 

Poi, alle 11.15, presso il Sostegno del Canale dei Navicelli (via di Porta a Mare) sarà deposta una corona di alloro sulla lapide in memoria delle vittime del bombardamento del quartiere di Porta a Mare. Anche in questo caso sono previsti gli interventi del sindaco di Pisa, Michele Conti, del presidente della provincia di Pisa, Massimiliano Angori, del presidente del Consiglio Comunale di Pisa, Alessandro Gennai, e del presidente del Comitato provinciale Anpi di Pisa, Bruno Possenti. 

Il programma della commemorazione si concluderà alle ore 12, con la Santa Messa nella chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno.

Modifiche alla sosta. Per consentire la cerimonia sono stati adottati i seguenti provvedimenti temporanei alla sosta, validi dalle 8.00 alle 13.00 di martedì 31 agosto:   

– VIA STAMPACE:  istituzione del divieto di sosta con rimozione coatta su ambo i lati eccetto veicoli autorità e militari al seguito delle celebrazioni;   

– VIA PORTA A MARE   lato area  monumentale  “il Sostegno“: istituzione del divieto di sosta con rimozione coatta  compreso velocipedi  sulla pista ciclabile;

– PIAZZA SANTISSIMA MARIA AUSILIATRICE nel tratto compreso prospiciente la Chiesa e il civico 25 di via Don Mander: istituzione del divieto di sosta con rimozione coatta, eccetto veicoli autorità e militari al seguito delle celebrazioni, per circa nr.15 posti auto. 

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Marco Verdigi, 17 anni dopo

Tuffarsi mettendo davanti al proprio bene quello degli altri. Annegare fra le onde per salvare due bambini. Morire a 23 anni davanti agli scogli di Marina. Anche quest’anno una celebrazione ricorda Marco Verdigi.

Sabato 21 agosto, a 17 anni dalla scomparsa, si terrà la cerimonia in ricordo di Marco Verdigi, il giovane che nel 2004, a soli 23 anni, annegò in mare davanti agli scogli di Marina di Pisa, dopo aver salvato la vita a due bambini che si trovavano in situazione di estremo pericolo, in balia del mare agitato. Il gesto eroico di Verdigi, che è stato riconosciuto anche dalla Presidenza della Repubblica con l’attribuzione della medaglia d’oro al merito civile, sarà ricordato, come tutti gli anni, con una cerimonia di commemorazione il cui inizio è previsto alle 18 con la celebrazione della Santa Messa in piazza Viviani.

In suo nome è stata fondata da familiari e amici l’associazione che ogni anno organizza a Pontasserchio il Premio Verdigi, mettendo a disposizione fondi in favore di progetti di solidarietà rivolti a bambini in situazioni di difficoltà.

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25 aprile tutti i giorni

La corona d’alloro, le dichiarazioni, la cerimonia al comune (e anche quest’anno niente scampagnata): ma il miglior modo per festeggiare il 25 aprile, festa della Liberazione, è fare nostri i valori che ci unirono contro gli oppressori 76 anni fa. E trasmettere la memoria di chi si è battuto per loro, come Uliano Martini.

Al termine della cerimonia del 76° anniversario della Liberazione, dopo la deposizione della corona di alloro presso la lapide dei caduti sotto le Logge di Palazzo Gambacorti, nella sala delle Baleari sono intervenuti il Prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo, il Presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori e il Presidente ANPI Comitato Provinciale di Pisa Bruno Possenti.

L’intervento del Sindaco Michele Conti che ha parlato della situazione in cui ci troviamo, anche quest’anno, a celebrare questa ricorrenza.

“Siamo a celebrare di nuovo il 25 Aprile in una condizione di emergenza, dopo un anno difficile, tra i più complicati della nostra storia collettiva e, credo di poter dire, anche personale. Abbiamo dovuto tutti combattere contro un nemico invisibile che si è nascosto tra le persone a noi più care, le ha fatte ammalare e uccise; ha compromesso le nostre vite, messo in ginocchio l’economia, cambiato le nostre abitudini. In molti casi in modo anche irreversibile.

Lo scorso anno ci ritrovammo in piazza, in pochi e distanziati, a parlare di guerra, di prima linea e di eroi, riferendoci ai medici e operatori sanitari che da subito si erano trovati a fronteggiare l’emergenza della prima pandemia mondiale dell’era moderna. Colgo di nuovo l’occasione per ringraziare a nome della città il personale dell’ospedale di Cisanello, i medici di base, il personale  paramedico e infermieristico e tutti quanti si sono prodigati per la nostra salute salvando in molti casi vite umane e evitando inutili lutti. Un pensiero di cordoglio, poi, alle famiglie che hanno perso i cari; così come rinnovo il più sincero saluto a quanti ancora stanno lottando per sconfiggere la malattia.

A proposito della similitudine con la guerra, in questo anno ci siamo visti limitare quella che sembrava la maggiore conquista dalla fine della dittatura, la libertà. Da marzo 2020 infatti nessuno di noi è stato più libero di muoversi in giro per il mondo così come per le strade della propria città, né di incontrare liberamente amici e persino parenti e congiunti. Abbiamo tutti dovuto sottostare anche alle regole del coprifuoco, una parola che, prima del Covid-19, richiamava alla memoria a un tempo di bombe, combattimenti nelle strade.

Tutte costrizioni fisiche che sarebbero sembrate impossibili anche solo a immaginarsi, prima di conoscere  da vicino il Coronavirus. 

In Italia i morti da Covid-19 sono ormai 118mila, di questi quasi 6mila in Toscana e 239 nella nostra città. Un triste conteggio chissà quando destinato ad arrestarsi. La loro età media (80 anni) rimanda la mente proprio ai giorni che qui, oggi, stiamo celebrando.

Il virus, infatti, si è accanito e si sta accanendo proprio con la prima generazione che conobbe la libertà, fanciulli e adolescenti in quel 1945 che poi sono diventate donne e uomini che hanno saputo ricostruire l’Italia dalle macerie fino a renderla una delle nazioni più ricche del mondo, grazie alla fine della dittatura che aveva condotto il Paese alla guerra e alla Repubblica che garantì a tutti i diritti inviolabili, compresa appunto la Libertà.

A quella generazione, oggi maggiormente colpita dal virus, tutti dobbiamo essere grati e riconoscenti. Furono loro a imparare sulla propria pelle il valore di quei principi sui quali si fonda ancora oggi la nostra Democrazia e che solo l’emergenza che stiamo vivendo in parte ci ha tolto.

Quella generazione, dicevo, aveva maturato gli anticorpi democratici necessari per la convivenza civile, non solo nell’agire privato e quotidiano ma anche all’interno di ogni forza politica, associazione, nel mondo del lavoro e della rappresentanza.

In ogni settore della vita pubblica, insomma, quei valori furono non solo dichiarati ed esibiti ma praticati nella loro pienezza.

Il Paese riuscì così a sollevarsi dalle macerie della Guerra perché scelse la democrazia e la libertà e decise di stare convintamente da una parte del mondo rispetto ai blocchi che all’epoca andarono contrapponendosi, a est e a ovest.

Oggi, dopo 76 anni da quei fatti, dobbiamo tornare a interrogarci se la nostra società ha ancora quegli anticorpi democratici e come fare per aggiornarne i contenuti al fine di tornare a crescere e far sviluppare l’Italia non appena questa guerra contro il virus sarà finita.

Per il ruolo che ricopro da ormai tre anni, ho spesso riflettuto su molte dinamiche interne alla politica e alla Pubblica amministrazione. E spesso ho avuto la convinzione che molti principi declamati e dichiarati poi fossero solo una formalità rispetto a pratiche di ben altro genere.

Libertà, diritti, pari dignità, eguaglianza, ma anche parità di genere e diritto al lavoro e tutela dell’ambiente, sono alcuni dei valori fondanti della nostra democrazia che devono essere perseguiti ogni giorno e tenuti bene a mente nel nostro agire privato ma anche pubblico.

Se vogliamo avere al più presto un riscatto dopo questa crisi, la vera arma per ripartire sarà proprio attenerci tutti a un maggiore rispetto e ad una applicazione concreta di principi che, come in passato, possono far crescere una società e farla sviluppare in pace e senza guerre. Chi ancora alimenta divisioni su questo punto lo fa solo come mero esercizio di retorica, privo ormai di qualunque legame con la realtà. Così come chi si professa ambientalista ma in realtà agisce in modo tutt’affatto contrario.

Non siano le contrapposizioni politiche a dividerci ma si trovino al più presto punti di unione per uscire da questa crisi. Si inizi dal mantenere fede agli impegni presi e alle parole date e si esca dalla retorica delle formule per agire in concreto. 

Del resto, la situazione che stiamo vivendo è talmente di emergenza che da qualche settimana al governo del Paese c’è una maggioranza ampia, forse la più grande di tutta la recente storia repubblicana, che chiede a ognuno di noi, al di là del proprio credo politico, di impegnarsi e sentirsi coinvolto in questa fase di passaggio che se costruita bene potrà senz’altro aiutare la ripresa e lo sviluppo.

Alle istituzioni, comprese quelle territoriali e pertanto più importanti a mio parere perché più vicine alle persone, come il Comune, spetta il gravoso compito di combattere questa guerra, rappresentare la Repubblica ogni giorno e non smettere mai di formare quegli anticorpi democratici, gli unici in grado di applicare in concreto i valori della nostra Costituzione Repubblicana”.

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100 anni di Carlo Cammeo

“Occhi di bimbi che vedeste morto il maestro…” Cento anni fa il maestro elementare Carlo Cammeo veniva ucciso nel cortile della scuola dove insegnava, davanti ai suoi piccoli alunni, a causa della sua fede socialista. A memoria della sua caduta una targa proprio in quel cortile di via Contessa Matilde e il raconto di chi c’era.

“Vennero a chiamare il maestro e lo portarono fuori. Noi non sapevamo bene cosa stesse succedendo, eravamo piccoli, ma si capiva che qualcosa non andava. Ci affacciammo alla finestra per guardare dove lo avrebbero portato, ma non andò lontano: lo misero contro il muro e gli spararono. Così, davanti ai nostri occhi”.

Il 13 aprile 1921, Carlo Cammeo, ventiquattrenne maestro elementare, venne ucciso così, a freddo, da giovani fascisti.

In quella che oggi è la sede della Società Filarmonica pisana c’era una scuola e lì, sotto gli occhi di quei bimbi, venne ammazzato perché segretario della Camera del Lavoro di Pisa e colpevole, secondo i suoi sicari, di propagandare con gli scritti le sue idee.

Il racconto di quello che successe è quello di mio nonno mentre mi accompagnava a quella stessa scuola elementare, spostata nel frattempo di pochi metri più in là. Quello che era rimasto nei suoi occhi di bimbo.

Un modo per riflettere sulle violenze squadriste sul territorio toscano così come su quello nazionale già nel periodo prima della marcia su Roma. E su quanto la memoria collettiva si intrecci a quella personale.

Occhi di bimbi che vedeste morto il maestro, dite agli uomini esterreffatti quanto amore irradiasse la mite anima sua. Poi, con le mani avvinte ad uno ad uno, promettete o bimbi che sarete buoni come lui fu buono”.

Buon 2022!

Oggi a mezzogiorno siamo entrati ufficialmente nel 2022 in Stile Pisano: anche senza festeggiamenti e celebrazioni di piazza, possiamo festeggiare ammirando la foto vincitrice del contest che valorizza le tradizioni e andare a guardare i punti della città illuminati per l’occasione. E sentirci orgogliosamente pisani.

In pochi hanno potuto scrutare la mensolina del Duomo illuminata dal raggio di sole e nessuno, purtroppo, potrà restare a testa in su guardando lo spettacolo dei fuochi sull’Arno, ai quali anche per quest’anno dobbiamo rinunciare. Ma basta andare sul lungarno per ammirare i nuovi stendardi degli antichi quartieri medievali esposti dalle bifore di Palazzo Gambacorti e sul terrazzo del Palazzo Pretorio.

Basterà entrare nell’atrio del palazzo comunale per ammirare le 25 fotografie finaliste del concorso Scatti nella Tradizione e, fra queste, la vincitrice Mille luci di Roberto Tota che, con un’immagine della luminara del 2018 ci lancia un auspicio di tornare presto a festeggiare tutti insieme, per la strada.

Per approfondire la nostra conoscenza di questa particolarità tutta pisana (diversa, va detto, da quella fiorentina che faceva cominciare l’anno il 25 marzo, ma dell’anno successivo) si potrà ascoltare in streaming sui canali del Comune alle 17.30 la conferenza Origini storiche e religiose del Capodanno Pisano.

Non eravamo nella selezionata delegazione che ha potuto presenziare alla cerimonia stamani in Duomo e vedere il raggio di sole sancire l’inizio del 2022 in Stile Pisano? Facciamo due passi, stasera, verso le 19.30: tre punti della città, la facciata degli Arsenali Medicei, il letto del fiume, e un muro restaurato in via San Zeno saranno illuminati a simboleggiare proprio quel raggio di sole.

Festeggiare insieme è bellissimo, ma quello che conta è sentirsi pisani.

Pisa, In anticipo sul resto del mondo

Il prossimo 25 marzo Pisa entra nel 2022 secondo il Capodanno in stile Pisano, che no, non è uguale a quello in stile fiorentino che si celebra sempre il 25 marzo, ma è un anno indietro. E se anche quest’anno i festeggiamenti saranno limitati, non rinunciamo alla tradizione. I pisani non potranno vedere il raggio di sole al Duomo? Saranno simbolicamente illuminati tre punti della città.

Un’esposizione di immagini della tradizione cittadina, una conferenza in streaming e l’illuminazione di luoghi simbolici della città: forse dovremo accontentarci di festeggiamenti poco di piazza, ma il 25 marzo non vogliamo rinunciare a celebrare il Capodanno Pisano con il quale entreremo nel 2022 nove mesi prima del resto del mondo.

È una tradizione che affonda le radici nel Medioevo: già nel X secolo la città faceva infatti coincidere l’inizio del nuovo anno con l’Annunciazione a Maria Vergine dell’Incarnazione di Gesù. Una serie di iniziative, tra le quali la cerimonia del raggio di sole, alle ore 12, in Cattedrale, celebrano questo passaggio così carico di importanza per la nostra identità cittadina.

“Per il secondo anno consecutivo – ha spiegato l’assessore alle tradizioni della storia e della identità di Pisa, Filippo Bedini – non possiamo purtroppo vivere a pieno l’appuntamento con il nostro Capodanno, ma abbiamo comunque voluto tenere alta l’attenzione su questo momento anche se la comunità cittadina non potrà riunirsi come di consuetudine in Cattedrale”.

Il programma prevede alle ore 9.30 l’alzabandiera con il nuovo vessillo comunale sul Ponte di mezzo e l’esposizione dei nuovi stendardi degli antichi quartieri medievali. In particolare sulle bifore di Palazzo Gambacorti saranno esposti quattro vessilli dei quattro quartieri della città, mentre sulla terrazza di Palazzo Pretorio saranno esposte le quattro insegne che rappresentano Pisa: la Madonna, la croce, l’aquila e la gramigna.

A seguire, nell’atrio di Palazzo Gambacorti, avverrà l’esposizione delle 25 fotografie selezionate dal contest fotografico Scatti nella Tradizione che ha visto la partecipazione di oltre 200 immagini, poi scelte da una commissione di esperti formata dal fotoreporter di fama internazionale, Massimo Sestini (presidente), dal fotografo de Il TirrenoFabio Muzzi, e dal fotografo freelance, Vincenzo Penné. Le 25 immagini sono attualmente sottoposte al giudizio degli utenti dei canali Social (Facebook e Instagram) del Comune di Pisa e nella mattinata del 25 marzo sarà stata indicata la fotografia vincente.

Alle ore 11.30, in Cattedrale, la celebrazione delle preghiere per Pisa e la Cerimonia del raggio di sole alle 12, alla presenza di una delegazione istituzionale cittadina, comprese le rappresentanze del Gioco del Ponte, Regata delle Repubbliche marinare, Palio di San Ranieri e altre associazioni che hanno dato vita alla giornata.

Alle ore 17.30 la conferenza dal titolo Origini storiche e religiose del Capodanno Pisano, con la professoressa Gabriella Garzella e Filippo Bedini, assessore alle tradizioni della storia e della identità di Pisa (diretta streaming sui canali Social del Comune di Pisa).

Alle ore 19.30, tre punti della città saranno illuminati a simboleggiare il raggio di sole, in particolare sulla facciata degli Arsenali Medicei, sul letto del fiume, sul primo muro della città, ripulito con la vernice antigraffito, in via San Zeno.

Vista l’impossibilità di prevedere il coinvolgimento della cittadinanza, è stata anche realizzata una campagna di affissioni con alcune immagini simbolo per ricordare a tutti la ricorrenza del Capodanno Pisano che non può essere festeggiata a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Capodanno in Stile Pisano. Note storiche. Fin dal X secolo i Pisani fecero coincidere l’inizio dell’anno con l’Annunciazione (e quindi l’Incarnazione di Gesù), ossia 9 mesi prima del 25 dicembre. Si ottenne così l’Anno Pisano ab Incarnatione Domini (o Christi). Il primo documento datato in Stile Pisano che lo attesta  risale al 985. Questa data di inizio anno rimase in vigore per secoli anche nelle terre appartenenti alla Repubblica di Pisa: la costa fra Portovenere e Civitavecchia, Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Corsica, Sardegna, Baleari, Gaeta, Reggio Calabria, Tropea, Lipari, Trapani, Mazara, Tunisia, Algeria, Egitto, Palestina, Siria, la città di Azov (nel Mare omonimo, sulla foce del fiume Don) e Costantinopoli, dove i Pisani furono gli unici occidentali a potersi stabilire, insieme ai Veneziani.

Cerimonia del raggio di sole. Differente, rispetto a quello tradizionale, è poi il momento del passaggio al nuovo anno che non corrisponde alla Mezzanotte bensì al Mezzogiorno, quando da una finestra della navata centrale del Duomo un raggio di sole illumina la mensolina a forma di uovo posta sul pilastro accanto al celebre pergamo di Giovanni Pisano.

Ripresa della tradizione. Il Capodanno in Stile Pisano durò fino al 20 novembre 1749, giorno in cui il Granduca di Toscana, Francesco I di Lorena, ordinò che in tutti gli stati toscani il primo giorno del gennaio seguente avesse inizio l’anno 1750. Quindi, anche Pisa dovette uniformarsi all’uso del calendario gregoriano. Solo negli anni ’80 del Novecento si tornò a parlare di questa ricorrenza e da allora il Capodanno è tornato ad essere festeggiato con iniziative culturali in anticipo sul resto del mondo.

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