Oggi a mezzogiorno siamo entrati ufficialmente nel 2022 in Stile Pisano: anche senza festeggiamenti e celebrazioni di piazza, possiamo festeggiare ammirando la foto vincitrice del contest che valorizza le tradizioni e andare a guardare i punti della città illuminati per l’occasione. E sentirci orgogliosamente pisani.
In pochi hanno potuto scrutare la mensolina del Duomo illuminata dal raggio di sole e nessuno, purtroppo, potrà restare a testa in su guardando lo spettacolo dei fuochi sull’Arno, ai quali anche per quest’anno dobbiamo rinunciare. Ma basta andare sul lungarno per ammirare i nuovi stendardi degli antichi quartieri medievali esposti dalle bifore di Palazzo Gambacorti e sul terrazzo del Palazzo Pretorio.
Basterà entrare nell’atrio del palazzo comunale per ammirare le 25 fotografie finaliste del concorso Scatti nella Tradizione e, fra queste, la vincitrice Mille luci di Roberto Tota che, con un’immagine della luminara del 2018 ci lancia un auspicio di tornare presto a festeggiare tutti insieme, per la strada.
Per approfondire la nostra conoscenza di questa particolarità tutta pisana (diversa, va detto, da quella fiorentina che faceva cominciare l’anno il 25 marzo, ma dell’anno successivo) si potrà ascoltare in streaming sui canali del Comune alle 17.30 la conferenza Origini storiche e religiose del Capodanno Pisano.
Non eravamo nella selezionata delegazione che ha potuto presenziare alla cerimonia stamani in Duomo e vedere il raggio di sole sancire l’inizio del 2022 in Stile Pisano? Facciamo due passi, stasera, verso le 19.30: tre punti della città, la facciata degli Arsenali Medicei, il letto del fiume, e un muro restaurato in via San Zeno saranno illuminati a simboleggiare proprio quel raggio di sole.
Festeggiare insieme è bellissimo, ma quello che conta è sentirsi pisani.
Il prossimo 25 marzo Pisa entra nel 2022 secondo il Capodanno in stile Pisano, che no, non è uguale a quello in stile fiorentino che si celebra sempre il 25 marzo, ma è un anno indietro. E se anche quest’anno i festeggiamenti saranno limitati, non rinunciamo alla tradizione. I pisani non potranno vedere il raggio di sole al Duomo? Saranno simbolicamente illuminati tre punti della città.
Un’esposizione di immagini della tradizione cittadina, una conferenza in streaming e l’illuminazione di luoghi simbolici della città: forse dovremo accontentarci di festeggiamenti poco di piazza, ma il 25 marzo non vogliamo rinunciare a celebrare il Capodanno Pisano con il quale entreremo nel 2022 nove mesi prima del resto del mondo.
È una tradizione che affonda le radici nel Medioevo: già nel X secolo la città faceva infatti coincidere l’inizio del nuovo anno con l’Annunciazione a Maria Vergine dell’Incarnazione di Gesù. Una serie di iniziative, tra le quali la cerimonia del raggio di sole, alle ore 12, in Cattedrale, celebrano questo passaggio così carico di importanza per la nostra identità cittadina.
“Per il secondo anno consecutivo – ha spiegato l’assessore alle tradizioni della storia e della identità di Pisa, Filippo Bedini – non possiamo purtroppo vivere a pieno l’appuntamento con il nostro Capodanno, ma abbiamo comunque voluto tenere alta l’attenzione su questo momento anche se la comunità cittadina non potrà riunirsi come di consuetudine in Cattedrale”.
Il programma prevede alle ore 9.30 l’alzabandiera con il nuovo vessillo comunale sul Ponte di mezzo e l’esposizione dei nuovi stendardi degli antichi quartieri medievali. In particolare sulle bifore di Palazzo Gambacorti saranno esposti quattro vessilli dei quattro quartieri della città, mentre sulla terrazza di Palazzo Pretorio saranno esposte le quattro insegne che rappresentano Pisa: la Madonna, la croce, l’aquila e la gramigna.
A seguire, nell’atrio di Palazzo Gambacorti, avverrà l’esposizione delle 25 fotografie selezionate dal contest fotografico Scatti nella Tradizione che ha visto la partecipazione di oltre 200 immagini, poi scelte da una commissione di esperti formata dal fotoreporter di fama internazionale, Massimo Sestini (presidente), dal fotografo de Il Tirreno, Fabio Muzzi, e dal fotografo freelance, Vincenzo Penné. Le 25 immagini sono attualmente sottoposte al giudizio degli utenti dei canali Social (Facebook e Instagram) del Comune di Pisa e nella mattinata del 25 marzo sarà stata indicata la fotografia vincente.
Alle ore 11.30, in Cattedrale, la celebrazione delle preghiere per Pisa e la Cerimonia del raggio di sole alle 12, alla presenza di una delegazione istituzionale cittadina, comprese le rappresentanze del Gioco del Ponte, Regata delle Repubbliche marinare, Palio di San Ranieri e altre associazioni che hanno dato vita alla giornata.
Alle ore 17.30 la conferenza dal titolo Origini storiche e religiose del Capodanno Pisano, con la professoressa Gabriella Garzella e Filippo Bedini, assessore alle tradizioni della storia e della identità di Pisa (diretta streaming sui canali Social del Comune di Pisa).
Alle ore 19.30, tre punti della città saranno illuminati a simboleggiare il raggio di sole, in particolare sulla facciata degli Arsenali Medicei, sul letto del fiume, sul primo muro della città, ripulito con la vernice antigraffito, in via San Zeno.
Vista l’impossibilità di prevedere il coinvolgimento della cittadinanza, è stata anche realizzata una campagna di affissioni con alcune immagini simbolo per ricordare a tutti la ricorrenza del Capodanno Pisano che non può essere festeggiata a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
Capodanno in Stile Pisano.Note storiche. Fin dal X secolo i Pisani fecero coincidere l’inizio dell’anno con l’Annunciazione (e quindi l’Incarnazione di Gesù), ossia 9 mesi prima del 25 dicembre. Si ottenne così l’Anno Pisano ab Incarnatione Domini (o Christi). Il primo documento datato in Stile Pisano che lo attesta risale al 985. Questa data di inizio anno rimase in vigore per secoli anche nelle terre appartenenti alla Repubblica di Pisa: la costa fra Portovenere e Civitavecchia, Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Corsica, Sardegna, Baleari, Gaeta, Reggio Calabria, Tropea, Lipari, Trapani, Mazara, Tunisia, Algeria, Egitto, Palestina, Siria, la città di Azov (nel Mare omonimo, sulla foce del fiume Don) e Costantinopoli, dove i Pisani furono gli unici occidentali a potersi stabilire, insieme ai Veneziani.
Cerimonia del raggio di sole. Differente, rispetto a quello tradizionale, è poi il momento del passaggio al nuovo anno che non corrisponde alla Mezzanotte bensì al Mezzogiorno, quando da una finestra della navata centrale del Duomo un raggio di sole illumina la mensolina a forma di uovo posta sul pilastro accanto al celebre pergamo di Giovanni Pisano.
Ripresa della tradizione. Il Capodanno in Stile Pisano durò fino al 20 novembre 1749, giorno in cui il Granduca di Toscana, Francesco I di Lorena, ordinò che in tutti gli stati toscani il primo giorno del gennaio seguente avesse inizio l’anno 1750. Quindi, anche Pisa dovette uniformarsi all’uso del calendario gregoriano. Solo negli anni ’80 del Novecento si tornò a parlare di questa ricorrenza e da allora il Capodanno è tornato ad essere festeggiato con iniziative culturali in anticipo sul resto del mondo.
Oltre 200 le fotografie inviate per partecipare al #PisaContestPhoto, il concorso fotografico Scatti nella tradizione.: selezionate le migliori 25 che verranno sottoposte al giudizio dei Social e saranno esposte dal 25 marzo, per il Capodanno Pisano 2022.
No, anche quest’anno, ormai è certo, non potremo festeggiare il capodanno pisano con le celebrazioni, l’attesa per il raggio di sole che colpisce quel punto preciso all’interno del duomo, i cortei, i fuochi d’artificio. Eppure non ci è passata la voglia, anzi forse è aumentata, di partecipare in qualche modo, di dire a noi stessi e al re3sto del mondo quanto siamo fieri di onorare le nostre tradizioni; anzi, forse è dovuta anche a questo la grandissima partecipazione al contest fotografico Scatti nella tradizione lanciato dal Comune di Pisa e concluso lo scorso 6 marzo. Le oltre 200 immagini partecipanti sono state oggetto del giudizio della commissione di esperti che ha selezionato i migliori 25 scatti che, da lunedì 15 marzo prossimo, saranno sottoposti al gradimento dei social. La fotografia vincitrice sarà decretata il prossimo 25 marzo, in occasione del Capodanno Pisano 2022 in stile pisano. A partire dallo stesso giorno tutte le fotografie selezionate saranno esposte nell’atrio di palazzo Gambacorti.
Il giudizio della Commissione. “Immagini altamente qualitative, anche come ricerca e composizione”, è questa la sintesi espressa dalla commissione di esperti composta dal celebre fotoreporter, Massimo Sestini (presidente), dal fotografo de Il Tirreno, Fabio Muzzi, e dal fotografo freelance, Vincenzo Penné. «”con i colleghi Fabio Muzzi e Vincenzo Pennè, abbiamo visionato tutte le immagini partecipanti al Contest e, con soddisfazione, possiamo dire di avere incontrato un ottimo livello di fotografia – scrive Massimo Sestini, presidente della commissione giudicatrice -. Le immagini partecipanti sono altamente qualitative, come ricerca e composizione. Molte di esse, infatti, anche se inizialmente valutate separatamente, sono state da subito selezionate nella scelta individuale. Gran parte delle fotografie realizzate dagli autori possedevano un’ottima ricerca dell’inquadratura, dell’individuazione del soggetto, dell’attimo documentativo, quasi mai banale, con una percezione del senso della piacevolezza espressa dall’immagine, unito molto spesso a una equilibrata composizione del contenuto finale. Un’interezza di immagini che sicuramente ben rappresenta lo spirito cui si rivolgeva il tema indicato dal Contest”. Le immagini interessanti, conclude, erano ben più delle 25 che il regolamento imponeva di selezionare.
Il concorso sui Social. Le 25 fotografie selezionate saranno sottoposte al giudizio degli utenti dei canali Social del Comune di Pisa e di Pisa Turismo. In palio per il vincitore un proiettore Full Hd, mentre a tutti i partecipanti al Contest sarà dato il volume “Pisa – identità e Tradizioni”. La consegna sarà organizzata tenuto conto delle disposizioni vigenti per il contenimento del Covid-19. Tutte le immagini inviate al Contest potranno essere utilizzate dal Comune di Pisa per le proprie finalità istituzionali e promozionali. Da lunedì 15 marzo prossimo sulla pagina Facebook del Comune di Pisa sarà creato l’Evento Vota “Scatti nella Tradizione”. Contest photo sondaggio in cui saranno svelate 25 immagini selezionate e tutti gli utenti potranno votare (mettendo Mi Piace) e far votare le migliori. Ci sarà tempo fino a martedì 23 marzo, alle ore 23.59. Le 2 fotografie che riceveranno più Mi Piace si sfideranno tra loro nelle 24 ore tra mercoledì 24 e giovedì 25 marzo attraverso un apposito sondaggio nelle Storie delle pagine Facebook e relativi profili Instagram del Comune di Pisa e di Pisa Turismo. La somma dei voti ottenuti dai diversi canali Social decreterà la fotografia vincente che si aggiudicherà la 2^ edizione del #PisaContestPhoto.
Mentre ci prepariamo a rinunciare per il secondo anno ai festeggiamenti di piazza per il Capodanno Pisano per evitare assembramenti, abbiamo trovato il modo di litigare, o almeno di risentirci orgogliosamente: il capodanno è nostro e non vogliamo prestarlo alla Toscana, nemmeno per celebrare i cento anni di Renato Fucini.
Hanno iniziato Giani e Mazzeo, presidenti di Regione e Consiglio regionale, annunciando che il prossimo Capodanno dell’Annunciazione, il Capodanno Pisano, sarà dedicato al poeta di tanti sonetti in vernacolo pisano, per “ricordare, a 100 anni dalla sua morte, Renato Fucini, non solo come figura importante nella storia culturale della nostra terra, ma anche come strumento per attualizzare il valore dell’identità toscana che proprio il Capodanno intende celebrare”.
Apriti cielo.
Giani e Mazzeo hanno in mente di rispolverare una peculiarità tutta toscana abbinando questa antica usanza, riscoperta non troppi anni fa e celebrata, in effetti, solo nella nostra città, alla celebrazione per il centenario della morte di Renato Fucini, poeta del vernacolo pisano e della toscanità.
Ma partiamo dall’inizio: a Pisa, ma anche in altre città come Firenze, Lucca, Prato e Siena, anticamente l’anno iniziava il 25 marzo, giorno dell’incarnazione, fino a quando il Granduca Francesco III di Lorena nel novembre 1749 non decreta l’allineamento al calendario comune in tutto il resto della penisola con il capodanno fissato al primo gennaio.
E qui scatto l’orgoglio, o l’indispettirsi, dei depositari del copyright del Capodanno Pisano: nelle parole dell’assessore Bedini tutto il risentimento per questa appropriazione indebita.
Dopo aver spiegato che, pur condivisa con altre città toscane, la tradizione del capodanno si distingueva “perché è peculiarità tutta squisitamente pisana quella di anticipare l’anno nuovo al 25 marzo, e non, come nelle altre città, di far iniziare l’anno in ritardo: così lo stile pisano è sempre avanti di un anno”, sarebbe “impensabile voler fare del Capodanno pisano il Capodanno toscano” ipotizzando al limite di poter “parlare di Capodanni toscani al plurale, tra i quali quello Pisano dovrebbe sicuramente avere il posto d’onore”.
Da qui la scelta di dedicare a Fucini (noto anche con lo pseudonimo e anagramma di Neri Tanfucio) il Capodanno Pisano. “Del resto Fucini – spiegano Giani e Mazzeo – è particolarmente legato al rilancio e all’acquisizione di dignità letteraria del vernacolo pisano. I suo 100 sonetti rappresentano infatti la riscoperta del valore letterario del vernacolo, dando vita ad una tradizione che ancora oggi è viva negli ambienti culturali pisani”.
In ogni caso, dopo aver polemizzato sull’uso dell’espressione identità e aver puntualizzato, tante volte Giani e Mazzeo se ne fossero dimenticati, che “nei secoli tra il X e il XIV, periodo nel quale era incontrastato il calculus pisanus del tempo, la civiltà dei Comuni era l’unica realtà politico-sociale e l’idea di Toscana come la intendiamo oggi non esisteva nemmeno” segno inequivocabile, a suo dire, dell’impossibilità di abbinare oggi il capodanno e l’idea stessa di Toscana,
Quello poi che in regione era stato chiamato doppio omaggio “a un toscano di grande cultura e nello stesso tempo alla tradizione toscana che quel poeta aveva esaltato cantandone il paesaggio, quel paesaggio che la regione vuole tutelare e valorizzare” viene letto dall’assessore pisano come un accostamento improbabile: “Senza nulla togliere niente al grande letterato maremmano, ritengo che il Capodanno pisano sia una ricorrenza che non ha bisogno di abbinamenti: si tratta di un evento storico, con una precisa matrice religiosa e non di una giornata di studi o di un torneo sportivo. Si può celebrare il centesimo anniversario della morte di Fucini in altri modi e, soprattutto, in altri giorni. E’ sbagliato in sé mescolare, contaminare: il Capodanno pisano è il Capodanno pisano. Punto”.
Conclude Bedini (non prima di aver sottolineato, a ragione, una mancanza di comunicazione per trovare magari un accordo a proposito di queste celebrazioni) dichiarando “a Giani, che so essere cultore della storia e delle tradizioni locali la disponibilità dell’Amministrazione comunale e mia personale a incontrarci su questi temi ogni volta, in modo che non si verifichino più sgradevoli incidenti”.
L’anno scorso i mancati festeggiamenti per il Capodanno Pisano, il 25 marzo, furono forse la prima rinuncia imposta dal coronavirus alle nostre tradizioni cittadine; ma eravamo nel pieno di una prima ondata travolgente e la rinuncia, pur dolorosa, non era certo la peggiore che stavamo vivendo. Ad un anno di distanza rieccoci nell’incertezza di poter onorare questa festa: intanto ci consoliamo, un po’, con le fotografie: c’è più tempo per partecipare al concorso Scatti nella tradizione.
È stata prorogata al sabato 6 marzo la scadenza per il contest fotografico Scatti nella tradizione indetto dal Comune di Pisa in occasione del prossimo Capodanno pisano, giovedì 25 marzo. Sono arrivate molte adesioni ma altre sono attese con questa proroga che permetterà di coinvolgere un numero ancora maggiore di appassionati di fotografia, principianti o professionisti, pisani di nascita o di adozione. L’obiettivo è la valorizzazione delle tradizioni storiche cittadine. A selezionare le migliori fotografie una commissione di prestigio composta dal celebre fotoreporter Massimo Sestini, il fotografo de Il Tirreno, Fabio Muzzi, e il fotografo freelance, Vincenzo Penné.
Le 25 fotografie selezionate saranno stampate ed esposte nell’atrio di Palazzo Gambacorti proprio in coincidenza con la ricorrenza del Capodanno pisano. In palio per il vincitore un videoproiettore Full Hd. Le fotografie partecipanti al contest formeranno in ogni caso un archivio fotografico delle tradizioni storiche pisane.
Per partecipare è sufficiente inviare fino a un massimo di 10 fotografie che descrivano a pieno gli eventi che caratterizzano la storia e l’identità di Pisa: Capodanno pisano, Luminara, Gioco del Ponte, Regata delle Repubbliche marinare, Palio di San Ranieri. Sono ammesse fotografie in b/n e colori, inquadrature sia verticali che orizzontali, risoluzione 300 dpi in formato jpeg, salvato a 10, con dimensioni finali di lato maggiore di 35 cm. Ogni foto dovrà essere accompagnata da un titolo e una breve didascalia. Per partecipare sarà sufficiente inviare le foto, in risoluzione idonea, a ufficiostampa@comune.pisa.it.
I 25 scatti selezionati saranno poi sottoposti al giudizio degli utenti sui canali Social del Comune di Pisa che decreteranno la fotografia vincitrice. L’autore della fotografia avrà in premio un videoproiettore Full Hd. Mentre agli autori delle fotografie selezionate sarà dato un libro sulle tradizioni storiche di Pisa.
Cinquecento documenti datati tra la fine del diciassettesimo e la prima metà del ventesimo secolo: il Comune di Pisa acquista la Collezione Zampieri, il più grande archivio di documenti relativi al Gioco del Ponte. Per catalogarla, digitalizzarla e metterla a disposizione di tutti.
Il rischio era che andasse venduta a privati e magari smembrata in lotti diversi, disperdendo documenti che raccontano le regole e la storia del Gioco che contraddistingue il Giugno Pisano. Ecco che invece l’investimento del Comune di Pisa per l’acquisizione della Collezione Zampieri, per quindicimila euro, potrà restituire alla città questa mole di conoscenza così preziosa: si tratta di circa cinquecento documenti in forma di manoscritti e edizioni a stampa relativi a regole e tradizioni del Gioco che potranno essere a disposizioni di tutti.
L’idea è quella, una volta catalogati e digitalizzati, di esporli o comunque renderli fruibili a tutti e, perché no, farne parte di un’esposizione su storia e tradizioni cittadine.
“Il preziosissimo archivio Zampieri – conferma l’assessore alle tradizioni storiche Filippo Bedini – rappresenta un patrimonio unico nel suo genere che può ben costituire un primo nucleo documentario in un’eventuale futura collezione da esporre e valorizzare in un settore dedicato al Gioco del Ponte, parte integrante del progetto sul museo delle tradizioni della storia e dell’identità di Pisa allo studio dell’assessorato competente”.
“La costituzione di questa raccolta – afferma l’amministratore della libreria Lim Antiqua sas, Massimo Fino, che ha redatto la perizia sulla collezione di documenti – ha richiesto tutta una vita di appassionata ricerca, in cui la competenza dello studioso si è unita alla destrezza del bravo collezionista-detective. Tutto questo ha permesso un miracolo: che la città di Pisa si ritrovi ora un tesoro inestimabile a disposizione degli amministratori, degli studiosi e degli operatori culturali, un tesoro intimamente legato alla storia e alle tradizioni della città che si presenta nelle varie forme del libro, della grafica e del manoscritto e che è pronto per essere valorizzato e mostrato al pubblico in una serie di mostre e di pubblicazioni. L’auspicio che mi sento di formulare è che alla fine di questo lungo periodo di emergenza il tesoro della collezione del Gioco del Ponte possa rendere ancora più ricche ed interessanti le settimane festive del prossimo giugno pisano”.
Il materiale acquistato dovrà ora essere catalogato per poi essere successivamente valorizzato. “La collezione – ha affermato Manuel Rossi, l’archivista incaricato della catalogazione dei documenti dall’amministrazione comunale – è formata da circa 500 documenti che raccontano, in più di 6mila pagine complessive, come cambia e si sviluppa il Gioco del Ponte dalle edizioni secentesche fino a quella del 1935: una storia lunga due secoli e mezzo fortemente intrecciata con la storia della comunità cittadina”.
“Questo patrimonio – ha dichiarato Giuseppe Bacciardi, dirigente del Comune di Pisa – dovrà essere messo a disposizione di tutti. Dopo la prima fase relativa alla catalogazione dei documenti, proseguiremo con la loro digitalizzazione con lo scopo di mettere a disposizione di appassionati e studiosi documenti originali che non possono essere trovati da nessun’altra parte nel mondo. In quest’ottica abbiamo anche chiesto un finanziamento al Mibact con cui speriamo di poter ricevere dei contributi. Abbiamo inoltre intenzione di pubblicare un’edizione critica di uno di questi documenti, una sorta di regolamento del Gioco del 1726: sarà il primo di quella che vorremmo diventasse una collana editoriale sul Gioco del Ponte. Nei prossimi anni – conclude Bacciardi – cercheremo di recuperare anche il vasto patrimonio che non è direttamente di proprietà del Comune, ma che è in mano ad altri enti o soggetti privati”.
Fornire una sede alle magistrature del Gioco del Ponte non significa solo regalare ai partecipanti un luogo in cui riunirsi per organizzare la manifestazione della fine di giugno, ma anche radicare le nostre tradizioni creando un punto di riferimento nei quartieri. Stavolta tocca al Santa Maria.
Si è inaugurata la sede civile del Santa Maria, per cui è stato scelto un fondo nel cuore del territorio di riferimento della Magistratura, in via Paoli, a due passi dalla chiesa di San Sisto. Dopo la consegna ai Mattaccini della sede civile nel parco pubblico di via Abba a Porta a Lucca, prosegue il percorso di assegnazione di una sede a ogni Magistratura del Gioco del Ponte per sostenere l’attività di carattere civile nei quartieri di riferimento.
“Pemso che la sede di via Paoli – ha dichiarato l’Assessore alle Tradizioni Storiche Filippo Bedini – sia un’ottima soluzione per la nobile compagine di Santa Maria, che finora non aveva la disponibilità di uno spazio dove appoggiarsi per svolgere la propria attività civile. Offrire una sede a titolo gratuito significa aiutare le Magistrature a 360° e stimolarle ad accelerare nella loro azione volta a incentivare la cultura pisana attraverso il mondo del Gioco e in generale le iniziative di promozione della storia e delle tradizioni di Pisa, e a sviluppare il radicamento sul territorio di chi si occupa di Gioco tutto l’anno, avvicinando giovani e non solo, che domani potranno aver voglia di sfilare nel meraviglioso corteo storico, di provare a salire sul Ponte, o anche solo di far vita di quartiere insieme alla Magistratura. Dare una sede significa anche sostenere i progetti delle Magistrature di carattere formativo nelle scuole del quartiere piuttosto che in ambito sociale, che devono essere pensati e organizzati con incontri e riunioni, per i quali c’è assoluto bisogno di uno spazio dignitoso”.
“Mi piacerebbe che le sedi civili delle Magistrature diventassero un punto di riferimento nei quartieri, che fossero conosciute e aperte il più possibile, che rappresentassero un presidio nel territorio. Assegnare alle Magistrature una sede civile è un esempio di buon utilizzo di spazi pubblici non utilizzati o sottoutilizzati, quando non di riappropriazione di spazi “a rischio”, come nel caso della nuova sede dei Mattaccini e di quella che prima possibile consegneremo al San Martino”.
Presentati i nuovi costumi del Gioco del Ponte e delle Repubbliche Marinare: un intervento delicato e meticoloso, quello di restauro, che valorizza il patrimonio delle tradizioni storiche sul quale invece si vuole puntare sempre di più. La tradizione è fatta, anche, di questo.
Sono stati presentati questa mattina i nuovi costumi dei Cortei storici del Gioco del Ponte e delle Repubbliche marinare. L’intera operazione di recupero è durata circa due anni e ha previsto tre lotti per un investimento di 8.550 euro (I lotto), 31.000 euro (II lotto) e 79.422 euro, per un totale di 118.972 euro.
“Lo stato di conservazione – dice l’assessore alla tradizioni storiche Filippo Bedini – del parco costumi, addobbi, materiali e strumentazioni per le mostre legate ai nostri eventi versava in condizioni disperate e spesso negli ultimi anni i cortei di rievocazione storica uscivano mutili. La decisione di procedere alla loro sostituzione e di colmare le lacune renderà possibile presentarsi all’appuntamento del 2021 con costumi rinnovati, mentre a breve presenteremo anche i nuovi addobbi per i Lungarni e per il Ponte, in modo da completare questa operazione complessiva sul patrimonio delle tradizioni storiche”.
In due anni, sono stati rinnovati 131 costumi che hanno sostituito quelli maggiormente logorati, nel rispetto delle tipologie dei tessuti, dei disegni, tenuto conto anche della loro vestibilità. In ogni caso è stato sempre assicurato il rispetto dei canoni del Seicento e del Medioevo. Tra i nuovi costumi del Gioco del Ponte sono stati completamente rinnovati quelli dei Capitani delle Magistrature, mentre delle Repubbliche marinare, tra gli altri, sono state realizzate due versioni dell’abito della Kinzika, una delle figure più importanti, uno per le uscite a cavallo e l’altro per quelle a piedi.
Continua l’impegno per la tutela del patrimonio dei costumi del Gioco del Ponte: con un lavoro di precisione, si restituisce valore anche agli accessori di corredo grazie ad un’attenzione particolare a tutto quello che serve per conservarli al meglio.
Forse la logistica era il punto debole dell’operazione: dove custodire i costumi e gli accessori indossati dai figuranti durante i cortei storici di Gioco del Ponte e Regata delle Repubbliche Marinare? In che modo ottimizzare la delicata operazione di cambio di quegli stessi figuranti permettendo una certa velocità ma preservando la delicatezza di tutto quello che indossano? Come trasportare tutto nel modo più sicuro?
Proprio durante quest’anno strano in cui non abbiamo potuto assistere alla sfida sul ponte di mezzo, si è molto lavorato per quel progetto ambizioso di restauro e valorizzazione dei costumi storici dei cortei delle Repubbliche Marinare e del Gioco del Ponte; in particolare, in questi giorni, sono stati presentati gli acquisti relativi ai nuovi accessori di contorno dei costumi e a tutto quello che serve per la loro gestione.
A presentare l’iniziativa, il primo di tre appuntamenti previsti per il mese di dicembre, l’Assessore alle Tradizioni Storiche Filippo Bedini insieme al dirigente del settore Giuseppe Bacciardi e al responsabile del magazzino e del patrimonio di costumi dei cortei Antonio Pucciarelli.
“Oggi presentiamo un lavoro certosino – ha dichiarato Bedini – svolto in questo anno in cui non si sono potute svolgere le manifestazioni, che ha 2 obiettivi: il primo è restituire dignità e splendore al patrimonio dei costumi dei cortei storici di Pisa, un patrimonio tra i più importanti in Italia, per troppo tempo abbandonato all’usura derivante dall’utilizzo e dagli effetti del tempo che passa. Un lavoro di restauro e rinnovamento delle dotazioni che non è mai stato fatto negli ultimi 40 anni; il secondo obiettivo è creare le condizioni perché questo patrimonio venga da oggi in poi conservato nel modo corretto, sia nella fase critica del trasporto, che in quella, altrettanto delicata, della consegna e della riconsegna dopo ogni uscita dei figuranti”.
“Oltre agli accessori dei costumi – prosegue Bedini – sono state realizzate anche le dotazioni per i cavalli, per le armi e per tutta l’oggettistica a corredo dei cortei stessi. Sono stati rifatti anche i 4 canapi che delimitano il campo di gara, progettati e realizzati i materiali per la conservazione e il trasporto non solo dei costumi, ma anche di tutti gli accessori, come rastrelliere per le spade e le lance, cassettiere e altre tipologie di contenitori specifici per mettere a posto elementi di corredo”.
Solo apparentemente l’importanza di questi acquisti è secondaria. Addetti ai lavori e appassionati possono testimoniare bene la portata straordinaria di queste novità per completare e preservare il patrimonio comunale in questo ambito. Completezza e corretta conservazione sono indici essenziali per valutare la qualità dei costumi e degli elementi che compongono un corteo.
“Finalmente siamo in una situazione ottimale per la conservazione e il trasporto. Si ottimizza anche la delicatissima fase del recupero, che in questi anni ha dato criticità importanti, risolvendo anche il problema di dove sistemare con la rapidità e la praticità necessarie gli oggetti al termine del corteo. Inoltre abbiamo catalogato ogni accessorio in modo che ogni figurante ritrovi facilmente e puntualmente riconsegni le varie componenti del proprio costume storico”.
Tornerà presto a Pisa la vecchia locomotiva del trammino: era conservata come cimelio, ma presto tornerà dove per anni, ha svolto il servizio di collegamento tra la città e il litorale. E’ proprio sul litorale, in piazza delle Baleari a Marina, rimarrà a memoria del passato.
Si avvicina il ritorno a Pisa della locomotiva che per anni fu in servizio sui binari della linea Pisa-Pontedera prima e Pisa-Boccadarno poi: con un contratto di comodato con la società attualmente proprietaria, la Ferrato Davide sas di Padova la Dante Alighieri, questo il nome della locomotiva, torna a Pisa dopo un secolo.
Costruita nel 1883 dalla tedesca Henshel e Sohn di Cassel, infatti, al Dante Alighieri rimase in attività a Pisa fino agli anni ‘20 del Novecento. Chi l’avrebbe detto che sarebbe tornata a Pisa a distanza di cent’anni?
“Ho potuto finalmente portare in Giunta la delibera di approvazione dell’atto di comodato gratuito della locomotiva – dice l’assessore ai lavori pubblici Raffaele Latrofa –. Possiamo completare la Piazza delle Baleari a Marina con un elemento che darà un tocco retrò ad un luogo molto amato dai marinesi. Sarà una bella soddisfazione andare di persona (covid permettendo) insieme all’assessore Pesciatini a ritirare la locomotiva”.
Nell’ottobre del 2019 un sopralluogo a Padova di una delegazione comunale, con l’assessore Paolo Pesciatini, aveva potuto verificare che la locomotiva, custodita in un capannone privato, si trovava in buono stato di conservazione.
L’intendimento dell’Amministrazione prevede la sua collocazione in piazza delle Baleari a Marina di Pisa, recentemente riqualificata, per richiamare residenti e turisti all’antico percorso del trammino che, appunto, collegava Pisa al litorale.
“È con grande soddisfazione – dice l’assessore al turismo Paolo Pesciatini – che riportiamo a Pisa la locomotiva che ho avuto modo di vedere a Padova lo scorso anno, grazie anche alla collaborazione che si è instaurata con la ditta Ferrato Davide che per tanti anni l’ha custodita, curata e conservata. Questo dimostra come gli imprenditori siano attenti a quelli che sono autentici valori. Un motivo in più di soddisfazione è che la Dante Alighieri sarà a Pisa nel 2021, l’anno in cui cadono i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta: un altro modo, alternativo, di celebrarlo da parte della nostra comunità”.
Negli anni Venti del secolo scorso la locomotiva venne ceduta alla ferrovia mineraria di Monterufoli, per poi finire sulla tranvia Bologna-Cento. Nel dopoguerra lavorò allo zuccherificio di Rieti e poi in Veneto. A metà degli anni ’80 è destinata alla demolizione, ma finisce nelle mani dell’attuale proprietà. Da allora è apparsa in qualche esposizione storica. La macchina pesa a vuoto circa 14 tonnellate, è lunga 6,7 metri e larga 2,65 metri. Con la ciminiera installata raggiunge oltre 3 metri di altezza da terra.