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Urbanology: Pisa alla Biennale di Venezia

Il sostegno della città al progetto Urbanology dell’architetto pisano Massimo Gasperini e della fotografa volterrana Irene Taddei che avrà spazio alla Biennale di Architettura di Venezia fino al 21 novembre: un racconto che affianca disegno e fotografia per riflettere sul cambiamento.

“Il progetto – dichiara l’assessore Massimo Dringoli – ha lo scopo di rappresentare, mediante gli strumenti del disegno e della fotografia, i rapidi mutamenti di un mondo segnato dagli effetti della globalizzazione. La narrazione di questo mondo viene affidata alla comparazione tra disegni e fotografie posti a rappresentare l’idealità e la realtà, come in un viaggio attraverso la storia dell’architettura e quindi dell’umanità. Ad ogni disegno di Massimo Gasperini corrisponde un’immagine fotografica di Irene Taddei in una relazione tra esperienze artistiche diacroniche secondo interpretazioni inaspettatamente riconducibili all’unico tema del rapporto tra narrazione e testimonianza. Si ha così la percezione di quanto la conoscenza del passato, se collegata alla coscienza del presente, sia capace di esprimere mutamento senza i timori che potrebbero essere indotti dalla velocità delle trasformazioni che stiamo vivendo. Una variante narrativa del progetto Urbanalogy è costituita dal progetto “Pinocchio Architetto, rilettura delle Avventure di Pinocchio” interpretandole con disegni e fotografie che riescono a rendere reali gli episodi ed i paesaggi immaginati da Carlo Lorenzini”.

“La qualità espressiva delle opere raccolte – conclude – è tale da essere state selezionate per un video da presentare all’esposizione Comunità Resilienti nel Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia 2021 in programma dal 22 maggio al 21 novembre 2021 nella sezione Italian Best Practice, ma per una maggiore diffusione ed essere meglio conservate saranno raccolte in un Catalogo che potrà accompagnarle nella Mostra itinerante che, a partire dal 2022, toccherà varie realtà territoriali”.

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Pisa, Torino, Parigi e oltre: una mostra per Nerone Ceccarelli

Sabato 26 settembre si inaugura la mostra-conferenza Nerone Ceccarelli: espressionismo, costruttivismo, astrattivo, versus Gruppo NP2. Momenti di un sodalizio: Jolanda Novi e Gianni Patuzzi per raccontare un pisano che ha portato la sua arte nel mondo.

Si tratta del primo  appuntamento del Calendario Caleidoscopio pisano, promosso dal Centro Cagianelli per il ‘900, con il Patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Pisa, in collaborazione con Fondazione Pisa, Palazzo Blu, Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani, Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli. Ma la mostra Nerone Ceccarelli: espressionismo, costruttivismo, astrattismo, versus Gruppo NP2. Momenti di un sodalizio: Jolanda Novi e Gianni Patuzzi, che si inaugura sabato 26 settembre alle 17 nella sala dei Bucciotti del Centro Cagianelli per il ‘900 (viale delle Cascine, 8) è molto di più.

In questa presentazione – conferenza, introdotta da Francesca Cagianelli, presidente del Centro Cagianelli per il ‘900, si parlerà di arte come di un tutt’uno, di un modo di guardare all’espressione artistica e di farla muovere con agilità da un registro all’altro, da una tecnica all’altra.

Alla conferenza Nerone Ceccarelli dal Parlamento europeo al Teatro Carlo Felice di Genova: integrazione con l’architettura interverranno, per l’associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, Saar Ceccarelli, figlia dell’artista e presidente dell’associazione e l’architetto Fabio Licciardi, socio fondatore dell’Archivio.

“Siamo orgogliosi e contenti – ha commentato l’assessore alla Cultura Pierpaolo Magnani – di ospitare un evento che attribuisce il giusto riconoscimento ad un artista di fama internazionale. Sarà l’occasione per riscoprire un grande talento a cui la nostra città ha dato i natali”.

“Si tratta di una iniziativa – ha aggiunto Francesca Cagianelli – che vuole promuovere e far conoscere un artista che ha dato un contributo al territorio pisano e che proprio a Pisa ha iniziato la sua esperienza di scultore e pittore”.

Patrocinato dal Comune di Pisa, l’evento punta alla riscoperta e alla promozione della personalità di Nerone Ceccarelli (Giovanni Ceccarelli, Pisa, 31 agosto 1937 – Parigi, 7 novembre 1996), più conosciuto come Nerone e fondatore del Gruppo NP2, la cui nascita pisana si coniuga il domicilio elettivo torinese, a scandire un itinerario biografico carico di implicazioni esistenziali e artistiche. Poliedrico negli interessi e versatile nelle tecniche, Nerone è stato in grado non solo di spaziare, districarsi e addentrarsi nei contesti culturali che lo avvolgevano, ma, altresì, è stato capace di costruire una capillare rete di collaborazioni e una forte intesa con il pubblico. L’Archivio Nerone Ceccarelli vuole dunque configurarsi come strumento guida alla riscoperta di uno dei più interessanti artisti del Novecento, una personalità dirompente e indagatrice, un maestro dalla creatività vulcanica che sfidò le nuove frontiere del design e contribuì ad imprimere una svolta decisiva alla decorazione di interni, così come al rapporto con l’ambiente nella progettazione architettonica, in sinergia con personalità europee e internazionali, tra cui Marcel Breuer e Oscar Niemeyer. 

Con l’occasione saranno esposte al pubblico le opere: Nerone, Fiori in controluce, 1957 / Nerone, Dodecafonia barocca, 1980 ca. / Nerone, Crocifisso (bozzetto) 1986 / Nerone, Composizione, 1975 / Nerone, Composizione, 1975 / Gianni Patuzzi, Gruppo NP2, Composizione, 1975 / Jolanda Novi, Venezia, 1960 ca. 

NERONE CECCARELLI. Gli esordi di Nerone si collocano all’alba degli anni Cinquanta quando l’artista formula suggestioni soluzioni linguistiche nell’orbita delle avanguardie europee, in primis Georges Rouault, proponendo la sua prima produzione nel 1951, in una collettiva a Treviso, nel Salone dei Trecento, quindi nel 1952 alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia e ancora, nello stesso anno, a Pisa, presso la Galleria Ai Galli, sotto gli auspici di Dedalo Montali, artista formatosi all’Accademia di Brera e partecipe, nell’ambito della Galleria del Milione, delle pulsioni europeistiche di Persico, oltre che intimo di artisti quali Garbari, Licini, Ghiringhelli, Catalano. Sarà proprio quest’ultimo, a condurre fin dal 1937 a Pisa un decisivo ruolo di catalizzatore presso l’intellighenzia normalista, in particolare Franco Russoli, Raffaello Causa, Emilio Tolaini, Antonio Russi, fino a organizzare una importante rassegna di pittori contemporanei e a contribuire all’exploit di Nerone Ceccarelli. Nel 1962 la costituzione del Gruppo NP2 insieme con l’amico Gianni Patuzzi, di cui si presenta una litografia ascrivibile a tale stagione sperimentale. Costituito con l’obiettivo di brevettare “nuove fonti di espressione poetica dei materiali” il Gruppo NP2 dichiara orientamenti interdisciplinari, cui aderiranno anche Piercarlo Ceccarelli, fratello di Nerone, la pittrice Jolanda Novi, sua madre, Luigi Marchisotti, Dedalo Montali, Lucia Petrocchi, Virgilio Petrocchi, Raoul Portal, Piercarlo Iorio, Evian Medici, Luciano Patetta, Nicoletta Medici, Carlo Mollino, Angelo Cortesi. La sua carriera culminerà alla fine degli anni Sessanta con la creazione del marchio e degli Ateliers Forme e Superfici lo slancio neroniano verso una sempre più pervasiva integrazione tra arte e ambiente, esemplificato nel 1967 dall’ideazione del marchio brevettato “Rilievomarmo”, la cui innovativa tecnica di incisione marmorea decollerà in ambito internazionale nel corso degli anni Settanta. Ne deriverà nel 1972 il gigantesco murale in zinco inciso e patinato destinato al Parlamento europeo del Lussemburgo e ancora, alla fine degli anni Settanta, la committenza per tre sculture destinate all’edificio che ospita la sede della Compagnia finmeccanica FATA S.p.a. a Pianezza realizzato da Oscar Niemeyer, concepito da Nerone, senza contare, nel 1979, la progettazione della monumentale decorazione scultorea all’interno del Palazzo del Governo di Dubai. Gli anni Settanta vedono Nerone prodigarsi nuovamente sul territorio toscano, con lo straordinario episodio della cabina di proiezione cinematografica, scultura in metallo tridimensionale abitabile, realizzata nel 1971 su committenza della Provincia di Livorno Sede della Provincia di Livorno, originariamente previsto per il “Salone dei Trecento” allora adibito per proiezioni cinematografiche (attualmente collocato presso il Liceo Scientifico Statale “Federigo Enriques”).   L’apice del successo italiano coincide nel 1990 con la vittoria del concorso per la realizzazione dell’opera destinata al sipario del Teatro Carlo Felice di Genova, dal titolo “Viva Schöenberg”, monumentale pannello scultoreo.

Il tempo dell’acqua

Da giovedì 21 novembre a domenica 1° dicembre, la terza Biennale di Architettura di Pisa propone eventi, talk, mostre dedicate all’architettura del Tempodacqua.

Il logo della terza edizione della Biennale di Architettura di Pisa, disegnato da Gianluigi Pescolderlung, Tapiro Design, nasce dall’osservazione del frontone della Cattedrale di Pisa: i piccoli vortici di acqua che, scolpiti nel marmo, si rincorrono eternamente, sono un’immagine efficace della relazione tra il fluire dell’acqua e lo scorrere del tempo.

Si parte da una suggestione, insomma. E proprio le suggestioni, asse portante della Biennale 2019, vogliono conciliare i tempi dell’acqua sperimentando il confronto tra culture e generazioni diverse; vogliono contribuire a creare un nuovo immaginario del cambiamento grazie a sguardi individuali e attitudini collettive.

Alfonso Femia, il direttore scelto da LP – Laboratorio Permanente per la Qualità Urbana, promotore e organizzatore dell’evento che farà base agli Arsenali Repubblicani dal 21 novembre al 1 dicembre, spiega che con la Biennale di Pisa sarà attivato un progetto permanente di studio e di ricerca sul tema Tempodacqua.

“Scegliere il tema intorno al quale costruire una Biennale di architettura non significa semplicemente selezionare quello che è più attuale o più legato alle tendenze e ai dibattiti del momento, ma avere consapevolezza di una criticità che impatta sul territorio e sull’ambiente, sul costruito, sulle prospettive future e già sul presente” spiega Femia. “Il dibattito sulla sostenibilità ambientale deve prendere in considerazione che l’acqua, oltre ad essere l’elemento costitutivo universale, ha un rilievo fondamentale nell’intersezione con il fattore tempo anche se spesso si è delegato alla tecnologia la soluzione dei problemi sollevando la scelta architettonica dalla responsabilità di una visione in prospettiva”.

Un’occasione per sviluppare un’analisi e mettere in campo una serie di proposte e progetti, insomma, sollecitati da una Call to Action rivolta a studi di progettazione internazionali.

Fra i tanti proposti, il progetto Instagram Tempodacqua /The time of water (tempodacqua.com/instagram) curato da Alfonso Femia e Antonia Marmo con i contributi di Valentina Temporin, Enrico Martino, Sarah Amari e Sara Gottardo: l’idea è rappresentare la pluralità degli sguardi sul tema senza prevedere confini o schemi, ma lasciando a ciascuno la libertà di interpretare, di creare, di giocare con le immagini valorizzando l’enorme potere, comunicativo ed evocativo, che esse sono capaci di veicolare.

Dieci giorno di appuntamenti durante i quali incontrarsi, confrontarsi, ascoltare, proporre e guardare con sguardo aperto e consapevolezza all’architettura, e non solo a quella.

tempodacqua.com

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