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Agosto al museo

Restare in Italia, riscoprire le bellezze dalle quali siamo circondati, pensare ad una vacanza diversa dal solito: nell’estate in cui i ritmi e le mete cambiano, Palazzo Blu conferma la sua apertura per tutto il mese di Agosto. Per favorire il turismo e offrire anche ai pisani tutta la sua meraviglia.

Pisani e turisti potranno visitare le stanze dell’antica dimora, la mostra fotografica Pisa Anni ’60, il boom e il rock, dall’archivio Luciano Frassi, a cura di Giuseppe Meucci e Stefano Renzoni ed arricchita dalla presenza delle copertine dei dischi in vinile che hanno fatto la storia della musica di quegli anni: dai Beatles al grande raduno di Woodstock (fino al 27 settembre)

Fino a Settembre, quando partirà insieme alla Clio dipinta da Artemisia Gentileschi per la National Gallery di Londra dove sarà esposta nella mostra Artemisia, sarà visibile a Palazzo Blu il Ritratto di Artemisia Gentileschi ad opera di Simon Vouet. Tornata dopo un lungo restauro a farsi ammirare nella collezione permanente, la copia del Polittico di Agnano realizzata da Icilio Federico Joni negli anni ’30 del novecento, visibile nella sala dei Fondi Oro proprio insieme al Polittico di Agnano originale dipinto da Cecco di Pietro alla fine del ‘300. L’altra novità nella collezione permanente sono i vasi decorati da Galileo Chini, collocati nella sala del paravento datato 1910, dipinto sempre dall’artista toscano maestro del Liberty. 

Aperto tutto il giorno anche a Ferragosto, il centro d’arte e cultura di Palazzo Blu è un’occasione da non lasciarsi sfuggire, un modo per scoprire che le tanto decantate bellezze culturali ce le abbiamo davvero vicine. E magari anche gratis! Lo sapete? Grazie alla Fondazione Pisa, l’ingresso è gratuito sempre, per il personale sanitario, e il sabato e la domenica per i residenti a Pisa e in provincia.

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Artemisia, quella vera

Quella in mostra a Palazzo Blu fino all’8 marzo 2020, ritratta da Simon Vouet, è un’ Artemisia Gentileschi autentica, bellissima e orgogliosa. Pronta per volare alla National Gallery di Londra.

Di lei colpiscono la mano con il toccalapis, fissata in un gesto vezzoso e pratico insieme; il medaglione dorato che le pende sul corpetto, sul quale un piccolo mausoleo omaggia, in un gioco di enigmistica archeologica, il suo nome; l’orecchino di perla, pendente che anticipa Vermeer. Ma soprattutto lo sguardo fiero, che riassume nel silenzio della tela la sua storia di sofferenze e l’orgoglio per la sua emancipazione come donna e come artista. Leggibile anche espressamente nella firma della pittrice nel cartiglio accanto a lei.

Fotografata come una diva, Artemisia, pittrice secentesca figlia di Orazio, pure pittore, di origine pisana, al tempo del ritratto era già una professionista affermata e conosciuta, apprezzata a Firenze e a Roma, dove già ha prodotto tanti dei suoi capolavori e dove, intorno al 1620, Vouet la ritrae nella tela appena acquisita da Fondazione Pisa per Palazzo Blu.

Artemisia Gentileschi, Clio Musa della Storia

Il Ritratto di Artemisia Lomi Gentileschi di Vouet, scoperto anni fa da Roberto Contini e Francesco Solinas che ha curato l’opuscolo catalogo della mostra, rimarrà esposto a Palazzo Blu accanto alla Clio Musa della Storia dipinta da Artemisia stessa e già nella Collezione Permanente di Palazzo Blu, in attesa di andare a fare bella mostra di sé, sempre insieme alla Clio, alla National Gallery di Londra per la grande mostra a cura di Letizia Treves Artemisia, in programma dal 4 aprile al 26 luglio 2020. Per poi tornare definitivamente a Pisa nelle rinnovate sale dedicate al Seicento pisano, aggiungendosi alle altre già in collezione e valorizzando il prestigio e il valore attrattivo del Palazzo e della città.

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