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Un Vortice infernale alla Spina

Con l’inaugurazione delle opere Vortice Infernale e Busto di Dante si è aperto alla chiesa della Spina il progetto artistico Al di là di Dante, di Tannaz Lahiji che sarà visibile fino all’8 gennaio. Tra installazioni, letteratura e body painting.

L’artista, nata e cresciuta a Teheran, dopo gli studi accademici si è specializzata in Arti Visive con un master a Firenze, città in cui vive da oltre quindici anni e dove è docente alla LABA, Libera Accademia di Belle Arti. Nota per le sue performance di body painting e installazioni di arte contemporanea (imponente la sua opera presente alla Biennale di Venezia del 2019 con la galleria MA-EC di Milano), collabora anche con la New York University con un progetto in Arteterapia per le malattie del Parkinson.

Già due anni fa, aveva iniziato un percorso in onore di Dante, con la sua mostra a Firenze, Riflessioni su Dante, alla quale Lahiji ha scelto di dare un seguito a Pisa, con cinque installazioni collocate nel centro storico della città, da Lungarno Gambacorti (Chiesa di Santa Maria della Spina e spazi vicino a Palazzo Blu), al Ponte Solferino, la Cittadella, fino a Marina di Pisa.

Le installazioni esposte sabato mattina, il Vortice Infernale e il Busto di Dante, collocate in un contesto caro ai pisani e molto prezioso, si presentano in modo meno impattante rispetto alle altre opere progettate per ambienti esterni.

Il Vortice Infernale sarà visibile al pubblico fino all’8 Gennaio 2022 e poi spostato nella Biblioteca Comunale del Centro San Michele degli Scalzi SMS; mentre il Busto di Dante è stato disponibile per una durata breve a causa della natura stessa dell’opera. Come per la mostra a Firenze, il progetto è curato da Manuela Antonucci.

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Il Mosaico alla Spina

Alla Chiesa della Spina un’esposizione di Fabio Calvetti celebra i quindici anni dell’associazione Il Mosaico:fino al 28 novembre, otto dipinti e sette opere tridimensionali raccontano attraverso l’arte il legame tra l’associazione culturale e la città.

Quindici per quindici: quindici opere per quindici anni. Festeggia con un’esposizione di opere d’arte il quindicesimo anniversario di attività l’associazione culturale Il Mosaico: alla chiesa della Spina, fino al 28 novembre, SPINAE significati e piccoli pensieri è in realtà un regalo de Il mosaico alla città.

Il progetto alla Spina, curato da Maurizio Gronchi nell’allestimento di Giulia Gaggelli, prosegue concettualmente la mostra realizzata da Fabio Calvetti nel 2019 a Montaione nella Gerusalemme di San Vivaldo intitolata Trasumanar (elevarsi oltre i limiti della natura umana per attingere la natura divina), dove in un dialogo tra passato e presente, l’uomo-artista si avvicina alle questioni del Sacro nella ricerca di una relazione tra arte contemporanea, temi religiosi e spazi architettonici. Su questa orma Santa Maria della Spina a Pisa rappresenta lo spazio ideale per continuare questo viaggio; la bellissima chiesa gotica con la sua luminosità accecante può divenire il luogo dove Passione e Resurrezione ci regalano un momento di riflessione in questo periodo così complicato per tutti noi, con una riflessione su temi più ampi come la natura violata, l’ecologia integrale e la vulnerabilità dell’uomo. Dunque l’esposizione è pensata come un distinto contributo artistico e culturale per la città di Pisa ed è incentrata sul tema della Spina che sarà approfondito anche nei testi in catalogo dal teologo Maurizio Gronchi e dallo storico dell’arte Antonio Natali, già direttore della Galleria degli Uffizi. “La mostra – commenta Riccardo Buscemi, Presidente de Il Mosaico – è una suggestiva miscelazione di arte antica e arte contemporanea che vuole spingerci a riflettere”.

Orario d’apertura: Venerdì ore 15.00 – 17.00, Sabato e Domenica ore 10.30 – 12.30 / 15.00 – 17. 00. Ingresso libero. Per info telefonare al 338 991 22 40 oppure scrivere a ricbusc@tiscali.it

L’artista. Fabio Calvetti nasce nel 1956 a Certaldo, cittadina patria di Giovanni Boccaccio in provincia di Firenze. Si diploma al Liceo Artistico e successivamente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Qui segue la Scuola di Fernando Farulli che lo inserisce in un ristretto gruppo di studenti che attueranno una serie di esperienze pittoriche a contatto con diverse realtà sociali. Nel 1978 si diploma all’Accademia di Belle Arti, di questo periodo porterà sempre con sé le ragioni etiche del fare arte. 

Le tematiche della sua pittura sono indirizzate soprattutto all’analisi interiore e alle difficoltà di comunicazione indotte dal veloce modificarsi degli schemi sociali. Filo rosso della sua ricerca sono l’attesa, l’assenza, i silenzi dell’anima, uno spazio vuoto prolifico di domande. Spesso è protagonista una donna sola, elegante, spesso sensuale calata in interni di case o bar sospesi nel tempo e nello spazio, altre volte protagonista è l’ambiente stesso, un scorcio d’interno o di città notturna. In un contesto di atemporalità quasi teatrale e senza luce naturale, le donne sembrano in ascolto di se stesse, in attesa che qualcosa accada o che una qualche risposta.

La sua attività espositiva inizia fuori dall’Italia sviluppandosi in Oriente e in tutta Europa attivando così collaborazioni permanenti con gallerie come la Shiraishi Gallery di Tokyo, la Schortgen Galerie in Lussemburgo, la Medici Gallery di Sarasota USA, la Galerie Saint-Hubert di Lione e la Galerie Tournemine di Parigi.

In questi anni è ricca e costante è la sua presenza anche alle Fiere internazionali di Ginevra, Amsterdam, Strasburgo, Gand, Den Haag e Kortrijk.

Dopo questa esperienza internazionale le arrivano le significative personali di Napoli alla Casina Pompeiana, di Certaldo nel Palazzo Pretorio e si Palazzo Venezia a Roma e di Pietrasanta nel Chiostro di Sant’Agostino.

Il lavoro internazionale continua negli anni attraverso molte personali tra cui quelle di Brest al Crédit Mutuel de Bretagne, di Tokyo al Shinjuku Park Tower, di Weimar alla Galerie Hebecker, di Noumea in Nuova Caledonia alla Galerie Australe, di Osaka alla Daimaru Gallery, alla Am Bollwerk di Neuruppin in Germania, alla  Galerie 13 di Montpellier e tante altre.

Di rilievo le sue esposizioni a Kwangju Rep. di Corea City Art Museum,  a Roma nel Palazzo  Venezia, a Venezia nella Biblioteca Marciana, a Montaione nel complesso Monumentale di San Vivaldo, a Volterra nel Palazzo dei Priori e a Seoul nel Seoul Art Center. In Giappone è stato inserito nell’importante progetto del World Artist Tour.

L’associazione culturale Il Mosaico. Nata nel 2006 e presieduta da Riccardo Buscemi, si propone finalità culturali sul territorio della provincia di Pisa. Dal 2011 organizza “I Quattro Concerti di Quaresima e Uno di Pasqua”, momenti musicali in luoghi più o meno noti della Città. Dal novembre 2012 ha attivato presso la Casa Circondariale di Pisa il Progetto Musica Dentro, il corso di educazione musicale riservato ai detenuti, grazie al finanziamento della Fondazione Pisa. Promuove sul territorio altre attività culturali di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale locale.

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I capricci della Spina

Inaugurata nella chiesa di Santa Maria della Spina la mostra I Capricci di Antonio Cagianelli: fino al 25 giugno il contenitore antico torna ad ospitare l’arte contemporanea mettendo in risalto la bellezze dell’uno e dell’altra, tra guglie e teschi.

Allentamento delle misure restrittive vuol dire, anche, poter tornare ad allestire, e a visitare, mostre: lo sappiamo da un po’, ma siamo stati così a lungo senza poterlo fare che è bello ripeterlo.

Prosegue dunque il programma di personali alla chiesa di Santa Maria della Spina sul Lungarno Gambacorti con l’inaugurazione della mostra dell’artista pisano ma noto a livello internazionale Antonio Cagianelli intitolata I Capricci che resterà aperta fino al 25 giugno dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle19.

Alla Spina, opere molto forti e di grande impatto estetico e emozionale che si esaltano nel contrasto con l’architettura gotica della chiesa ormai da anni eletta a scrigno di installazioni ed esposizioni di arte contemporanea.

Scheda della mostra

Dopo le “Vanitas”, i “Capricci”, dopo i graffiti e i tatuaggi, i geroglifici e le sfingi, dopo le sfere, le piramidi; si può così sintetizzare il nuovo programma di sviluppo espressivo di Antonio Cagianelli, che, come lo ha definito Pierre Restany è “un poeta che ha scelto di esprimersi in forma tridimensionale”. La sua poetica di designer attento alla metamorfosi continua della realtà si riversa nelle sue creazioni tridimensionali sotto forma di mobili, altre volte gioielli, complementi di arredo, accessori di moda e oggi, per la prima volta, anche la fotografia. È un discorso quello di Cagianelli che non parla di design o habitat in senso tradizionale, ma di una personale visione del mondo che le sue creazioni sono di volta in volta invitate a rappresentare. Una visione del mondo in cui il passato e il futuro sono in diretta comunicazione, dando origine a opere in cui convivono e si mescolano in modo analogico e medianico influssi provenienti da mondi arcaici, elementi esoterici con i segni della metropoli contemporanea; il tutto espresso attraverso un linguaggio pop e surreale. Si passa così dalle sue sedute “Transvital” a forma di teschio, che sono da considerarsi come delle vere e proprie vanitas tridimensionali, alle nuove sedute “Sfinge”, che irrompono inesorabili nel nuovo paesaggio creativo dell’artista con il loro messaggio carico di mistero e di punti di domanda aperti sul nostro futuro. In un mondo che non ha più risposte ai nostri interrogativi Cagianelli nelle sue ultime grafiche (serigrafie su laminati plastici di grande formato) sceglie di alludere al genere pittorico dei Capricci, basato appunto su nostalgiche e fantasiose composizioni di elementi del passato, per ritrovare un senso e una forza che possano aiutarci a sopravvivere all’apocalisse del mondo contemporaneo. Il metodo compositivo dei “Capricci” viene applicato anche al suo nuovissimo progetto fotografico, presentato al Fuorisalone 2020 con la sua galleria di riferimento milanese, la Galleria Colombari, e che rappresenta un ulteriore passo in avanti del suo lavoro di grafica che è alla base anche di tanti mobili e tessuti realizzati in precedenza. L ‘esperienza dei “Capricci” fotografici è nata durante il periodo dell’emergenza sanitaria da una riflessione fisicamente statica, ma intellettualmente molto dinamica.  In questo corpus di opere fotografiche Cagianelli, con i suoi accostamenti shock, veri e propri ossimori visivi, crea un dialogo inaspettato tra culture, linguaggi e segni di antiche civiltà, nonché esperienze pop-rock del suo repertorio di artista-designer, la Street Art e l’arte psichedelica. La parola “contaminazioni”, in questo momento drammatico, in cui abbiamo vissuto nell’isolamento e giustamente nella paura di essere contaminati, è da intendersi, per Cagianelli, con un’accezione positiva di interculturalità e di dialogo tra linguaggi e ambiti artistici diversi.

In una visione in cui il tempo acquista una dimensione sincronica, di memoria junghiana, l’artista dà vita alle sue composizioni fotografiche ispirate all’antico Egitto attraverso persone appartenenti alla quotidianità delle sue relazioni, i cui lineamenti, particolarmente evocativi, sono vicini alle sue libere fantasie su elementi dell’arte antica. Ai geroglifici si sovrappongono i graffiti della Street Art, agli inconfondibili profili di alcune statue etrusche i profili di giovani donne di oggi in cui sopravvive una memoria di tratti che ci riportano a un lontanissimo passato, seguendo una spirale e un vortice temporale in continua evoluzione, che ricorda esperimenti grafici dei fotocollages dadaisti e della cultura psichedelica degli anni ‘70. 

I suoi ultimissimi lavori fotografici sul tema della mummia in particolare, a metà strada tra citazioni di icone del mondo antico e riferimenti al genere horror, sono una nuova espressione cult dell’universo di Cagianelli, provocatorio, eclettico e surreale

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Il tempo sospeso alla Spina

La riapertura al pubblico della Chiesa della Spina con l’inaugurazione della mostra il Tempo sospeso di Roberto Braida è un augurio per questa ripartenza, perché ci invogli a recuperare e ricostruire quanto possibile di questo strano tempo che abbiamo perduto, ma che possiamo recuperare.

Quando si inaugura c’è sempre un’emozione speciale, una bellezza palpabile che inonda gli spazi in cui la mostra è allestita, un senso di inizio, di rinascita. Ma questa volta, facile indovinare perché, questa sensazione è amplificata: la mostra Il tempo sospeso, inaugurata alla Chiesa della Spina e visitabile fino al 28 maggio ci regala tre opere di Roberto Braida che descrivono il periodo che abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo; una riflessione sul passato per guardare avanti con fiducia e speranza.

“Le opere – spiega l’artista Roberto Braida – nascono in seguito al periodo estremamente pesante che abbiamo vissuto, con un fermo di molti mesi: il tempo sospeso a cui allude il titolo è quello che abbiamo perduto, che ci siamo lasciati alle spalle, ma anche quello che possiamo ritrovare, recuperare e assolutamente dobbiamo ricostruire, come una vecchia nave che deve ripartire. Il senso sta dunque in un messaggio di augurio rivolto a tutti, in particolare ai giovani e ai bambini che hanno perso molto”.

La mostra si compone di tre opere, “raffiguranti rispettivamente la serena luminosità dell’alba e la calda magia del tramonto. Il terzo dipinto, intitolato Compressione, muta radicalmente prospettiva. Prende vita un fascino drammatico attraverso una composizione che si scalda, che si spezza e si lacera, dove le inattese fratture sono metafora di quella compressione dell’anima, dell’agitamento dello stato d’animo causato dal particolare periodo storico che siamo costretti a vivere”.

Sperando che la mostra, visitabile fino al 28 maggio, dal mercoledì alla domenica, dalle 14 alle 18.30, possa essere goduta da pisani e turisti e accompagni la sospirata ripartenza che da tanto aspettiamo

“È questo l’ennesimo tentativo di ripartenza e speriamo che questa sia la volta buona – dice l’assessore alla cultura Pierpaolo Magnani –, mi auguro che questa mostra, a differenza delle precedenti sospese a causa dell’introduzioni delle varie restrizioni, possa essere vissuta dai cittadini e dai turisti quando torneranno in città. Questa esposizione di Roberto Braida rappresenta in modo profondo questo tempo che stiamo vivendo, grazie a un trittico che racconta in maniera molto intensa l’idea di quello che è stato l’arrivo di questa bufera che ci ha travolti tutti”.

L’artista Roberto Braida nasce a La Spezia nel 1953. Fin da giovanissimo si dedica al disegno e alla pittura, sotto la guida del Maestro Gino Bellani. La sua attività di pittore professionista inizia nel 1974 con la prima personale e sono numerose le mostre, le presenze e i riconoscimenti dell’artista in manifestazioni a carattere nazionale ed internazionale. Nel 2012 è stato insignito della benemerenza civica per meriti artistici dall’amministrazione comunale della sua città.

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C’era una volta un pezzo di legno

E c’era una volta una location eccezionale per piccole mostre o installazioni d’arte contemporanea che traevano proprio dal contrasto con il contenitore antico la loro potenza: la chiesa della Spina torna finalmente ad ospitare l’arte contemporanea; si parte dal Pinocchio di Scarselli.

Anni fa, un’illuminazione: utilizzare lo scrigno vuoto, e raramente accessibile, della Chiesa della Spina per ospitare arte contemporanea. All’illuminazione seguì lo sforzo necessario ad acquisire le competenze necessarie per organizzare questi appuntamenti con il bello, piccoli nella misura ma non semplici nella gestione soprattutto, appunto, perché inediti. Il risultato fu una serie di mostre e installazioni che portarono a Pisa nomi anche grandissimi della scena artistica contemporanea e la consapevolezza che la convivenza tra antico e ultramoderno non poteva che giovare ad entrambi.

Dopo un paio di anni nei quali ci si era forse dimenticati di quanto potesse il contenuto valorizzare il contenitore e viceversa, si annuncia finalmente il tentativo di riprendere il discorso là dove si era interrotto: da ora alla fine dell’anno sono in programma tre mostre.

La prima di Marcello Scarselli dedicata alla figura di Pinocchio, Pinocchio, burattino senza fili (10-31 ottobre), la seconda di Giovanni Maranghi Mastica e sputa, dedicata alla figura del primo verso della canzone di Fabrizio De André Ho visto Nina volare (7-29 novembre), la terza di Roberto Braida Il tempo sospeso (5 dicembre – 6 gennaio 2021).

Con Pinocchio, burattino senza fili, l’artista pisano Marcello Scarselli condivide pitture, sculture, video dedicati al celebre burattino di Collodi. “Questa mostra avrei dovuto chiamarla con un altro titolo, Pinocchio e il mare, perché il mare è molto vicino alla città e si sente – racconta l’artista -. Avrei dovuto esporre a marzo, prima del lockdown, ma ho colto l’occasione di questi mesi sospesi per lavorare appositamente a questo allestimento e, come omaggio alla città, presenterò anche un targone appositamente realizzato in questi mesi, trasformato in una guerriera pisana, con alcune frasi e la bandiera”.

“Le tre mostre alla chiesa della Spina erano in programma per la scorsa primavera – puntualizza l’assessore alla cultura Pierpaolo Magnani – ma poi a causa del lockdown sono state rinviate. Ed è in qualche modo bello e suggestivo che a riaprire al pubblico la chiesa della Spina sia proprio una mostra dedicata a una delle icone dell’Italia nel mondo riletto e interpretato dal lavoro dell’artista Marcello Scarselli”.

“La mostra sarà composta da pittura, scultura e video, senza per questo invadere troppo la chiesa della Spina – spiega Filippo Lotti, curatore della mostra -. Quella di Scarselli su Pinocchio è una mostra itinerante che, dopo una serie di tappe, trova il suo capolinea a Pisa, che rappresenta un importante punto di arrivo. Scarselli ha sempre immaginato il mondo fantastico di Pinocchio sin da quando era bambino e con lui ha un legame indissolubile che esprime con la sua pittura fresca e un segno caratteristico e semplice”.

Il mondo di Pinocchio, con i suoi personaggi e i suoi luoghi, viene preso a pretesto da Marcello Scarselli per veicolare messaggi legati al senso etico e morale, alla libertà espressiva, all’istinto, al pensiero asimmetrico, all’intraprendenza, alla ricerca interiore e al confronto esistenziale. Non c’è quindi da parte sua nessuna volontà di illustrare il racconto di Collodi, ma quello di utilizzare la favola come specchio delle contraddizioni della società del qui e ora proiettandosi però oltre ovvero verso la ricerca di valori più stabili e certi.

Quinta tappa di questa mostra itinerante legata a Pinocchio, alla Spina saranno esposti lavori inediti e installazioni, corredate anche da un video documentaristico sul lavoro dell’artista il cui percorso potrà essere ascoltato dalla voce dello stesso artista e dei curatori sabato 10 ottobre a partire dalle ore 16.

Per info: Casa d’Arte San Lorenzo – 0571 43595 – galleria@arte-sanlorenzo.it

Pinocchio, burattino senza fili

a cura di Riccardo Ferrucci e Filippo Lotti

Chiesa di Santa Maria della Spina, Lungarno Gambacorti

10 – 31 ottobre 2020

giovedì e venerdì ore 11.00/13.00

sabato e domenica ore 11.00/13.00 15.00/17.00

Chiuso lunedì, martedì e mercoledì

Per info: Casa d’Arte San Lorenzo – 0571 43595 – galleria@arte-sanlorenzo.it

Donne senza paura

Arte contemporanea alla Chiesa della Spina: fino al 15 marzo due opere di Pier Toffoletti per due donne Fearless .

Sono dedicate a Gessica Notaro e a Liliana Segre le due opere di Pier Toffoletti esposte alla Chiesa di Santa Maria della Spina per la mostra Fearless, che prosegue il ciclo delle installazioni di arte contemporanea in questo spazio così particolare e così adatto ad accogliere oggetti d’arte anche, e soprattutto, molto distanti dalle sue architetture.

Dal 15 febbraio al 15 marzo l’esposizione, a cura di Riccardo Ferrucci, ci racconta due donne che, come dice il titolo, non hanno paura: Gessica Notaro, simbolo di tutte le donne vittime di violenza, e Liliana Segre, la senatrice a vita che, scampata ai campi di sterminio, si dedica alla trasmissione della cultura del ricordo alle nuove generazioni. Due donne distanti per età, per contesto, per la loro storia, ma unite dal coraggio e dal destino di diventare, appunto, simboli della possibilità di scrivere una storia diversa.

L’opera raffigurante Gessica Notare era stata esposta nella grande personale dell’artista la scorsa primavera al Palazzo delle Arti di Napoli insieme a quelle rappresentanti alcune grandi eroine del nostro tempo: da Beatrice Vio a Lidia Vivoli, a Anna Muzychuk; quella che rappresenta Liliana Segre è invece inedita: un onore averla esposta per la prima volta qui a Pisa.

Il curatore, Riccardo Ferrucci, ricorda che “la pittura di Pier Toffoletti è un’esperienza unica, per profondità di contenuti e sapienza compositiva, il suo viaggio è un modo originale  per descrivere donne che hanno saputo coniugare impegno civile ed umano. L’arte, a volte, diventa soltanto una ricerca tecnica e formale, al contrario nell’opera dell’autore ritroviamo l’uomo, con le sue paure e le sue utopie. L’idea di creare una pittura, sempre in bilico tra figurazione ed astrazione, è di grande suggestione, elementi distanti si coniugano in perfetta e totale armonia”.

Le sue sono donne che per motivi etici, religiosi o perché vittime di violenza, hanno dato vita ad una nuova consapevolezza. e che ci fanno riflettere su quanto sia importante continuare a lavorare su certi temi anche attraverso l’arte.

La mostra, organizzata da Casa d’Arte San Lorenzo, in collaborazione con C.R.A. Centro Raccolta Arte di San Miniato ed il supporto di FL Fuori Luogo, ha il patrocinio di Regione Toscana, del Comune di Pisa e dell’UNESCO di Pisa, con  il sostegno della Banca di Pisa e Fornacette.

PIER TOFFOLETTI artista

Nasce nel 1957 in provincia di Udine. Nel 1976 si diploma presso il Liceo artistico di Udine. La sua passione per la pittura è molto precoce. Invitato a partecipare alle più importanti rassegne d’arte nazionali ed internazionali, è considerato oggi uno dei più grandi pittori figurativi italiani. Da segnalare, fra le oltre 200 esposizioni che ha tenuto in tutto il mondo, la sua partecipazione alla Biennale di Venezia (2011), l’invito ad Art Basel (2012) le mostre al Lu.C.C.A. e al PAN di Napoli, all’Expo di Milano e al Consolato Generale d’Italia a Coral Gables (Florida).

FEARLESS

Mostra personale di Pier Toffoletti
a cura di Riccardo Ferrucci
Chiesa di Santa Maria della Spina – Pisa
15 febbraio – 15 marzo 2020
Orari mostra: mercoledì e giovedì ore 11.00 – 13.00; venerdì, sabato e domenica ore 11.00 – 13.00 e  15.00 – 17.00. Lunedì e martedì chiusa.

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