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De chirico di sera

Con le aperture serali Palazzo Blu ci dà la possibilità di ammirare la mostra di De Chirico fino a mezzanotte il venerdì e il sabato: perché anche l’arte può farci compagnia nelle serate estive (e renderci almeno un po’ di quel tempo in cui la mostra è stata inaccessibile).

Cosa facciamo venerdì sera? E sabato? A lungo chiusi in casa, ora siamo felici di tornare a farci domande di questo tipo. E a lungo chiuse nelle sale di Palazzo Blu, le opere della mostra su De Chirico, sono rimaste private del loro senso: essere ammirate. Dal 9 luglio la mostra De Chirico e la Metafisica a Palazzo Blu apre in via straordinaria fino alla mezzanotte nei giorni di venerdì e di sabato, per di più con un biglietto ridotto per chi entra dopo le 19.

Cosa facciamo venerdì o sabato sera? Un gelato, certo, una birra, sempre, e tanta tanta arte.

La mostra ‘De Chirico e la Metafisica’, curata da Saretto Cincinelli e Lorenzo Canova, racconta l’opera del Pictor optimus in un lungo viaggio attraverso immagini e parole. Uno degli elementi principali del progetto è la scoperta della collezione personale dell’artista, i “de Chirico di de Chirico”che sono il fulcro del progetto espositivo, composto da un grande numero di opere provenienti da La Galleria Nazionale di Roma – donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella – e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Una mostra che permette di conoscere de Chirico grazie a una serie di disvelamenti che aprono il sipario sui suoi enigmi, che hanno lasciato tracce profonde lungo l’arco del Novecento e che ancora oggi ispirano le nuove generazioni di artisti. La mostra è organizzata da MondoMostre, con il supporto di Fondazione Pisa e grazie alla importante e generosa collaborazione dei prestatori, tra questi le più prestigiose istituzioni nazionali d’arte moderna, quali la Pinacoteca di Brera e il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART), la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e de La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.  

palazzoblu.it dechiricopisa.it 

Ufficio stampa Fondazione Pisa : Susanna Bagnoli  bagnoli@fondazionepisa.it 

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De Chirico, c’è più tempo

Prorogata al 5 settembre la mostra De Chirico e la Metafisica a Palazzo Blu: l’esposizione antologica sull’artista delle metafisica e sulla corrente artistica che ha attraversato il Novecento rimedia alla lunga chiusura restando visitabile fino alla fine dell’estate.

Era stata inaugurata il 7 novembre 2020, anzi avrebbe dovuto, ma musei ed esposizioni furono chiusi proprio in quei giorni. Avrebbe dovuto chiudersi il 9 maggio, ma visto che è invece proprio da questi giorni che è di nuovo possibile visitarla, la chiusura è stata prorogata al prossimo 5 settembre.

La decisione di prolungare la mostra antologica De Chirico e la Metafisica, allestita nelle sale di Palazzo Blu è stata presa dagli organizzatori, Fondazione Pisa e MondoMostre, grazie alla importante e generosa collaborazione dei prestatori, tra i quali le più prestigiose istituzioni nazionali d’arte moderna, come la Pinacoteca di Brera e il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART), la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e de La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

In questo modo sarà possibile consentire a chi non ha ancora avuto modo di farlo a causa delle misure di sicurezza che hanno chiuso mostre e musei, di poter visitare la mostra, curata da Saretto Cincinelli e Lorenzo Canova, nel rispetto della massima sicurezza. Con oltre 80 capolavori del padre della Metafisica, Giorgio de Chirico, la mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20, la prenotazione è obbligatoria nel weekend e nei giorni festivi, e va effettuata un giorno prima della visita. Dal lunedì al venerdì è possibile acquistare i biglietti anche in sede ma si consiglia comunque la prenotazione online per evitare attese.  

L’esposizione racconta l’opera del Pictor optimus in un lungo viaggio attraverso immagini e parole; una navigazione fatta di partenze e ritorni, che hanno lasciato tracce profonde lungo l’arco del Novecento e che ancora oggi ispirano le nuove generazioni di artisti. Una mostra che permette di conoscere de Chirico grazie a una serie di disvelamenti che   aprono il sipario sui suoi enigmi, consentendo l’accesso al suo labirintico proscenio. Uno degli elementi principali del progetto è la scoperta della collezione personale dell’artista, dei “de Chirico di de Chirico” che sono il fulcro di questa mostra, composta soprattutto da un grande numero di opere provenienti da La Galleria Nazionale di Roma – donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella – e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. 

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Da vedere – La mostra di de Chirico

S’intitola De Chirico e la Metafisica: lo leggiamo sui cartelloni da Novembre, ma solo da pochi giorni, e fino a Luglio, sarà possibile visitarla. Aperta con mesi di ritardo a causa della pandemia, la grande mostra di Palazzo Blu ora non aspetta che di essere visitata. Non facciamola aspettare.

Potete leggere tutto sulla mostra qui e, in attesa di vederla dal vivo, rifarvi gli occhi scorrendo le foto del percorso della mostra qui sotto.

Guarda chi si vede, De Chirico

Riaprono i musei e, con tutte le precauzioni e le limitazioni necessarie, riapre la mostra che Palazzo Blu dedica a de Chirico: quella che non abbiamo potuto godere d’autunno, ma per la quale la pazienza e l’impegno degli organizzatori sono stati alla fine premiati. Perché per l’arte non è mai troppo tardi.

La speranza non muore mai, ma certo ce l’eravamo vista brutta: con tutto il rispetto per i motivi, più che validi, per i quali non era possibile inaugurarla, la delusione per non poter visitare quella che era la grande mostra d’autunno di Palazzo Blu era tanta. Sì, perché in effetti, la mostra De Chirico e la Metafisica, in programma dal 7 novembre scorso, non si era mai aperta al pubblico. Ricordate? Era del 3 novembre il DPCM che, con sofferenza ma senso delle priorità, decretava la chiusura al pubblico di mostre e musei. Le opere erano già lì, appese alle pareti secondo l’idea di Saretto Cincinelli e Lorenzo Canova che curavano l’esposizione organizzata da Fondazione Pisa e MondoMostre, ma nessuno poteva vederle; c’è voluta tanta pazienza e tanta fiducia per aspettare questo momento. Che, alla fine, è arrivato.

E ora, in seguito al nuovo DPCM del 14 gennaio, il Palazzo riapre i battenti e riparte proprio dalla mostra, in programma dal 20 gennaio al 7 maggio: prenotazione obbligatoria, ingressi contingentati, apertura limitata ai giorni tra il lunedì e il venerdì, ma che importa? E’ un inizio, una speranza trainata dall’arte.

E l’arte in questione è quella di uno dei più importanti artisti italiani del Novecento, un’intensa e documentata retrospettiva sulle opere di tutta la prestigiosa carriera dell’artista; un percorso cronologico dal primo Novecento, agli anni della grande pittura Metafisica, fino all’ultima luminosa fase neometafisica.

Un de Chirico da riscoprire ma anche da conoscere grazie a una serie di disvelamenti che aprono il sipario sui suoi enigmi, consentendo l’accesso al suo labirintico proscenio. Uno degli elementi principali del progetto è la scoperta della collezione personale dell’artista, dei “de Chirico di de Chirico” che sono il fulcro di questa mostra, composta soprattutto da un grande numero di opere provenienti da La Galleria Nazionale di Roma, donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella, e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

Insieme all’esposizione temporanea a Palazzo Blu riaprono anche la Mostra Permanente e la mostra fotografica L’ultimo Novecento che racconta la storia di Pisa degli ultimi trent’anni del secolo scorso, attraverso le immagini tratte dall’archivio Luciano Frassi. In quegli anni Pisa vive una stagione intensa, ricca di eventi che hanno un’eco che si allarga nel mondo, documentati dalle foto in mostra, come l’allarme per la stabilità della Torre Pendente e l’avvio dei lavori che si concluderanno con il suo consolidamento. Resta memorabile anche la straordinaria avventura del Pisa di Romeo Anconetani che vide i colori nerazzurri comparire da protagonisti sulla scena del grande calcio italiano ed a cui è dedicata un’ampia galleria di immagini che occupa un’intera stanza. È poi in quel periodo, nel giugno del 1989, che Pisa si arricchisce di una grande opera di arte contemporanea, la più importante fra quelle realizzate in città nel XX secolo, destinata ad assumere una fama internazionale: il murale di Keith Haring intitolato Tuttomondo.

L’arte e la bellezza tornano al servizio della società e del suo sviluppo, missione di ogni spazio per la cultura.

palazzoblu.it

De Chirico e il tempo sospeso. Il suo e il nostro

La mostra d’autunno a Palazzo Blu è dedicata al maestro della metafisica di cui si propone un’antologia di capolavori che ne ripercorre l’intera carriera artistica, mostrando una coerenza spesso misconosciuta. E una visione delle cose sempre attuale.

In tempi incerti le certezze sono oro: fra queste, nonostante le tante difficoltà, la grande mostra autunnale a Palazzo Blu torna a darci, mai come adesso, una prospettiva sulla bellezza. De Chirico e la Metafisica, dal 7 novembre 2020 al 9 maggio 2021 ripercorre la ricerca dell’artista e ci spiega, attraverso le opere appartenenti alle sue diverse stagioni, che il suo genio non si è certo affievolito al termine del primo ciclo della sua carriera, quello propriamente metafisico.

Dopo averci fatto entrare, negli anni ’10 del secolo scorso, in un mondo di sospensione, la cui apparente serenità è come in attesa di qualcosa che debba succedere da un momento all’altro, di una verità che emerga al di là, o al di dentro, dei simboli presenti sulla tela, de Chirico non abbandona la Metafisica. Non la abbandonerà mai, ma continuerà sempre a rifarsi in qualche modo a questa prima esperienza nelle stagioni della cosiddetta seconda Metafisica e della Neometafisica. Quella che Calvesi chiama Metafisica continua.

L’opera d’arte metafisica è quanto all’aspetto serena; dà però l’impressione che qualcosa di nuovo debba accadere in quella stessa serenità e che altri segni, oltre a quelli già palesi, debbano subentrare sul quadrato della tela. Tale è il sintomo rivelatore della profondità abitata. (Giorgio de Chirico, Sull’arte metafisica, 1919)

A lungo sottovalutato, anche a causa dell’interpretazione di Breton che ne vedeva appassite le capacità dopo quei primi decenni del ‘900, il de Chirico delle fasi successive è presentato in mostra da un punto di vista diverso, che lo libera dal ruolo, prestigioso ma limitativo, di precursore del Surrealismo.

Anche grazie alla presenza di una parte della collezione personale dell’artista, i de Chirico di de Chirico, fulcro dell’esposizione a Palazzo Blu, gli enigmi racchiusi nelle figure avulse dal contesto, negli squarci di città antiche e moderne, nei suoi simboli immobili e muti al centro di spazi dal tempo sospeso sono inquadrati in una prospettiva ancora più ampia e non racchiusi in un solo, breve periodo.

Grazie al supporto delle più prestigiose istituzioni nazionali d’arte moderna, come la Pinacoteca di Brera e il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto MART, il progetto presenta a Palazzo Blu una serie di capolavori assoluti, provenienti prevalentemente dalla Galleria Nazionale di Roma (donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella) e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

In ordine cronologico, l’antologia di opere parte dagli esordi ispirati a Böcklin e Klinger della fine del primo decennio del Novecento agli anni Dieci della grande pittura Metafisica; dai capolavori del periodo classico dei primi anni Venti della “seconda metafisica” parigina, fino ai Bagni Misteriosi degli anni Trenta, alle straordinarie ricerche sulla pittura dei grandi maestri del passato riscontrabili nelle nature morte, nei nudi e negli autoritratti, realizzati tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, giungendo all’ultima, luminosa fase neometafisica, recentemente molto rivalutata.

Le piazze, disabitate, dei luoghi dove il pittore ha vissuto (prima Volos e Atene, poi Monaco di Baviera, Milano, Firenze, Torino, Parigi, Ferrara, New York, Venezia, Roma), sono popolate da oggetti, frammenti, rovine, archi, portici, angoli di strade, muri, edifici, torri, ciminiere, treni, statue, manichini che estraniati dal loro abituale contesto emergono con tutta la loro forza iconica diventando irreali, misteriosi, enigmatici.

Non sarà difficile trovarci un po’ di noi, delle nostre vite, della nostra contemporaneità.

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