Domenica in jazz: gli appuntamenti musicali di Palazzo Blu si declinano, anche, in chiave jazz
Si affiancano alla musica classica e alla sua versione da camera, quattro monografie su altrettanti artisti che hanno fatto la storia di questo genere musicale: ecco la seconda edizione di Domenica in jazz, appuntamento per appassionati e curiosi con questo genere particolare e insieme universale. Palazzo Blu si conferma capace di variegare la propria offerta culturale ospitando i concerti di grandi esponenti del jazz italiano. Le lezioni concerto della domenica mattina nascono dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Blu e il progetto Pisa Jazz, promosso dall’associazione ExWide con il contributo della Fondazione Pisa e del Comune di Pisa; gli incontri, condotti dal docente, giornalista e grande esperto di storia del jazz Francesco Martinelli, partono il 17 novembre, alle 11, con Silvia Bolognesi, Rossano Emili e la musica di Charles Mingus. Il 24 novembre sarà la volta di quella di Thelonius Monk suonato da Paolo Birro; il 1 dicembre Franco D’Andrea interpreta Duke Ellington e il 15 dicembre Stefano “Cocco” Cantini, Andrea Beninati e Michelangelo Scandroglio ci raccontano con gli strumenti John Coltrane.
PROGRAMMA
17 Novembre ore 11
CHARLES MINGUS
Musicisti: Silvia Bolognesi & Rossano Emili
Charles Mingus è stato un innovatore e un ribelle del jazz, ma è anche stato il musicista la cui carriera ha attivamente attraversato più epoche della storia di questa musica. Partito da Armstrong e Hampton, attraverso Ellington e il bebop ha poi ispirato e anticipato il free. Contrabbassista magistrale, bandleader e compositore, produttore e organizzatore, Mingus è una personalità complessa e ineludibile per chi ama il jazz. Silvia Bolognesi, la bassista toscana di fama internazionale con cui celebriamo la musica di Mingus ha semplicemente detto “Se suono jazz è perché ho sentito Mingus” e Rossano Emili, uno dei maggiori specialisti europei del clarinetto basso, è stato ispirato a sua volta da uno dei collaboratori chiave di Mingus, Eric Dolphy.
24 Novembre ore 11:00
THELONIOUS MONK
Musicisti: Silvia Bolognesi & Rossano Emili
Thelonious Monk, nato nel 1917 come il jazz, si staglia nella storia del jazz come una montagna severa e inarrivabile. Iniziato al pianoforte dai virtuosi di Harlem diventerà il guru di Parker e Gillespie; accusato di non essere un maestro della tastiera si rivelerà come uno dei musicisti più influenti del jazz, e le sue composizioni giudicate “sbagliate” o “troppo difficili” oggi formano la base del jazz moderno. Il pianista padovano Paolo Birro che ha dedicato uno splendido album al repertorio monkiano ci aiuterà a ripercorrere la sua musica insieme al sassofonista Pietro Tonolo.
01 Dicembre ore 11:00
DUKE ELLINGTON
Con Franco D’Andrea
Difficile limitare l’impatto di Duke Ellington al jazz: la musica del compositore di Washington è un corpus tra i più importanti del XX secolo, spesso in dialogo sottile e ironico con gli altri grandi compositori a lui contemporanei, come George Gershwin e Arnold Schoenberg. Nel 2020 ricorre il 70mo anniversario del suo concerto pisano del 18 maggio 1950 al Teatro Verdi. Il suo inconfondibile gusto coloristico, le infinite variazioni sul blues, le opere sinfoniche e sacre e lo swing per big band saranno rievocate da Franco D’Andrea, un personalità fondante del jazz in Europa che ha riletto su disco non solo l’Ellington più celebre ma anche quello delle suite sinfoniche.
15 Dicembre ore 11:00
JOHN COLTRANE
Musicisti: Stefano “Cocco” Cantini, Andrea Beninati, Michelangelo Scandroglio
Coleman Hawkins ha dominato il sassofono negli anni Quaranta, Charlie Parker negli anni Cinquanta e John Coltrane negli anni Sessanta, dopo una lunga gavetta accanto a Miles Davis e a Thelonious per arrivare a esprimere una urgenza espressiva e spirituale senza eguali negli anni subito prima della sua prematura scomparsa. Da Giant Steps ad A Love Supreme fino ad Ascension le sue opere sono pietre miliari della storia del jazz. Stefano “Cocco” Cantini ha approfondito forse come nessun altro in Italia l’universo coltraneiano – suono, composizione, improvvisazione – e ci accompagnerà nella sua esplorazione.
Francesco Martinelli è una vera istituzione internazionale nell’ambito della storia del jazz. Francesco Martinelli è infatti impegnato fino dagli anni Settanta nella diffusione della cultura jazzistica in Italia come organizzatore di concerti, giornalista, saggista e traduttore, insegnante e conferenziere. Ha collaborato negli anni Settanta alla organizzazione delle memorabili Rassegne Internazionali del Jazz di Pisa, e in seguito ha promosso nella sua città concerti e rassegne tra cui La Nuova Onda, l’Instabile’s Festival, An Insolent Noise. Ha tradotto una dozzina di libri dall’inglese all’italiano, collaborando con Arcana, Il Saggiatore, EDT e con la pisana ETS per la collana Sonografie la cui più recente uscita è un volume su Steve Lacy. Insegna Storia della Popular Music al Conservatorio Bomporti di Trento e Storia del Jazz presso l’Istituto Musicale Mascagni di Livorno e la Siena Jazz University; a Siena Jazz dirige anche il Centro Studi sul Jazz “Arrigo Polillo”, la più ampia raccolta di libri, riviste e registrazioni di jazz in Italia, e dirige la collana di testi jazzistici in traduzione creata in collaborazione da EDT e Siena Jazz. In Settembre a conclusione di un vasto progetto internazionale promosso dall’European Jazz Network è stato pubblicato dalla inglese Equinox il volume “The History of European Jazz – The music, musicians and audience in context”, curato da Martinelli.
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