La grande mostra Raffaello 1520 – 1483 in programma alle Scuderie del Quirinale è visitabile grazie ad una meravigliosa passeggiata virtuale, ideata proprio per non rinunciare all’arte nemmeno in questi giorni casalinghi. In attesa di vederla presto dal vivo.
Dopo che il Presidente di Ales S.p.A. e il Direttore e curatore della mostra ce l’avevano illustrata, spiegandoci l’idea, geniale, di un percorso a ritroso, e ci avevano fatto sentire ancora più forte il desiderio di visitarla, la tecnologia ci viene incontro, anche, per farci apprezzare proprio ciò che più di tutto gode del contatto diretto: l’arte.
Mario De Simoni, Presidente Ales S.p.A., e Matteo Lafranconi, Direttore delle Scuderie del Quirinale e curatore della mostra Raffaello 1520-1483, ci parlano della mostra Raffaello e della sua “messa al buio” in questo periodo di chiusura. Dormiente in attesa del risveglio
Tanti sono i contenuti relativi alla mostra messi a disposizione delle Scuderie del Quirinale a proposito delle diverse opere esposte, dei nodi tematici che portano alla nostra attenzione: esemplare il video sulla Lettera a Leone X, un documento scritto a quattro mani da Raffaello e da Baldassarre Castiglione considerato una pietra miliare per la storia dell’arte del primo Cinquecento.
nella Lettera a Leone X del 1519, una riflessione sul disegno architettonico e sulla tutela dei Beni Culturali; entrambi, anche il primo argomento, ci riguardano tutti
Un modo bello non solo per passare le nostre ore di isolamento, ma anche per essere pronti ad apprezzare ancora meglio l’esposizione una volta che potremo visitarla dal vivo.
A cento anni dalla morte, Amedeo Modigliani torna nella sua Livorno con una mostra al Museo della Città di Livorno, fino al 16 febbraio.
Già camminare nelle sale dei restaurati Bottini dell’olio, oggi Museo della Città di Livorno, è bellissimo: la struttura che conserva la sua forma così particolare, il pavimento sul quale ci sono ancora le canaline di scolo che ci accompagnano per tutto il percorso. A Modigliani, così legato alla sua città e mai montatosi la testa, sarebbe piaciuto. Lungo i bracci del museo, la mostra Modigliani e l’avventura di Montparnasse racconta l’artista dei colli lunghi e degli occhi trasparenti attraverso 26 delle sue opere e un centinaio di capolavori della cosidetta Ecole de Paris appartenuti a due tra i maggiori collezionisti dell’opera di Modì: Netter e Alexandre.
Dalla collezione Netter arrivano 14 opere di Modigliani tra le quali il ritratto Fillette en Bleu del 1918 che fa da locandina all’esposizione e che, da solo, ci dice tutto quello che c’è da sapere su Modì, sul suo far sembrare semplice il suo tratto così poetico;
l ritratto di Chaïm Soutine del 1916; il ritratto Elvire au col blanc (Elvire à la collerette) dipinto tra il ’18 e il ’19; e quello, uno dei tanti, di Jeanne Hébuterne, la donna che tanto ha amato e che tanto ha amato lui, Jeune fille rousse, del 1919.
I 12 disegni delle Cariatidi, tra i quali la Cariatide (bleue) del 1913. provengono invece dalla collezione Alexandre, il collezionista che ha sostenuto Modigliani al suo arrivo a Parigi e quando è tornato a Livorno.
Dalla collezione Netter provengono poi un centinaio di opere che ci aiutano a capire l’avventura della Parigi dell’inizio del secolo scorso, l’atmosfera di fermento che permise a tanti di trovare un ambiente in cui far fiorire il proprio talento, ma anche le difficoltà, la povertà e la malinconia che accompagnarono così spesso il talento di tanti. Tra le opere più rappresentative della grande Ecole de Paris, i dipinti di Chaïm Soutine, Maurice Utrillo, Suzanne Valadon, Andrè Derain.
in alto, da sinistra: Soutine ritratto da Modigliani nel 1916; Derain, Les Grandes Baigneuses, 1908; Valadon, Trois nus à la campagne, 1909; Utrillo, Place de l’église à Montmagny, 1907
Il livornese Modigliani aveva trovato a Parigi l’ambiente più adatto per dare sfogo alla sua voglia di dipingere, ma era tornato a casa nel 1909 e nel 1913; avrebbe voluto farlo anche nel 1920, ma non ha fatto in tempo. A cento anni da allora, ci torna con le sue opere e noi non possiamo perderci l’occasione di seguire le linee di quei colli lunghi e perderci in quegli occhi trasparenti.
Modigliani e l’avventura di Montparnasse, Museo della Città di Livorno (Bottini dell’olio) fino al 16 febbraio