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Ultimo futurismo

Mercoledì 30 gennaio ultimo appuntamento di approfondimento relativo alla mostra Futurismo a Palazzo Blu, visitabile fino al 9 febbraio: si tratta dell’incontro con il Prof. Emilio Gentile dal titolo Futurismo e fascismo: rivoluzionari per una Grande Italia

Mentre la mostra sul Futurismo si avvia alla chiusura registrando il grande successo che merita, alle 17 del 30 gennaio, nell’auditorium di Palazzo Blu, si terrà l’ultimo degli appuntamenti dedicati ad approfondire la visita della mostra andando ad indagare il periodo storico, la temperie politica, la situazione sociale, economica, culturale nella quale il movimento del Futurismo è nato è si è sviluppato.

Il professore emerito e storico Emilio Gentile chiuderà la rassegna con un tema storico – politico. la relazione complessa tra arte e politica, con l’intervento dal titolo Futurismo e fascismo: rivoluzionari per una Grande Italia.

Il futurismo fu l’unico movimento di avanguardia artistica del Novecento, che fin dall’inizio ebbe un programma politico, considerando la politica parte integrante della sua rivoluzione totale. Nazionalista e imperialista, libertario e individualista, il futurismo politico aveva soprattutto il mito dell’italianismo, la visione di un nuovo primato dell’Italia nell’epoca moderna. Interventisti e volontari nella Grande Guerra, alla fine del 1918 i futuristi fondarono un partito politico, e il 23 marzo 1919 parteciparono alla nascita dei Fasci italiani di combattimento. Da allora, e per tutto il successivo ventennio, fascismo e futurismo vissero un rapporto talvolta conflittuale, nella comune pretesa di rappresentare la nuova Grande Italia del ventesimo secolo.

Emilio Gentile è Professore emerito della Università di Roma La Sapienza, volto noto anche in tv per la collaborazione con RAI Storia, è riconosciuto a livello internazionale come uno dei massimi esperti di storia del Fascismo. Fra le sue opere più recenti ‘In democrazia il popolo è sempre sovrano. Falso!’ (Laterza 2016); ‘Mussolini contro Lenin’ (Laterza 2017); ‘25 luglio 1943’ (Laterza 2018); ‘Chi è fascista’ (Laterza 2019).

Ingresso libero

leggi l’articolo sulla mostra a Palazzo Blu

palazzoblu.it

L’artista, il genio e un quadro

Il Ritratto di Antonio Pacinotti dipinto da Giacomo Balla eccezionalmente esposto a Palazzo Blu fino al 9 febbraio, per tutta la durata della mostra Futurismo.

Cosa c’entra il grande scienziato pisano con uno dei padri del Futurismo? Di certo questo quadro inedito è la prova di un contatto, anche se postumo, tra i due geni che un secolo fa lasciarono, ciascuno nel proprio ambito, una traccia indelebile della loro capacità.

Elena Gigli, responsabile Archivio Gigli
per l’opera di Giacomo Balla

Inedito, perché mai esposto finora ed in realtà ancora abbastanza misterioso: il quadro è firmato da Balla (non più Futurballa, i tempi del futurismo tout court sono passati), ma non è datato e non se ne conosce la genesi. La ricostruzione della studiosa Elena Gigli lo data prima del 1941, quando è citato, e dopo il 1934, anche per motivi stilistici, e sappiamo che si tratta della copia di una fotografia del 1911.

Scoperto recentemente nella Scuola di Ingegneria, il quadro è un omaggio ad uno dei padri nobili dell’università di Pisa, inventore della dinamo e del motore elettrico in corrente continua, realizzato a più di vent’anni dalla sua scomparsa a scopo probabilmente celebrativo; un’opera che mette in relazione le idee futuriste di modernità e velocità, pur non espresse nei canoni più esplicitamente futuristi, e la rivoluzione tecnologica promossa dalle grandi invenzioni di Antonio Pacinotti.

Un’opera che rende onore a questa brillante mente pisana la cui conoscenza è spesso molto superficiale e che, nell’auspicio del Rettore dell’Università Paolo Mancarella, proprietario del dipinto, e in quello della Presidente del Sistema Museale di Ateneo, Chiara Bodei, potrà essere il tassello di una collaborazione tra enti per una reale organizzazione e messa a sistema delle tante bellezze pisane troppo spesso poco fruibili.

palazzoblu.it

Le statue futuriste volano!

Venerdì 13 dicembre alle 17, secondo appuntamento a Palazzo Blu con gli incontri che ci spiegano il Futurismo

La scultura di Boccioni Forme uniche della continuità nello spazio (sì, quella raffigurata sul retro della moneta da venti centesimi) è un capolavoro futurista e approfondirne genesi e intenti può aiutarci a comprendere questo movimento e l’idea di unoi dei suoi maggiori esponenti.

Le statue futuriste volano! Storie e avventure delle Forme uniche della continuità nello spazio di Umberto Boccioni è il titolo dell’incontro con Marco Carminati, storico dell’arte, scrittore e giornalista responsabile delle pagine d’arte de La Domenica de IlSole24Ore.

Il pittore-scultore futurista Umberto Boccioni (1882-1916) tentò con quest’opera di rappresentare il movimento e la fluidità, cercando di superare la staticità rispetto allo spazio circostante della scultura tradizionale per creare una “forma di continuità nello spazio” e approdando, infine, a un’opera considerata uno dei capisaldi del Futurismo.

A proposito di Futurismo

Dal 29 novembre tornano gli appuntamenti per approfondire la mostra sul Futurismo a Palazzo Blu.

Se visitare una mostra è un’ occasione di crescita personale, poter partecipare ad una serie di incontri che quella mostra spiegano e approfondiscono, oltre ad un modo di migliorarci e un arricchimento dell’offerta culturale cittadina, è un’opportunità per imparare a guardare le cose da diversi punti di vista.

In questo senso, in occasione della mostra Futurismo a Palazzo Blu fino al 9 febbraio 2020, la Fondazione Blu Palazzo d’Arte e Cultura rinnova l’ormai collaudata formula degli incontri abbinati alla mostra in corso. Ciascun appuntamento presso l’auditorium, in via Pietro Toselli 27, indagherà un particolare aspetto del movimento o del periodo storico, artistico, culturale ad esso collegato, con scrittori, critici d’arte, autori ed esperti di diverse discipline.

Il programma

1° incontro: venerdì 29 novembre 2019, ore 17
Il Futurismo, ostacolo alla gerarchia espositiva del fascismo
Con Sileno Salvagnini, storico dell’arte, professore ordinario all’Accademia di Belle Arti di Venezia, già vicedirettore dell’Accademia di Venezia.
Durante il ventennio vi fu un gigantesco piano di gerarchizzare mediante leggi le esposizioni in tutta Italia, comprendente mostre sindacali, nazionali (Quadriennale di Roma) e internazionali (Biennale di Venezia). Il Futurismo rappresentò una sorta di granello di sabbia che talvolta inceppò questo meccanismo.

2° incontro: venerdì 13 dicembre 2019, ore 17
LE STATUE FUTURISTE VOLANO! Storie e avventure delle “FORME UNICHE DELLA CONTINUITÀ DELLO SPAZIO” di Umberto Boccioni
Con Marco Carminati, storico dell’arte, scrittore e giornalista responsabile delle pagine d’arte de La Domenica de IlSole24Ore.

“Forme uniche della continuità nello spazio” è una celebre scultura del pittore-scultore futurista Umberto Boccioni (1882-1916) nella quale l’artista tentò di rappresentare il movimento e la fluidità, tentando di superare la scultura tradizionale per creare una “forma di continuità nello spazio” e approdando, infine, a un’opera considerata uno dei capisaldi del Futurismo italiano. La scultura è raffigurata sul retro delle monete da 20 centesimi di euro coniate in Italia e se ne conoscono varie versioni in bronzo, la più antica si trova al Museo del Novecento di Milano.

3° incontro ore 17.00, venerdì 10 gennaio 2020
Giacomo Balla e le grandi dimostrazioni 1914-1919
Con Elena Gigli, storica dell’arte ed esperta studiosa di Giacomo Balla.

Il 28 giugno 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale: l’Italia si proclama neutrale, mentre i futuristi sono per l’intervento (la guerra è “igiene del mondo”). Per Giacomo Balla l’interventismo è una posizione morale ma anche una colorata sintesi dell’entusiasmo giovanile. Nel corso del 1915, Balla viene arrestato due volte. Nascono quindi le opere dedicate alle Dimostrazioni Interventiste collegate proprio agli eventi bellici: si va da Le insidie del 9 Maggio a Forme-volume del grido “Viva l’Italia” a Bandiere all’Altare della Patria alla rievocazione della Breccia di Porta Pia nell’opera XX Settembre…per concludersi con Battimani + gridi patriottici e Corazzata + vedova + vento.

4° incontro ore 17.00, venerdì 24 gennaio 2020
La città che sale.
La nascita del Futurismo, nella nuova economia industriale

Con Ada Masoero, curatrice della mostra FUTURISMO, storica dell’arte e giornalista. Collabora con le pagine culturali de La Domenica de IlSole24Ore e de Il Giornale dell’Arte.

Alla fine dell’Ottocento anche in Italia si manifesta un cambiamento epocale: in alcune aree l’economia, da agricola che era, diventa industriale e il paesaggio, sul piano urbanistico e sociale, muta radicalmente. Le città prendono a inglobare le campagne circostanti insieme ai loro abitanti, trasformati da contadini in operai. I futuristi sono i primi esponenti del mondo della cultura a cogliere la portata di tale fenomeno e a trasferirlo nella loro arte.

palazzoblu.it

Il Futurismo, oggi

Fino al 9 febbraio a Palazzo Blu si racconta il Futurismo con una grande mostra che ci fa rileggere lo spirito di un’epoca.

Marinetti era già arrivato a Pisa, con una delle sue Serate Futuriste, quelle strane performance che dovevano essere davvero sovversive anche solo per il modo in cui proponevano l’arte. Era stato accolto al Teatro Rossi: accolto si fa per dire, visto che la serata era finita con un sonoro lancio di ortaggi che il padre fondatore del movimento aveva commentato come il segno di una riuscita perfetta. Ma si sa: con il futurismo tutti i canoni sono rovesciati; dunque sì, in effetti un’accoglienza calorosa. Oggi torna nella nostra città con la mostra Futurismo in programma fino al 9 febbraio a Palazzo Blu, se chissà vorrebbe che gli fossero tirati ortaggi.

La peculiarità del Futurismo, unica vera grande avanguardia artistica italiana del 900, è la volontà del movimento di intrecciare l’arte con la vita, di non affascinare un ristretto gruppo di addetti ai lavori arroccati nella torre di una cultura d’élite, ma arrivare a tutti. Arrivare e smuovere, rivoluzionare, ribaltare quello che c’era prima per creare qualcosa di nuovo. Quindi il movimento, il culto della rivoluzione, del rovesciamento della tradizione; la velocità, il cambiamento, le innovazioni, le macchine, le industrie. Ma, attenzione: tutto secondo regole precise che dal primo Manifesto del 1909, venivano pubblicate, dunque appunto rese pubbliche, diffuse, e rispettate.

A 110 anni dal primo Manifesto, la mostra curata da Ada Masoero, propone una ricca scelta di opere dei firmatari di quel primo Manifesto e di quelli che, dedicati di volta in volta alle diverse declinazioni artistiche, furono pubblicati negli anni seguenti. Più di cento opere di primissimo rilievo da Marinetti a Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini e poi Prampolini, Depero, Fillia, Benedetta descrivono un movimento che è stato coerente nella sua eversività e rivolto al popolo tutto pur rompendo tutte le regole che il popolo poteva conoscere.

La mostra segue l’ordine cronologico dei tre decenni del movimento senza mai risultare pedante; raggruppa i temi che hanno interessato i futuristi risultando comunque fluida; racconta un periodo storico e le sue immancabili implicazioni politiche mettendo in luce le connessioni senza ambiguità, ma operando i dovuti distinguo; è ricchissima di opere di primo rilievo ma resta leggera e piacevolissima da visitare. Marinetti sarebbe contento: oltre alla possibilità di leggere di sala in sala il testo completo di ciascun manifesto, ci sono lungo il percorso momenti ludici nei quali il visitatore può vedere il proprio viso sovrapposto al ritratto del fondatore o giocare su una lavagna magnetica con le parole in libertà componendo la propria poesia futurista. Più divertente che tirare ortaggi.

www.futurismopisa.it www.mondomostre.it www.palazzoblu.it

Pronti per il futuro?

Una nuova grande mostra a Palazzo Blu.

Dopo averci presentato la grande arte di Chagall, Mirò, Picasso, ci ha stupito con Kandinsky e Wharol, ci ha fatto innamorare con Modigliani e ballare con Toulouse Lautrec, sognare con Dalì, scappare con Escher, perdere con Magritte e Duchamp.

Ora palazzo Blu si prepara per la nuova grande mostra autunnale.

E voi, siete pronti per il futuro?

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