Riaprono i musei e, con tutte le precauzioni e le limitazioni necessarie, riapre la mostra che Palazzo Blu dedica a de Chirico: quella che non abbiamo potuto godere d’autunno, ma per la quale la pazienza e l’impegno degli organizzatori sono stati alla fine premiati. Perché per l’arte non è mai troppo tardi.

La speranza non muore mai, ma certo ce l’eravamo vista brutta: con tutto il rispetto per i motivi, più che validi, per i quali non era possibile inaugurarla, la delusione per non poter visitare quella che era la grande mostra d’autunno di Palazzo Blu era tanta. Sì, perché in effetti, la mostra De Chirico e la Metafisica, in programma dal 7 novembre scorso, non si era mai aperta al pubblico. Ricordate? Era del 3 novembre il DPCM che, con sofferenza ma senso delle priorità, decretava la chiusura al pubblico di mostre e musei. Le opere erano già lì, appese alle pareti secondo l’idea di Saretto Cincinelli e Lorenzo Canova che curavano l’esposizione organizzata da Fondazione Pisa e MondoMostre, ma nessuno poteva vederle; c’è voluta tanta pazienza e tanta fiducia per aspettare questo momento. Che, alla fine, è arrivato.
E ora, in seguito al nuovo DPCM del 14 gennaio, il Palazzo riapre i battenti e riparte proprio dalla mostra, in programma dal 20 gennaio al 7 maggio: prenotazione obbligatoria, ingressi contingentati, apertura limitata ai giorni tra il lunedì e il venerdì, ma che importa? E’ un inizio, una speranza trainata dall’arte.
E l’arte in questione è quella di uno dei più importanti artisti italiani del Novecento, un’intensa e documentata retrospettiva sulle opere di tutta la prestigiosa carriera dell’artista; un percorso cronologico dal primo Novecento, agli anni della grande pittura Metafisica, fino all’ultima luminosa fase neometafisica.

Un de Chirico da riscoprire ma anche da conoscere grazie a una serie di disvelamenti che aprono il sipario sui suoi enigmi, consentendo l’accesso al suo labirintico proscenio. Uno degli elementi principali del progetto è la scoperta della collezione personale dell’artista, dei “de Chirico di de Chirico” che sono il fulcro di questa mostra, composta soprattutto da un grande numero di opere provenienti da La Galleria Nazionale di Roma, donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella, e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Insieme all’esposizione temporanea a Palazzo Blu riaprono anche la Mostra Permanente e la mostra fotografica L’ultimo Novecento che racconta la storia di Pisa degli ultimi trent’anni del secolo scorso, attraverso le immagini tratte dall’archivio Luciano Frassi. In quegli anni Pisa vive una stagione intensa, ricca di eventi che hanno un’eco che si allarga nel mondo, documentati dalle foto in mostra, come l’allarme per la stabilità della Torre Pendente e l’avvio dei lavori che si concluderanno con il suo consolidamento. Resta memorabile anche la straordinaria avventura del Pisa di Romeo Anconetani che vide i colori nerazzurri comparire da protagonisti sulla scena del grande calcio italiano ed a cui è dedicata un’ampia galleria di immagini che occupa un’intera stanza. È poi in quel periodo, nel giugno del 1989, che Pisa si arricchisce di una grande opera di arte contemporanea, la più importante fra quelle realizzate in città nel XX secolo, destinata ad assumere una fama internazionale: il murale di Keith Haring intitolato Tuttomondo.
L’arte e la bellezza tornano al servizio della società e del suo sviluppo, missione di ogni spazio per la cultura.
