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Una passerella per Sant’Ermete

Avviate le procedure di gara per la passerella ciclopedonale che collegherà Sant’Ermete al centro: al via in primavera, i lavori metteranno in sicurezza i pedoni, ricucendo i quartieri e promuovendo la mobilità dolce

Individuare l’operatore economico al quale affidare l’intervento è il primo passo per la messa in sicurezza e l’ampliamento del Cavalcavia di Sant’Ermete che prevede la realizzazione della passerella ciclopedonale. L’opera, che fa parte del progetto Binario 14, potrà iniziare a prendere forma a marzo, ma per vederla conclusa ci vorrà almewno un annetto.

“Si tratta di un progetto complesso – dichiara il sindaco Michele Conti – che nel corso del tempo è stato modificato rispetto alla versione originale data l’esistenza di vincoli ferroviari, strutturali e viari, e che ha comportato diversi passaggi e momenti di confronto con RFI, in cui abbiamo recepito osservazioni e operato le modifiche necessarie. Con questo intervento andremo a realizzare un’opera fondamentale per i residenti della zona, in grado di ricucire la spaccatura tra il quartiere di Porta Fiorentina e quello di Sant’Ermete rappresentata dal passaggio della ferrovia. La mobilità di pedoni e ciclisti che si sposteranno da una zona all’altra della città verrà messa in sicurezza e verrà corredata dalla realizzazione di una pista ciclabile che collegherà i quartieri, percorrendo via Cattaneo, via Emilia e proseguendo a Sant’Ermete”.

Il progetto definitivo di realizzazione del percorso ciclopedonale sopraelevato sulla via Emilia che mette in collegamento la zona di Portata Fiorentina con il quartiere di Sant’Ermete prevede la costruzione di una passerella con struttura metallica, che correrà con tracciato parallelo al cavalcavia esistente, in prossimità dello stesso sovrappasso stradale. La passerella avrà una lunghezza di 49.50 metri e una larghezza di 3,40 metri, con altezza complessiva massima della travatura pari a circa 11 metri rispetto al piano strada della via Emilia. La passerella viene raggiunta mediante due scale e due ascensori (uno posto sul lato nord e uno sul sud). Gli ascensori saranno a norma di persone disabili e idonei per il trasporto delle biciclette.

Sul lato nord visto il ridotto spazio disponibile, verrà mantenuta parte della scala esistente. La passerella sarà imboccata dalla vecchia via Emilia, in corrispondenza delle attuali scalette di accesso al cavalcavia. Sul lato sud la passerella sarà invece collegata alla vecchia via Emilia posta sull’altro lato delle ferrovie, mediante un’area verde ricavata all’interno del lotto di proprietà di RFI, che verrà riqualificato. La passerella sarà realizzata a norma per essere utilizzata sia dai pedoni che dai ciclisti contemporaneamente: per questo la larghezza complessiva delle corsie da 2.50 metri è stata incrementata e portata fino a 3 metri.  

La passerella, costituita in profilati tubolari in acciaio, sarà aperta nella parte superiore e chiusa lateralmente mediante pannelli di lamiera con la finalità di proteggere la sede ferroviaria dalla caduta di oggetti. La pavimentazione della passerella sarà in conglomerato drenante, ecocompatibile, incombustibile e antisdrucciolo. I vani ascensore saranno realizzati in cemento armato a faccia vista, con pensilina leggera di protezione agli ingressi. La scala di accesso sud sarà realizzata mediante profilati in acciaio zincati. La scala nord sarà in parte su terra, in parte a soletta rampante, sarà rivestita in lastre di pietra. In corrispondenza dell’accesso nord, sotto la scala, è previsto un vano parzialmente aperto per l’alloggio dei quadri elettrici e ascensore, dotato di un soppalco in acciaio e lamiera per l’accesso alla manutenzione dei tiranti. E’ prevista inoltre una illuminazione del percorso ciclopedonale, sia dell’interno che dall’esterno. 

Le fasi di realizzazione del cantiere prevedono prima la bonifica bellica nell’area cantiere e la demolizioni dei manufatti, poi la realizzazione delle opere strutturali e delle fondazioni, quindi il trasporto dei componenti sul cavalcaferrovia, posa e montaggio dei blocchi e a seguire il montaggio della passerella, con la realizzazione delle opere di finitura come scale e ascensori. Le fasi di montaggio delle varie parti della reticolare saranno realizzati durante la notte, previa interruzione dell’alimentazione delle linee elettriche. Le opere di finitura che non coinvolgono la sede ferroviaria, l’asfaltatura, posa di illuminazione, saranno realizzate in orario diurno.

Sono infine previste come opere aggiuntive la realizzazione di un’area verde completa di alberature ombreggianti, panchine, area giochi per bambini, rastrelliere per parcheggio di biciclette, la sostituzione della recinzione in rete metalliche con ringhiera in acciaio e inserimento di cancelli con apertura manuale, la sostituzione del fondo bitumato previsto per la pista ciclabile con conglomerato drenante ecocompatibile.

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Nuova vita all’ex caserma

Case di edilizia residenziale privata sociale, una nuova area a verde con parco pubblico, percorsi di collegamento tra le vie del quartiere e fondi per attività professionali: adottato il piano di recupero per l’ex caserma Curtatone e Montanare nel quartiere dei San Martino.

Un’operazione di rigenerazione urbana nel quartiere San Martino riporterà i cittadini ad abitare e vivere una parte importante del centro storico: procede infatti l’iter urbanistico per arrivare al risanamento e alla trasformazione dell’ex caserma Curtatone e Montanara nel quartiere San Martino. La Giunta Comunale ha approvato nell’ultima seduta l’adozione del Piano di Recupero della struttura di via Giordano Bruno, che è stata sede del distretto militare fino al 1995. Nel progetto, case di edilizia residenziale privata sociale, che saranno vendute sulla base dei limiti di reddito, una nuova area a verde con parco pubblico, percorsi di collegamento tra le vie del quartiere e fondi per attività professionali, in linea con l’atto di indirizzo del Consiglio Comunale che è stato approvato nel 2017.

“Stiamo lavorando a pieno ritmo – dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti – per arrivare prima possibile al recupero delle due caserme cittadine che ci permetteranno di riacquistare e trasformare due grandi aree del centro storico attualmente inutilizzate, restituendole ai cittadini. È un’operazione fondamentale di rigenerazione urbana che può cambiare volto al centro storico e che stiamo portando avanti secondo due principi cardine su cui la nostra Amministrazione crede fermamente: innanzitutto il recupero di spazi inutilizzati e abbandonati da tempo in aree centrali, di pregio e strategiche della città che verranno trasformate in nuove residenze per i cittadini. E secondo la creazione di nuovi alloggi finalizzata a riportare le persone ad abitare il nostro centro storico, perché siamo convinti che un centro abitato dalle famiglie rappresenti l’unica condizione per mantenere una città storica viva e presidiata dai cittadini”. 

“Il recupero dell’ex distretto di via Giordano Bruno – prosegue il sindaco – riportando famiglie ed abitanti in questa parte importante del centro storico, sarà una grande occasione per riqualificare il quartiere di San Martino, dare nuovo slancio ai negozi di vicinato e far ripartire le attività commerciali del quartiere. Un centro storico che riprende vita e che genera nuove attività economiche è in grado di rinsaldare il tessuto sociale di una città come Pisa, che è fatta sì di cultura, università e turismo, ma anche di residenti che la abitano e la vivono tutti i giorni.”

Il Piano di Recupero approvato dalla Giunta è il risultato di un lungo iter procedurale tecnico e amministrativo, inzialmente avviato su iniziativa della Cassa Depositi e Prestiti, che aveva acquisito l’area nel 2017 insieme alla caserma Artale. A febbraio la Società Investire, nuovo acquirente dell’ex distretto in quanto vincitore del bando pubblicato dalla Cassa Depositi e Prestiti, ha presentato, in attesa di sottoscrivere il contratto di acquisizione, la soluzione progettuale di trsformazione dell’area, che è stata sostanzialmente rivista e integrata alla luce della verifica di Valutazione Ambientale Strategica e delle integrazioni richieste dagli uffici dell’urbanistica. 

“Teniamo a sottolineare – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli – che nel nuovo progetto approvato dalla Giunta è stata introdotta una riduzione dei volumi edificati di circa 638 metri quadrati, che passeranno dai 7448 dello stato attuale, ai 6.810 metri quadrati di superficie complesssiva prevista dal nuovo progetto. La maggior parte dei fabbricati saranno oggetto di restauro mantenendo inalterata la sagoma, mentre soltanto un edifcio verrà abbattuto e al suo posto ne sarà realizzato un altro di nuova costruzione. Il tutto mantenendo coerenza con l’atto di indirizzo che il Consiglio Comunale aveva approvato nel 2017 e che poi è stato recepito dal Regolamento Urbanistico vigente.” 

Gli interventi prevedono la realizzazione di 73 unità immobiliari da destinarsi ad edilizia residenziale privata sociale “ERS” e tre unità immobiliari, con destinazione studio professionale. Sarà inoltre realizzato un percorso pedonale coperto di collegamento tra Piazza San Martino e la nuova area con verde attrezzato, che sarà il fulcro del nuovo complesso: il nuovo parco pubblico, per una superficie di 1.100 metri quadrati, sarà ceduto all’Amministrazione Comunale e attrezzato con arredi, verde, nuove alberature e spazi per le attività ludiche, oltre a mantenere le alberature esistenti nel rispetto delle indicazioni della Soprintendenza e degli uffici competenti. Il complesso immobiliare e in particolare l’area interna alberata sono infatti sottoposti sia a vincolo monumentale, che prescrive il mantenimento e la tutela dell’area a verde, che a vincolo paesaggistico, in quanto aree e beni di notevole interesse pubblico (zone verdi all’interno delle mura urbane). Nelle parti perimetrali dell’area saranno realizzati i parcheggi a servizio delle unità immobiliari, mentre l’accesso alla piazza verde potrà avvenire da più punti: da Piazza San Martino, Via Giordano Bruno e, in previsione, anche da Via Sancasciani.

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Keith is back

A Palazzo Blu una grande mostra su Haring riallaccia il legame della città con il padre della street art che ci ha regalato Tuttomondo: l’artista degli omini, dei colori sgargianti e della meravigliosa varietà dell’amore che ha raccontato anche la malattia, ma che ha sempre scelto la vita.

Pisa ha con Keith Haring un rapporto speciale da quando l’artista venne qui nel 1989 per regalarci la sua ultima grande opera: a pochi mesi dalla morte, dipinse il muro della canonica della chiesa di Sant’Antonio con Tuttomondo, il grande murale che racconta la vita, l’amore e la meravigliosa varietà di tutte le pulsioni umane.

La mostra Keith Haring, a Palazzo Blu, dal 12 novembre al 17 aprile 2022, non è solo un omaggio allo street artist famoso in tutto il mondo per i suoi segni iconici, le linee marcate e tondeggianti, i colori sgargianti, i puzzle di figure che sembrano semplici e che invece sono così intensi, ma è un saluto ad un amico. E la chiusura di un cerchio che si è aperto più di trent’anni fa con quell’opera, così partecipata, quasi condivisa con la città, con chi volle andare a vedere quel ragazzo con gli occhiali tondi che disegnava strani omini su quell’anonimo muro del centro. Ma visto che una mostra non è mai una chiusura, che l’arte non chiude ma apre, è un modo di continuare a mostrare il nostro dialogo con lui, di dire a quel ragazzo che gli siamo grati. Non solo per quel manifesto artistico che ha lasciato alla nostra città, ma per lo sguardo che, con la sua arte troppo a lungo considerata minore, ha saputo regalarci.

Haring racconta la sua arte dagli inizi fino all’ultima grande esperienza, quella pisana, mostrandoci che, pur evolvendo, l’immaginario di Keith rimane fedele al suo modo di intendere l’arte come mezzo per raccontare la vita anche nella sua quotidianità, nel suo aspetto pop, e come strumento di impegno contro ogni forma di discriminazione, per la diffusione di messaggi di sensibilizzazione su temi come il consumo di droga o la prevenzione dell’AIDS.

Il soggetto del bambino, scelto come manifesto della mostra, è forse quello nel quale possiamo identificare Haring stesso: due giorni prima di morire, debolissimo, riesce a stento a disegnare su un foglio con un pennarello: disegna il bambino radiante. Un neonato che sprigiona raggi di potere ricevuto dall’universo; che possiede un’energia infinita; che gattona incessantemente, senza fermarsi mai, verso ogni dove, sfidando ogni pericolo. E dopo la morte di Keith, nel corso degli anni Novanta fino al caos dei giorni nostri, questa immagine iconica continua a trasmettere il suo messaggio di gioia. Il bambino radiante rappresenta Keith Haring stesso.

Realizzata dalla Fondazione Pisa in collaborazione con MondoMostre e a cura di Kaoru Yanase, Chief Curator della Nakamura Keith Haring Collection, la mostra presenta per la prima volta in Europa una ricca selezione di opere, oltre 170, provenienti dalla Nakamura Keith Haring Collection, la collezione personale di Kazuo Nakamura, che si trova nel museo dedicato all’artista, in Giappone. Fanno parte della collezione, e sono in mostra a Pisa, opere che vanno dai primi lavori di Haring fino agli ultimi, molte serie complete quali Apocalypse (1988), Flowers, (1990) e svariati altri disegni, sculture nonché grandi opere su tela come Untitled (1985). Ampiamente riconosciuto per le sue opere d’arte dai colori vivaci e giubilanti, i lavori di Haring sono familiari e noti anche a chi non conosce la sua breve parabola artistica perché i suoi omini stilizzati e in movimento, i suoi cuori, i suoi cani e i suoi segni in generale fanno parte del bagaglio di immagini pubbliche e non solo, in tutto il mondo, e sono proprio queste ad averlo reso un simbolo della cultura e dell’arte pop degli anni Ottanta.

LA MOSTRA

L’esposizione ripercorre l’intera carriera artistica di Haring e l’ampia gamma di tecniche espressive da lui indagate – pittura, disegno, scultura, video, murales, arte pubblica e commerciale – iniziando dai disegni in metropolitana, Subway Drawings, 1981-1983 (gesso bianco/carta/pannelli di legno) che restano tra i suoi lavori più noti e acclamati, fino al portfolio delle diciassette serigrafie dal titolo The Bluprint Drawings, la sua ultima serie su carta che riproduce le prime e più pure narrazioni visive nate nel 1981, pubblicata nel 1990, un mese prima della sua morte.  

Il percorso di mostra, allestito nelle sale di Palazzo Blu dagli architetti di Panstudio, si divide in nove sezioni: dal PRINCIPIO, prima sezione, in cui si raccontano gli inizi e la vita nella città di New York, dove Haring si trasferisce nel 1978 per studiare alla School of Visual Arts. In quel periodo fa coming out. Inizia con semplici segni grafici a disegnare bambini, animali, cuori, televisori, angeli, piramidi e omini, con il gesso bianco, sopra i pannelli pubblicitari inutilizzati delle stazioni metropolitane di New York. Le foto dei suoi lavori iniziano a circolare e il suo stile diventa subito molto riconoscibile perché crea un linguaggio che si legge a colpo d’occhio, il “codice Haring”. E la sua fama presso il pubblico cresce rapidamente. 

La sezione OLTRE I LIMITI, ci porta dentro i colori fluorescenti che brillano sotto la luce nera dell’artista, attraverso una serie di cinque serigrafie, Untitled (Fertility Suite), pubblicata dalla Tony Shafrazi Gallery nel 1983, in cui Haring da spazio alle sue icone, simboli di vitalità e fertilità, sempre in movimento, forse agitate. 

Subito dopo LE STORIE, in cui è esposta l’opera The Story of Red + Blue, 1989, una serie di litografie realizzata espressamente per i bambini divenuta così nota da essere usata per diversi concorsi di storytelling e inserita nei programmi educativi in molte scuole americane. 

HARING A PISA, racconta l’avventura pisana di Keith Haring, l’amicizia dopo l’incontro fortuito con Piergiorgio Castellani, e il lavoro corale per la realizzazione del murale “Tuttomondo” su una parete del Convento di Sant’Antonio: la Chiesa che mise a disposizione la superficie da dipingere, il Comune e la Provincia che coordinarono il progetto, gli studenti dell’università che aiutarono l’artista come assistenti.

Si passa poi alla MUSICA; ovunque Haring lavori, sulla strada o nel suo atelier, c’è sempre. Le sue opere incarnano il suono delle strade di New York e dei locali più cool. Collabora alla creazione di un gran numero di cover, una delle più note è per un album di David Bowie del 1983 che raffigura due omini stretti in un radioso abbraccio. Insieme alla musica la sezione MESSAGGIO: l’obiettivo di Haring è raggiungere il maggior numero di persone possibile e i poster sono uno strumento in grado di stabilire una connessione immediata col pubblico. Il Poster for Nuclear Disarmament, del 1982, è senza parole, ma invoca visivamente la fine dell’energia nucleare. Da allora Haring realizza oltre cento poster per pubblicizzare le proprie esposizioni, concerti, prodotti o per sensibilizzare le persone ai temi che ha particolarmente a cuore: la prevenzione dell’AIDS, i diritti dei gay, l’apartheid, il razzismo, l’uso delle droghe, la guerra, la violenza e la salvaguardia ambientale. 

In SIMBOLI E ICONE, troviamo Radiant Baby, Dog, Angel, Winged Man, Three-Eyed Face, la serie pubblicata nel 1990, che include i personaggi più iconici della sua intera opera. Come si legge nei diari, The Radiant Baby simboleggia l’innocenza, la purezza, la bontà e il potenziale di ognuno.

DISTOPIA RIVELATA è una sezione dedicata a una fase di maturazione e consapevolezza di Haring. Come si nota in Apocalipse, 1988, la materia della sua arte si fa più profonda e complessa. Come omosessuale che convive con l’AIDS, la politica e la paura diventano i temi dominanti dei suoi lavori. In collaborazione con lo scrittore beat William Burroughs lavora a questa serie, offrendo un assaggio del suo inferno personale: ogni immagine realizzata con la tecnica del collage, riprende la poesia, e utilizza pubblicità, referenze di storia dell’arte e teologia cattolica per amplificare le scene di caos. 

ENERGIA PRIMORDIALE: piramidi affollate di omini, animali, soli, maschere, il body painting e i totem. L’opera di Keith Haring diventa uno spazio fra arte vernacolare e arte accademica, fra creazione e appropriazione. I suoi lavori celano poteri misteriosi di provenienza non occidentale, ispirati all’arte azteca, eskimo, africana e afroamericana, nonché a simboli antichi e mitologici. 

LA FINE DELL’INIZIO, chiude la mostra con le immagini che meglio raffigurano il linguaggio iconico di Haring: piramidi, dischi volanti, cani, serpenti e bambini che si mescolano a figure erranti ed extraterrestri. Nel 1990, poco prima di morire, Haring pubblica la sua ultima edizione su carta, The Blueprint Drawings. «Questi 17 disegni sono nati in poche settimane fra dicembre 1980 e gennaio 1981. Gli originali li ho realizzati su pergamena con inchiostro Sumi perché avevo intenzione di riprodurre tutti i disegni in cianografia. Li portavo regolarmente al cianografo locale, dove mi divertivo a cercare di spiegarne il contenuto agli addetti ai macchinari. Nel giro di qualche settimana, in negozio, tutti avevano grande familiarità con i miei disegni. (…) Quelle stampe sono una perfetta capsula del tempo dei miei inizi a New York City», Keith Haring New York City 4 gennaio 1990. 

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Il parco, presto

In partenza i cantieri che trasformeranno l’area di via Nino Bixio nel nuovo parco urbano: una grande riqualificazione che regalerà una bella fetta di verde alla città e cambierà l’aspetto di un nodo strategico del nostro centro storico.

Al via i lavori per la realizzazione del nuovo Parco urbano di via Nino Bixio con l’allestimento del cantiere nell’area compresa tra via Battisti, via Bixio e via Silvio Pellico.

“Con l’avvio di questo cantiere segniamo un’altra giornata storica – dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti – dando il via ad un grande intervento di riqualificazione che ridisegnerà completamente un’area strategica della città, creando una ricucitura verde tra la zona della Stazione e l’asse pedonale del centro storico. Il Parco di via Bixio creerà un nuovo polmone verde, una grande area di aggregazione e relax per i cittadini. Insieme all’altro intervento che prevede il rifacimento di piazza della Stazione e di viale Gramsci, in partenza nei prossimi mesi, permetterà un completo restyling di uno dei quartieri più critici della città, affiancando al nuovo parco una grandissima area pedonale riqualificata che accoglie chi arriva dalla Stazione. I due cantieri rappresenteranno un’occasione decisiva per cambiare definitivamente volto alla zone della Stazione e della Sesta Porta, affinché tornino ad essere aree frequentate e vissute dai cittadini e possano rappresentare un bel biglietto da visita per turisti, visitatori e pendolari che arrivano a Pisa”.

“Il nuovo parco urbano – aggiunge l’assessore Raffaele Latrofa – sorgerà da qui alla prossima estate, consentendo di mettere in collegamento i due grandi assi viari di via Bixio e via Battisti, offrendo la possibilità a pedoni e ciclisti di muoversi più agevolmente nel quartiere, circondati da elementi di verde, cura urbana e bellezza, che aumenteranno notevolmente la qualità della vita dei residenti grazie ad una grande area verde dotata di nuovi alberi e attrezzata per permettere il gioco dei bambini, il ritrovo delle persone anziane, le passeggiate nel verde lungo le mura storiche di Pisa, spazi di socializzazione e l’inizio del bellissimo percorso in bicicletta che porta fino alla ciclabile del Trammino verso il litorale”.

Il progetto del nuovo Parco di via Nino Bixio prevede la riqualificazione dell’area compresa tra via Bixio e via Battisti, configurando un unico parco urbano a servizio del quartiere e creando un collegamento diretto fra i due assi viari fino ad oggi completamente separati. Si tratta di complessivi 19.000 metri quadrati di verde con prato, 114 alberi ad alto fusto, di cui 34 di nuova piantumazione, e 40 cespugli. Una dotazione di verde provvista di servizi come giochi per bambini e spazi per la ginnastica ed il relax. La distribuzione dei percorsi pedonali all’interno dell’area prevede percorsi principali longitudinali localizzati verso i margini esterni dell’area, in modo da lasciare più spazio verde a prato in rispetto delle mura medievali; quelli trasversali sono perpendicolari e localizzati in corrispondenza delle porte delle mura. Gli alberi sono bagolari e aceri, il pero da fiore, i cespugli di fotinia e corbezzolo. La pavimentazione è in calcestruzzo architettonico, utilizzando colorazioni beige e grigio. All’estremità est, in prossimità di via Silvio Pellico, sono state configurate due piccole piazze, arredate con panchine ed alberature. Verranno installati arredi urbani come cestini a raccolta differenziata e panchine tipo Fenicia, già installati in altre zone del centro storico. Per l’illuminazione verrà realizzata ex novo quella sul marciapiede di via Cesare Battisti, con apparecchi illuminanti già utilizzati in centro storico. 

I lavori verranno eseguiti dall’impresa edile Panza srl di Capannori che si è aggiudicata l’appalto dei lavori per un primo lotto di 807 mila euro, a cui si aggiungerà un secondo lotto, per un importo complessivo di 1.320.000 euro. L’opera, che fa parte del progetto “Binario 14”, è finanziata principalmente con i fondi del Bando Periferie (1.214.400 euro a carico dello Stato e 105.600 euro a carico del Comune). Il tempo utile per l’esecuzione dei lavori è fissato dal bando di gara in 245 giorni, circa 8 mesi, dalla consegna dei lavori. Il nome del nuovo Parco urbano verrà in seguito deciso dall’Amministrazione Comunale sulla base di un concorso di idee a cui potranno partecipare tutti i cittadini.

La prima fase dei lavori riguarderà un’operazione di pulizia e bonifica dell’area, con priorità ai fabbricati che sorgono dalla parte di via Battisti, che necessitano di un intervento di bonifica dell’amianto contenuto nella copertura dei capannoni e di rimozione di materiali e rifiuti presenti all’interno, dopo molti anni di abbandono. A seguire si passerà all’abbattimento degli stessi fabbricati. Per permettere l’allestimento del cantiere e il passaggio dei mezzi che effettueranno i lavori di pulizia e bonifica dell’area, da oggi venerdì 29 ottobre viene disposta la chiusura definitiva dell’accesso all’area di parcheggio compresa tra Via Bixio e Via Battisti, istituendo il divieto di sosta con rimozione coatta e chiusura al transito veicolare, ad eccezione dei veicoli al servizio del cantiere.

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C’era una volta Ciclilandia

Tanti pisani non giovanissimi ci hanno passato l’infanzia, ma da tempo i 4 chilometri di pista ciclabile immersa nella pineta di Tirrenia tornerà fruibile come spazio pubblico: riqualificata con illuminazione e arredi urbani, la vecchia Ciclilandia potrà almeno non cadere nell’abbandono.

Non tornerà ad essere il luogo delle multe per i trasgressori del codice della strada in versione adattata alle biciclette e ai mezzi a pedali che la popolavano qualche decennio fa, ma Ciclilandia potrà tornare ad animarsi. La porzione di pineta alla quale si accede da piazza dei Fiori e che arriva fino alla Pisorno sarà un parco pubblico, accessibile da tutti, illuminato e attrezzato grazie ad un progetto approvato nei giorni scorsi dalla Giunta comunale.

Dopo che nell’estate scorsa era già stata risistemata una porzione del parco, quella dalla parte della piazza, entro l’estate 2022 sarà resa accessibile anche la restante porzione della vecchia Ciclilandia.

I lavori dovrebbero partire il prossimo anno: “Con questo intervento – dichiara l’assessore al verde urbano Raffaele Latrofa – vogliamo rendere nuovamente fruibile un luogo di aggregazione che ha fatto parte dell’infanzia di tanti cittadini pisani. I lavori saranno avviati nel 2022 e termineranno entro la prossima estate. Grazie a questo intervento e alla vicinanza in zona di parcheggi pubblici, l’area risulterà inoltre idonea ad accogliere un numero importante di persone ed ad essere utilizzata come location per eventi ed iniziative varie”.

La ‘città della bici’ è un luogo storico del litorale coi suoi quattro chilometri di piste ciclabili immerse in 23mila metri quadrati di pineta, attrezzate con segnaletica, semafori, 150 mezzi a pedali e ‘mini vigili’, pronti a controllare e multare (la multa consisteva in 10 minuti di fermata obbligatoria). L’area è passata da alcuni anni al Comune di Pisa dopo un’intesa con Tirrenia Investimenti Srl, la società privata che ne era proprietaria.

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Ti ricordi lo Scotto?

I lecci in cima al torrione, i pavimenti in cotto e, naturalmente, l’accessibilità: per preservare gli interni già recuperati nel 2013 e rendere il Bastione Sangallo sempre più attrattivo, inizieranno entro fine anno i lavori di recupero dell’esterno del torrione.

Il restauro della copertura e delle mura esterne del torrione del Bastione Sangallo, al Giardino Scotto, lo faranno tornare utilizzabile, rendendo questo pezzo di città attraente come contenitore dei eventi e a disposizione dei cittadini. Restituendoci un’area tutta da valorizzare.

I locali interni del Bastione Sangallo erano già stati riqualificati nel 2013, ma un progetto di riqualificazione della copertura e delle pareti perimetrali esterne del torrione del Bastione, dove pioveva anche senza che si verificassero nubifragi, era necessario, anche propio per non vanificare quanto già fatto. Ecco che l’approvazione del progetto esecutivo preservando il lavoro già fatto, renderà utilizzabili gli spazi e regalerà alla città, di nuovo, uno spazio versatile. E molto bello.

L’intervento è finanziato con 1,2 milioni di euro, di cui 900 mila provenienti dalla Fondazione Pisa e 300 mila euro di risorse comunali. Entro la fine di ottobre sarà pubblicata la gara per l’assegnazione dei lavori, il cui inizio è previsto entro la fine del 2021 per una durata complessiva di circa un anno e mezzo.

“Con questo intervento – dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti – andiamo a completare il restauro del Bastione Sangallo per aumentarne l’attrattività come contenitore di eventi e cerimonie e renderlo utilizzabile sempre, in ogni periodo dell’anno. Questa riqualificazione si inserisce inoltre in un progetto complessivo che vuole dare ulteriore valore ad un’area della città, quella di Giardino Scotto, di particolare pregio monumentale e paesaggistico e che sarà interessata nei prossimi mesi anche dai lavori per il recupero del tratto di Mura urbane compreso tra la Torre di Sant’Antonio, in prossimità del Ponte della Fortezza, e il Bastione Sangallo”.

“Il progetto prevede un intervento di restauro conservativo della copertura e delle pareti perimetrali esterne del torrione – dichiara l’assessore ai lavori pubblici Raffaele Latrofa – spesso interessate da fenomeni di infiltrazioni di acqua anche a seguito di piogge di intensità media. E’ inoltre prevista la ripiantumazione sulla copertura del torrione di 4 piante di lecci, per riprendere la memoria storica ottocentesca e ridare alla struttura l’aspetto che aveva fino a pochi anni fa. Sempre sul tetto verrà infine realizzata una nuova pavimentazione in cotto”.

Nel dettaglio la riqualificazione Bastione Sangallo prevede i seguenti interventi: bonifica delle erbe infestanti della struttura muraria della cimasa per tutto il perimetro della copertura piana del Bastione Sangallo; fornitura e posa in opera di geotessile non tessuto sulle cimase della muratura perimetrale copertura piana; fornitura e posa in opera di argilla espansa per la formazione delle pendenze e dei piani di quota della copertura piana del quadrilatero centrale del bastione;  realizzazione di massetto in calcestruzzo alleggerito di spessore 5 cm. con rete elettrosaldata ø 10 maglia 10x10cmm; realizzazione di quattro vasche in muratura tradizionale a faccia vista, tipo San Marco, per la posa di quattro lecci (ilex crenata) come richiamo alla memoria ottocentesca; fornitura e posa in opera di guaina impermeabile da posare sul massetto sopra citato per l’allontanamento delle acque meteoriche dagli attuali fori d’uscita verso l’esterno; fornitura e posa in opera di pavimentazione in cotto. Per quanto riguarda le pareti esterne perimetrali del torrione il progetto prevede l’analisi della patologia del degrado dei materiali lapidei dei paramenti murari e il loro successivo restauro.

Cenni storici. Il Bastione San Gallo fa parte della Cittadella Nuova, oggi conosciuto come Giardino Scotto, una grande opera di difesa costruita dai Fiorentini in seguito alla loro seconda conquista di Pisa, nel XVI secolo; la storia del Giardino è, quindi, intimamente legata al luogo dove è sorto. “La Fortezza forse esisteva già in epoca Precedente al medioevo e quando i Fiorentini se ne impadronirono, non fecero altro che aumentarne le difese.” (R.Gaggini, Il giardino del Principe. San Martino, primi piani, 1987). E benché già dopo la prima occupazione di Pisa, nel 1406, i Fiorentini cominciassero a “trasformare e ad adeguare alle loro esigenze militari le fortificazioni della nostra città.” (S. Sodi, Il quartiere di San Martino in Kinzica dopo la conquista fiorentina), è subito dopo il 1509 che essi adeguarono la Cittadella Nuova alle più innovative tecniche di difesa chiedendo l’ausilio a colui che era considerato il massimo esperto dell’epoca su tali tecniche: l’architetto Giuliano da San Gallo.

Quando tutto il complesso, alla fine del secolo XVIII, non ebbe più ragion d’essere perché non più utile agli scopi militari, esso fu Venduto alla famiglia Chiesa e poi, “alla famiglia livornese degli Scotto che costruirono sulle mura un corridoio coperto per le passeggiate, cominciandone così la trasformazione in giardino delle delizie” (G. Martinelli. I quartieri storici di Pisa. San Martino, 1988); trasformazione continuata in seguito dagli eredi Scotto Corsini. “…Il giardino del Principe Scotto Corsini era tutto pieno di alberi e di terrazze verdi, di camminamenti che arrivavano al suo palazzo in Lungarno Galilei, davanti alla discesa del Ponte della Fortezza” (R. Gaggini, op.cit.).

La realizzazione della parte nord del giardino con i suoi boschetti e siepi di alloro Laurus nobilis e con gli alberi di alto fusto che li sovrastano è tipico del XVIII secolo; mentre la parte sud ha visto il susseguirsi di vari eventi e cambiamenti, dalla fortezza-giardino al rudere tardo gotico che si collega alla parte nord del giardino mediante il percorso romantico. Da qui il Principe ammirava il paesaggio della sua città e passeggiava pensieroso sul suo cavallo tra i grandi alberi ricolmi di foglie sempreverdi.

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La città in mostra

Con Pisa Percorsi Museali nasce una rete museale pisana, un percorso per valorizzare gli spazi espositivi cittadini e quindi i nostri beni culturali. Grazie alla firma di un protocollo d’intesa che coinvolge tutti gli enti culturali e all’uso del digitale.

Nasce a Pisa la rete museale cittadina che coinvolge tutti gli enti del territorio interessati alla tutela, conservazione e valorizzazione dei beni culturali. È stato presentato infatti il protocollo d’intesa per la rete PPM – Pisa percorsi Museali che dà vita a un coordinamento tra tutte le realtà museali cittadine e le amministrazioni competenti nel territorio,: Comune di Pisa, Direzione Regionale Musei della Toscana – Ministero della Cultura (Museo nazionale di Palazzo Reale e Museo nazionale di San Matteo), Fondazione Pisa (Palazzo Blu), Opera della Primaziale Pisana (Musei delle Sinopie, della Primaziale, del Camposanto), Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Pisa (Museo delle navi antiche di Pisa), Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Pisa.

“Grazie al percorso avviato lo scorso anno con Pisa capitale della cultura, per la prima volta – spiega l’assessore alla cultura, Pierpaolo Magnani – , siamo riusciti ad avviare una collaborazione attiva e un percorso comune con tutti i soggetti che a Pisa si occupano di beni culturali, di tutela e di spazi espositivi. È un grande risultato perché mettere insieme tutti i musei pisani che hanno caratteristiche, mission e governance molto diverse tra loro era complesso. Con questo protocollo d’intesa – spiega l’assessore – siamo in grado di definire un comitato tecnico e uno scientifico per definire e programmare le attività e iniziative comuni, nell’interesse della valorizzazione e promozione cittadina. Il primo obiettivo già raggiunto sarà, a breve, la presentazione di un percorso di realtà aumentata che propone ai visitatori un percorso virtuale all’interno della città e dei musei coinvolti“.

Il protocollo avrà validità 3 anni e definisce la istituzione di un Comitato Esecutivo e un Comitato Scientifico. Il primo, presieduto dal Sindaco del Comune di Pisa o suo delegato, sarà composto da tecnici e rappresentanti di ognuno dei soggetti firmatari, con il compito di definire l’indirizzo annuale culturale della Rete PPM – Pisa Percorsi Museali, di concerto con il Comitato Scientifico; approvare il programma e il piano di attività; costituire gruppi di lavoro, anche con la partecipazione di altri soggetti e definendone la durata, per la progettazione e l’attuazione di specifici obiettivi del programma; svolgere il monitoraggio e controllo sullo stato di attuazione del Protocollo e sui risultati conseguiti, anche sul piano economico.

Il Comitato Scientifico, invece, sarà coordinato dall’assessore alla cultura del comune di Pisa o da suo delegato e sarà composto da soggetti di comprovata competenza culturale scientifica; e nominato in occasione di progetti e/o iniziative specifiche dai singoli musei. Proporrà al Comitato esecutivo il programma e il piano di attività; garantirà la valenza scientifica dei progetti e attività anche attraverso il raccordo con altri soggetti chiamati a partecipare all’attuazione degli obiettivi del programma.

La Rete “PPM – Pisa Percorsi Museali”, si legge nel protocollo, si si pone “come obiettivi principali la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, anche immateriale, della Città di Pisa; la qualificazione dell’offerta museale di competenza di ognuno, anche attraverso la crescita dei servizi offerti, l’integrazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie, progettando, organizzando e promuovendo iniziative ed eventi anche con il coinvolgimento delle realtà scolastiche, educative e della ricerca e di altri enti e soggetti del territorio; lo sviluppo di politiche volte alla realizzazione di progetti condivisi per il raggiungimento e il miglioramento della qualità dell’offerta museale; la promozione di progetti e attività rete con particolare attenzione alla diffusione della conoscenza attraverso le forme digitali”.

Con successivi accordi, i firmatari si impegnano a condividere progetti e attività specifici, disciplinando l’impegno di ciascuno di essi, l’organizzazione delle iniziative e individuando le risorse e/o i servizi resi disponibili da ognuno. Oltre alle risorse specificate negli accordi attuativi, i soggetti aderenti si impegnano a ricercare ulteriori finanziamenti regionali, nazionali e comunitari, o da sponsor.

Il protocollo d’intesa nasce in seguito a Pisa2022 (il cantiere virtuale istituito nel 2020 per la candidatura della città capitale italiana della cultura) in un aggregatore di contenuti che sfrutti il web come contenitore al quale si possa accedere sia da remoto che da apposite postazioni multimediali. Con l’obiettivo di sperimentare in un laboratorio di multimedialità applicata alla rete dei musei cittadini una doppia modalità: all’esigenza di esperire l’arte da una distanza sempre più ravvicinata, al desiderio della contemplazione si coniuga la possibilità di una simulazione esperienziale dove i confini tra immaterialità della rappresentazione e materialità dell’oggetto sono ormai assai labili.

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Ripartire dal teatro

A presentare la nuova stagione di prosa e danza al Teatro Verdi c’era quella soddisfazione che accompagna sempre la partenza di un nuovo anno ricco di appuntamenti, di nomi, di novità e di certezze. Ma questa volta c’era anche l’emozione di presentare una ripartenza tanto attesa.

Ci saranno i due spettacoli che erano rimasti in sospeso fin dalla primavera 2020, quando tutto si era bloccato all’improvviso; ci saranno i titoli scelti per la stagione scorsa, partita e poi interrotta; ci saranno, come sempre, novità a stimolare la curiosità degli spettatori e certezze alle quali fare riferimento: la stagione di prosa e danza del Teatro Verdi per il 2021-2022 promette tanto e non vediamo l’ora di farci stupire.

Forte del ritorno ad una capienza completa del teatro, il teatro mette in cartellone tredici titoli importanti per riprendere il discorso interrotto bruscamente nel 2020 e poi ripartito a singhiozzo tra incertezze e tante, doverose, limitazioni.

“Dopo un intenso mese di settembre che ha visto in scena ben tre produzioni liriche – commenta Silvano Patacca, direttore artistico delle Stagioni – finalmente si alza il sipario anche sulle stagioni di Prosa e Danza del Teatro Verdi. Un cartellone in cui trovano spazio quei titoli che non erano andati in scena a causa del covid e quelli previsti, poi anch’essi annullati, con la falsa ripartenza dell’ottobre 2020. Non mancheranno, tuttavia, allettante novità che ci auguriamo vengano apprezzate dai nostri affezionati spettatori che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno e che con noi, e più di noi, aspettavano impazienti di varcare nuovamente la soglia del teatro. A loro, e ai nuovi che si aggiungeranno, promettiamo emozioni e divertimento, leggerezza e profondità e rivolgiamo un grazie di cuore!”.

“Le stagioni di prosa e di danza, che abbiamo costruito passo dopo passo in piena sintonia con il direttore artistico del Teatro Verdi – spiega il direttore della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Patrizia Coletta – animeranno la tanto attesa riapertura con la totalità dei posti disponibili. Al ritorno in sala, i tanti affezionati spettatori di uno dei teatri più belli d’Italia potranno contare su proposte e interpreti di livello. Quello che presentiamo è un cartellone che esprime l’equilibrio tra tradizione e innovazione perché si rivolge al variegato pubblico della città, mantenendo, al contempo, l’impegno di recuperare importanti titoli sospesi nella scorsa stagione invernale che possono finalmente tornare sul palco del Teatro Verdi”.

“Il nostro pubblico – spiega la presidente del Teatro di Pisa Patrizia Paoletti Tangheroni – ha una forte affezione per queste stagioni, come gli oltre mille abbonamenti hanno dimostrato. Le prossime stagioni ereditano spettacoli già programmati e sospesi a causa del Covid e propongono delle belle novità, che come sempre faranno riflettere, e faranno anche sorridere. Due stagioni quindi che senza dubbio meritano il 100% degli spettatori”.

Con lei Cristina Scaletti, presidente di Fondazione Toscana Spettacolo onlus: “Il Teatro Verdi riapre le proprie porte per le stagioni di prosa e di danza con la possibilità, dopo oltre un anno e mezzo segnato dalla pandemia, di rendere disponibile per i propri spettatori il 100% dei posti. Questa recente novità ci pone di fronte a un passaggio importantissimo, che auspichiamo possa portare ad una vera nuova normalità per lo spettacolo dal vivo. La cultura, e il Teatro Verdi ne rappresenta un luogo simbolo, può e deve tornare ad essere occasione di scambio, condivisione, partecipazione e socialità in piena sicurezza”.

Accanto alla riprogrammazione degli spettacoli cancellati nella precedente Stagione per l’emergenza sanitaria – le versioni teatrali dei famosissimi film di Monicelli, PARENTI SERPENTI, con Lello Arena e di Luciano De Crescenzo, COSÌ PARLÒ BELLAVISTA, con Geppy Gleijeses, Marisa Laurito e Benedetto Casillo; Eros Pagni in LA NOTTE DELL’INNOMINATO da Alessandro Manzoni e uno dei primi testi scritti da Eduardo, DITEGLI SEMPRE DI SÌ, con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi – il cartellone prevede altre tre proposte nel segno della qualità. Paolo Conticini legge, canta e racconta un po’ di sé in LA PRIMA VOLTA, Valter Malosti affronta l’opera, scabra e potente, di Primo Levi con SE QUESTO È UN UOMO, infine Federico Tiezzi porta in scena IL PURGATORIO La notte lava la mente, perché è la cantica dell’amicizia e dell’arte.

Una panoramica delle più interessanti produzioni nazionali, capaci di affascinare e incuriosire diverse fasce di pubblico, per la Stagione di Danza, capolavori della storia del balletto riletti in chiave contemporanea, vertiginose acrobazie, comicità e humor. Pensato per il Nuovo Balletto di Toscana, ensemble di talenti giovanissimi, BAYADERE il regno delle ombre, creazione di Michele Di Stefano, autore tra i più sensibili e capaci di composizioni complesse; a seguire un avvincente racconto danzato, DON JUAN, nato dal desiderio di Johan Inger di confrontarsi con il mito di Don Giovanni per l’Aterballetto e la Compagnia Virgilio Sieni in PARADISO dal Paradiso di Dante Alghieri, danza dialettale che si forma per vicinanze e tattilità, scaturita da uno dei protagonisti della danza italiana a partire dai primi anni ’80. Seguirà un lavoro per quattro performers, GRACES di Silvia Gribaudi, che prosegue la sua ricerca sul valore estetico, sociale e intellettuale del corpo. Evolution Dance Theater porta in scena giochi di laser e specchi, riflessi che creano mondi in cui le ombre dei danzatori si muovono creando uno spettacolo per adulti e bambini dall’indimenticabile impatto visivo, BLU INFINITO. A conclusione la Lindsay Kemp Companyin KEMP DANCES ANCORA, un omaggio e una celebrazione dell’arte e della vita di Lindsay Kemp, uno spettacolo insolito che ha dimostrato chiaramente di poter trasmettere al pubblico un’emozione intensa e coinvolgente, facendo rivivere la magia e la personalità polivalente di questo grande maestro di teatrodanza.

teatrodipisa.pi.it

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Nuovo verde

In partenza i lavori per il nuovo parco urbano di via Bixio: lì dove una volta c’erano gli autobus che portavano fuori città, ci sarà un’area verde che si allargherà fino a via Cesare Battisti. E dopo questa riqualificazione che partirà entro ottobre, partirà quella di piazza della Stazione.

Una ricucitura tutta verde tra via Nino Bixio e via Cesare Battisti, per far rivivere un’area al momento non valorizzata e poi un restyling per il viale Gramsci e per la piazza della stazione che cambierà la viabilità, l’accesso pedonale e l’aspetto dell’intera area.

I cantieri in partenza entro la fine di ottobre per i due grandi lavori che riqualificheranno ex Cpt e zona Stazione Centrale promettono di regalarci più verde, maggiore funzionalità, più spazio alla mobilità dolce e fruibilità allargata di due snodi vicini ma distinti del nostro centro. Si chiama rigenerazione urbana.

“Le zone della Stazione e della Sesta Porta – dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti – verranno completamente ridisegnate grazie ai due grandi interventi previsti dal progetto di Binario 14. Sarà un’occasione decisiva per cambiare definitivamente volto ad un’area centrale e nevralgica della città, che presenta forti elementi di criticità e degrado”. 

I lavori verranno avviati in modo sfalsato per ridurre al minimo i disagi per gli abitanti del quartiere. Per quanto riguarda il parco di via Bixio il cantiere prenderà il via entro fine ottobre e permetterà di realizzare un grande spazio di aggregazione e relax tra via Bixio e via Battisti, attraverso la ricucitura verde dell’area compresa tra i due assi viari. L’intervento di restyling della Stazione inizierà invece tra fine anno e inizio 2022 e consentirà di creare una grande piazza pedonale direttamente collegata al Viale Gramsci senza la frattura urbana dell’attuale viabilità, generando uno spazio urbano aperto, accessibile e condiviso da tutti i fruitori. I lavori prevedono nuovi arredi, la riqualificazione degli spazi esistenti, il ripensamento della viabilità, la realizzazione di nuove pavimentazioni e di una nuova illuminazione e grande attenzione al verde, in continuità con la realizzazione del nuovo polmone verde che sorgerà nel vicino Parco urbano di via Nino Bixio.

Parco di via Bixio. L’intervento prenderà il via entro fine ottobre e prevede la riqualificazione ambientale di tutta la zona compresa fra via Bixio e via Battisti, per complessivi 19 mila metri quadri.  I lavori sono stati affidati all’impresa edile Panza srl di Capannori che ha presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa, aggiudicandosi l’appalto dei lavori per un primo lotto di 807 mila euro, a cui si aggiungerà un secondo lotto, per un importo complessivo di 1.320.000 euro. L’opera, che fa parte del progetto “Binario 14”, è finanziata principalmente con i fondi del Bando Periferie (1.214.400 euro a carico dello Stato e 105.600 a carico del Comune). Il tempo utile per l’esecuzione dei lavori è fissato dal bando di gara in 245 giorni, circa 8 mesi, dalla consegna dei lavori. Il nome del nuovo Parco urbano verrà deciso dall’Amministrazione Comunale sulla base di un concorso di idee a cui potranno partecipare tutti i cittadini.

Piazza della Stazione e Viale Gramsci. L’intervento prenderà il via tra fine anno e inizio 2022. I lavori sono stati aggiudicati provvisoriamente (l’aggiudicazione definitiva avverrà una volta terminate le procedure di verifica) al Raggruppamento Temporaneo di Imprese composto da Cemes Spa, CLD Strade Srl e Impresa Forti Spa, che insieme hanno presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa, aggiudicandosi l’appalto dei lavori per la cifra di 1.780.510 euro. L’opera, che fa parte del progetto “Binario 14”, è finanziata con i fondi del Bando Periferie per 2.031.360 euro, a cui si aggiungono 176.640 mila euro che provengono dagli oneri di urbanizzazione. Il tempo utile per l’esecuzione dei lavori è fissato dal bando di gara in 510 giorni, circa un anno e 4 mesi, dalla consegna dei lavori.

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Una città possibile. E molto verde

Nello spazio Sopra Le Logge, in occasione della Biennale di Architettura, una mostra che riassume i progetti futuri della città: con Pisa 2035: una città possibile si guarda ad una Pisa molto verde, ad una mobilità molto dolce e ad una fruibilità molto allargata.

La Biennale di architettura di Pisa nel corso degli anni è diventata uno spazio di confronto, fucina di idee e progetti preziosi per la nostra città. L’associazione LP-Laboratorio Permanente per la città che ha ideato questo progetto culturale, ha portato a Pisa professionisti di fama nazionale e internazionale, dando la possibilità agli addetti ai lavori e ai cittadini di interrogarsi su temi che riguardano tutti: l’abitare, lo sviluppo sostenibile di un territorio, le nuove frontiere dell’architettura e dell’urbanistica. Il tema di questa edizione è particolarmente stimolante e utile: Renaissance spazio individuale/spazio collettivo offrirà la possibilità di un confronto per riflettere su quello che è successo negli ultimi due anni.

E proprio nell’ambito di questa grande riflessione si inserisce una previsione di sviluppo del verde urbano da qui al 2035 per rendere Pisa “una città possibile”, un sistema urbano in cui sia favorita la qualità della città attraverso la connessione dell’edificato alla rete dei parchi e dei giardini pubblici, alla rete della mobilità dolce e della mobilità fluvestre, in generale dell’infrastruttura ecologica, in modo da accrescere la salute ambientale ed offrire opportunità di incontro e fruizione degli spazi pubblici per i cittadini. Questo è il senso della mostra allestita dall’Ufficio Verde del Comune nello spazio Sopra le Logge, in occasione della 4° Biennale di Architettura di Pisa, che rimarrà esposta da venerdì 8, fino al 17 ottobre, e che riassume tutti i progetti futuri della città.

“L’obiettivo a lungo termine che ci poniamo nello sviluppo del verde urbano a Pisa – spiega il sindaco Michele Conti – è quello di realizzare infrastrutture ecologiche diffuse in tutta la città che vadano ad ampliare la superficie delle aree verdi e il numero delle alberature presenti. Opere di forestazione urbana, potenziamento del sistema distribuito di parchi e giardini, incremento di alberature stradali e boschi periurbani, creazione di piccoli spazi verdi di quartiere, realizzazione di piste ciclabili che interconnettono il tessuto urbano. Tutte azioni che compongono la visione futura di una città più green e sostenibile, che non sono rimaste soltanto idee, ma a cui abbiamo già iniziato a dare vita a partire da progetti già pronti e finanziati. Pensiamo innanzitutto agli interventi del piano Pinqua: a Cisanello realizzeremo il grande Parco di via Pungilupo con bosco urbano, aree a verde attrezzato, cassa di espansione idraulica, percorsi ciclopedonali e filari alberati con la piantumazione di 1800 nuove alberature per un investimento di 4.205.428 euro; in via Rindi-via Piave porteremo a termine un intervento di rigenerazione urbana di ampio respiro con l’incremento degli spazi per la socialità, mentre a Gagno opereremo una riorganizzazione degli spazi verdi interni al quartiere, privilegiando le aree comuni e gli spazi esterni di socialità condivisa”. 

“Oltre a questi interventi – aggiunge l’assessore Raffaele Latrofa –  a Cisanello stiamo andando a completare il Parco, grazie al finanziamento ottenuto dalla Regione per un importo di 792.780 euro, con la piantumazione di 500 alberi, 750 arbusti e la realizzazione di una pista ciclabile e pedonale di 500 metri che collegherà la pista ciclabile di via Bargagna fino alla via di Cisanello. Sul litorale è sotto gli occhi di tutti i cittadini l’opera di riqualificazione delle piazze, basata su un sistema di verde, viabilità, piste ciclabili, percorsi pedonali che stanno ridisegnando lo spazio urbano litoraneo, da piazza Baleari a piazza Gorgona, fino alla prossima piazza Viviani. Infine in zona Stazione è in partenza nelle prossime settimane la realizzazione del parco di via Nino Bixio, un nuovo parco urbano che riqualificherà il quartiere e permetterà ai cittadini di riappropriarsi di uno spazio inutilizzato, creando aree verdi attrezzate per i bambini e per il relax.”

“I visitatori – spiega l’architetto Fabio Daole – in entrata alla mostra attraverseranno una giungla di banani, tipici di un clima tropicale, quale monito ai cambiamenti climatici in corso ed a un futuro possibile, per entrare nel padiglione del Comune di Pisa che presenterà i progetti più significativi in corso intrapresi dall’Amministrazione Comunale. Parchi con vocazione a verde pubblico e decorativo, parchi ed aree che prevedono la forestazione urbana e la regimazione delle acque meteoriche, oltre alla rigenerazione dei quartieri della città. I progetti evidenziano le azioni intraprese per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici mediante un rinnovato patto tra l’uomo e la natura attraverso una ricostruzione di ecosistemi naturali e di corridoi ecologici, favorendo la biodiversità. All’uscita i visitatori attraverseranno un bosco con specie autoctone quale auspicio che, se saremo capaci di attuare le strategie di rigenerazione urbana basate sulla natura, clima e paesaggio saranno tutelati per le future generazioni”.

Il territorio della città di Pisa si estende su una superficie di 187,10 kmq di cui soltanto circa il 15,5% corrisponde all’aggregato urbano mentre il restante 84,5% risulta terreno non edificato, costituito dal Parco Naturale Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli con una superficie di 127,99 kmq dalle aree agricolo periurbane con una superficie di 4 kmq dall’aeroporto con una superficie di 26,21 kmq e dal bosco,  di superficie di 7,43 kmq situato nella fascia litoranea dispone di circa 80.000 alberature costituite da pinete di pino marittimo e domestico, leccete, macchia mediterranea e boschi planiziali di latifoglie.

Il verde pubblico urbano di proprietà del Comune di Pisa ha una superficie di 116,73 ettari, di cui i parchi a verde pubblico attrezzati a disposizione dei cittadini sono 51 per una superficie di 33,60 ettari oltre alle altre 39 aree a verde non attrezzato di superficie di 15 ettari; i parchi a verde attrezzato sono raggiungibili dalle residenze dei cittadini entro il tempo di 5 minuti (distanza massima 300 m.) che corrisponde a circa il 40% e per i restanti parchi corrispondenti al 60% entro i dieci minuti (distanza massima 700 mq.). Se consideriamo anche le aree a verde non attrezzato dette percentuali si invertono. Le alberature urbane tra viale alberati, parchi urbani e altro verde pubblico (giardini scolastici, sportivo e cimiteriale) sono circa 20.000 costituite da 138 specie arboree.

Stato al 2021

Il verde urbano a Pisa: 116,73 ha per 90 parchi a verde (82,09 ha) giardini scolastici (13,73 ha) verde arredo stradale (16,84 ha) verde arredo piste ciclabili (4,08 ha).

La rete dei parchi: 51 parchi attrezzati accessibili articolati per fasce d’età dei bambini/e, anziani, aree fitness e sgambatura cani (33,83 ha) e 39 aree verde (48,26 ha)  

Le connessioni: oltre il 50% dei parchi attrezzati è raggiungibile in 5 minuti a piedi con camminata dolce, l’intera offerta delle aree verdi sono raggiungibili in 10 minuti.

Realizzazioni al 2027

Riqualificazione parchi in centro storico (1 ha) – riqualificazione delle piazze e giardini sul litorale (3,3 ha) – realizzazione di nuove piazza a verde sul litorale (1 ha) – riqualificazione piazza della stazione (0,5 ha) – interventi giardinistici con arbusti perenni ed erbacce stagionali piazze del centro storico (n. 20.000) – rigenerazione urbana dei quartieri di Gagno, Rindi e Pisanova con la realizzazione di un nuovo parco attrezzato (11 ha) – riqualificazione del parco Europa (4 ha) – rinnovo arboreo filari alberati urbani (n. 1.000) – nuove alberature urbane (n. 4.000).

Previsioni al 2035

Realizzazione dell’infrastruttura verde: potenziamento dei parchi a verde attrezzato esistenti (33,83 ha) – riqualificazione sostanziale dei giardini scolastici esistenti (13,73 ha) – realizzazione di nuovi parchi attrezzati inclusivi (+ 50 ha) e di parchi nuovi a verde (+100 ha) – di piste ciclo-pedonali (+84 km) – di nuovi filari alberati (178 km) – di nuovi filari alberati agricoli (150 km) e raggiungere il 20% di canopy cover urbana.

In ingresso e uscita della mostra è stato creato un piccolo bosco urbano, realizzato con piante donate da Euroambiente, la società che attualmente gestisce il global service del Verde pubblico, mentre altre piante sono state collocate agli Arsenali Repubblicani, sede principale della Biennale. Tutti gli alberi donati da Euroambiente a fine mostra verranno poi collocati nei parchi urbani della città.

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