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Sonetti traditi

Cosa succederebbe se i sonetti di Shakespeare fossero tradotti in napoletano, cambiando decisamente d’accento, ma continuando a pulsare d’amore e di vita? Ce lo racconta Lino Musella in scena a Cascina il 6 marzo.

I versi di trenta sonetti di Shakespeare sono i protagonisti de L’ammore nun’è ammore, in scena il 6 marzo alle 21 alla Città del Teatro di Cascina.

Sì, i protagonisti sono i versi, tradotti anzi traditi, come li definì lo stesso traduttore, l’artista Dario Jacobelli, in tutta la violenza e insieme la dolcezza che il parlato napoletano sa esprimere. Una traduzione libera, la sua, da ogni obbligo e da ogni scadenza, da ogni costrizione editoriale ed esigenza filologica, ma proprio per questo in un certo senso più vera, nella quale più forte si sente pulsare la passione

Ricorda Musella che Jacobelli poeta, scrittore e paroliere prematuramente scomparso nel 2013, “si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare. Non aveva scadenze, non doveva rispettare le indicazioni o correzioni di nessun editore. Per committenti aveva i suoi amici più cari ai quali dedicava ogni sua nuova traduzione. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra”.

Premio Ubu come miglior attore, Premio Le Maschere del Teatro, Premio Enriquez, Premio Associazione Nazionale Critici Teatrali, Premio Inbox, volto noto di Gomorra e di The Young Pope, Lino Musella accompagnato in scena da Marco Vidino ai cordofoni e alle percussioni, riesce a dare vita ad una commistione tra due mondi lontanissimi, ma che sono accomunati da una grande, grandissima passione.

Lo spettacolo sarà preceduto da un piccolo aperitivo con specialità campane, a cura di ACIT Associazione Campani in Toscana (dalle ore 19:30).

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INFO STAGIONE https://cittadelteatro.com/programmazione/serale

Aspettando la stagione

Presentate al Teatro Verdi le prossime stagioni di prosa, lirica, danza e concerti della Normale.

Grandi nomi di richiamo si alterneranno a proposte in grado di suscitare curiosità e stimolare l’attenzione e la capacità critica di neofiti e habitué. Che poi il teatro, come tutte le forme artistiche, serve a questo: a farci riflettere, a farci ridere e piangere, ricordare e guardare al futuro; con speranza o attenzione, vedremo noi. Ci distrae e ci porta dentro alle cose, ci fa sentire parte di una comunità e insieme unici, sulla nostra poltroncina di velluto e nel mondo.

La prima a partire, a ottobre, sarà la stagione lirica firmata dal direttore artistico Stefano Vizioli, che porterà al Verdi L’Empio punito di Alessandro Melani, la prima opera a raccontare le avventure del più celebre libertino di tutti i tempi, Don Giovanni. Si prosegue con due titoli amatissimi: Tosca di Puccini e Ernani di Verdi. Torna poi nella versione del capolavoro mozartiano, il Don Giovanni seguito dall’ultimo lavoro operistico di Rossini, il Guglielmo Tell, assente a Pisa dal 1968. Chiude la stagione Napoli milionaria di Nino Rota. Fuori cartellone, per la sera di San Silvestro, La vedova allegra di Franz Lehár.
Si apre con un grande classico, La locandiera di Goldoni, la stagione di prosa curata da Silvano Patacca, titolo toscanissimo grazie alla collaborazione tra il Teatro di Pisa e Fondazione Toscana Spettacolo onlus, grazie alla compagnia Arca Azzurra Teatro (che lo coproduce insieme al Teatro Stabile di Verona) e alla felicissima Mirandolina di Amanda Sandrelli. Seguiranno un classico della letteratura, Il Maestro e Margherita di Bulgakov, e un testo reso celeberrimo dalla sua trasposizione cinematografica, Viktor und Viktoria, protagonista Veronica Pivetti. Dopo il fuori cartellone del 6 gennaio con il musical A Christmas Carol, adatto all’atmosfera delle festività, l’anno nuovo inizia con l’ironia di Ale & Franz e del loro Romeo & Giulietta, Nati sotto contraria stella, mentre Maurizio De Giovanni, noto per le sue trame noir, si cimenta con la commedia Il silenzio grande, affidandosi al collaudatissimo Alessandro Gassmann. Ci saranno il grande personaggio di Don Chisciotte di Cervantes e le grandi interpretazioni di Alessio Boni e Serra Yilmaz, Lello Arena in Parenti serpenti di Carmine Amoroso, adattamento della commedia da cui fu tratto il film di Monicelli. La stagione si chiude con Geppy Gleijeses, Marisa Laurito e Benedetto Casillo, protagonisti di Così parlò Bellavista, con regia e adattamento teatrale dello stesso Gleijeses.
Cinque grandi titoli nella stagione di danza, realizzata anch’essa insieme a Fondazione Toscana Spettacolo onlus: c’è la prima nazionale di Cinderella Tango di Luciano Padovani; il grande classico Il lago dei Cigni di Čajkovskij proposto da da Fredy Franzutti: un’eco della stagione di prosa con Io, Don Chisciotte di Fabrizio Monteverde; il trionfo della fantasia dell’Alice in Wonderland dell’ucraino Theatre Circus Elysium; l’originale La Natura delle Cose, basata sul poema filosoficoenciclopedico di Lucrezio De rerum natura. Non mancherà l’appuntamento con la serata eXpLo trampolino per giovanissimi.
tel 050 941 111 www.teatrodipisa.pi.it

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