USCireA PRIMAVERA è il festival teatrale che propone una settimana di performance a domicilio per ricordarci che il teatro è un bene di prima necessità: La rete USCA (Unità speciali di continuità artistica) porta il teatro sotto le nostre finestre o sul pianerottolo di casa, in attesa di rivederci dal vivo.
Il progetto di Barbonaggio teatrale ideato da Ippolito Chiarello, quel delivery culturale che funziona più o meno come quello del cibo, ma al quale siamo purtroppo molto meno abituati, propone attraverso la rete delle Unità speciali di continuità artistica (Usca) un festival teatrale.

Sì, un festival teatrale ora che i teatri sono chiusi e anzi proprio in questa settimana che termina il 27 marzo, giornata internazionale dedicata al teatro e data fissata per una evidentemente impossibile riapertura dei teatri.
Ma partiamo dall’inizio: nel mezzo alla chiusura totale dei luoghi cultura, il 4 dicembre l’attore Ippolito Chiarello fonda la rete internazionale delle USCA, portando così il Teatro a domicilio in tutto lo stivale, raggiungendo migliaia di spettatori e mantenendo con loro un rapporto dal vivo.

E mentre lontana sembra la prospettiva di un ritorno alla normalità, la rete delle USCA si compatta e propone, nella settimana che va dal 21 marzo (primo giorno di primavera) al 27 marzo (giornata internazionale dedicata al teatro e data che era stata fissata per la riapertura dei teatri), un simbolico festival: USCireA PRIMAVERA. Si tratta di un atto di presenza che illumina l’esperienza collettiva di teatro a domicilio nella quale tanti artisti si sono spesi dal vivo e continuano a farlo, anche in questo periodo difficile in cui la pandemia sembra ancora voler minare le nostre vite e offusca la visione di una via d’uscita. USCireA PRIMAVERA è un festival che vuole essere anche un grande invito al pubblico a tornare a teatro quando sarà possibile farlo e un richiamo alle istituzioni a sostenere in modo strutturale una futura difficile riapertura. Un atto di presenza forte. Un atto per ribadire anche che questa azione di prossimità, per molti già nel DNA del proprio percorso artistico, continuerà anche dopo l’attuale situazione difficile, come azione di accompagnamento e diffusione della cultura teatrale.
Oltre al Teatro Delivery Pisa di Massimo Risi e Tommaso Ricci, esperienza nata proprio con l’ispirazione al Barbonaggio Teatrale Delivery di Ippolito Chiarello, si sono moltiplicate iniziative e sono fiorite esperienze in tutta Italia.

La formazione della rete ha anche stimolato la risposta delle istituzioni, dei festival e degli organizzatori che, grazie all’interessamento dimostrato dagli artisti, hanno finanziato molte esperienze delivery sui propri territori.
Tutta l’attività di questi mesi si è svolta nel rispetto delle norme anti-covid e senza creare assembramenti e diffondendo il concetto della cultura quale bene di prima necessità: il teatro, come il cibo, viene consegnato a domicilio e con l’impegno, appena possibile, di ritornare a frequentare i teatri ancora più numerosi. Ha costituito sicuramente, accanto agli assolutamente necessari bonus, un’integrazione al sostentamento di molti artisti, costretti da mesi a casa senza lavoro.
Non è stata e non è, però, un’azione disperata. Non è animazione teatrale, non è “facciamolo strano”: è il nostro lavoro. Il progetto in molte città ha raggiunto anche le scuole, ed è riuscito a portare l’arte anche là dove, per mancanza di risorse economiche, difficilmente sarebbe arrivata, grazie alla formula dello spettacolo sospeso o semplicemente in forma gratuita. Non è la soluzione, ma sicuramente è un modo per rendersi utili alla cura del cuore e di vestire della sua naturale funzione il lavoro artistico, anche in un momento di
emergenza.
Per prenotare uno spettacolo nella settimana di festival, dal 21 marzo al 27 marzo, http://www.ippolitochiarello.it/usca-unita-speciali- continuita-artistica/